I treni della felicità. La storia straordinaria di un'Italia solidale raccontata in un libro e un docu-film

Contenuto in collaborazione con Coop Liguria

Genova, 20/02/2020.

Un libro e un docufilm recuperano e raccontano una delle più belle pagine di solidarietà del nostro Paese. La cooperativa Coop Liguria getta nuova luce sulla storia de I Treni della felicità, attraverso un'iniziativa in programma sabato 22 febbraio 2020. Alle 16, nella sala Quadrivium di piazza Santa Marta, l'autore Giovanni Rinaldi presenta il suo omonimo libro edito da Ediesse che ricostruisce la vicenda; a seguire, la proiezione del docufilm di Simona Cappiello e Manolo Turri Dall’Orto dal titolo Gli occhi più azzurri - Una storia di popolo, anch’esso dedicato ai soggiorni organizzati dai Comitati per la salvezza dei bambini.

L'iniziativa prosegue poi mercoledì 4 marzo presso il Circolo Zenzero di via Torti a Genova, quando verranno proposte delle letture per bambini e genitori tratte dal libro Tre in tutto, anch’esso dedicato ai treni della felicità. Due incontri per ricordare le nostre radici solidali e la generosità di cui sanno essere capaci gli italiani che - come ha detto Luciana Viviani, partigiana, fondatrice e dirigente UDI - vivono in un Paese che «ha bisogno di ricordarsi che ha fatto delle cose bellissime».

Al centro di questa narrazione sui treni della felicità un’Italia povera ma solidale, appena uscita dalla guerra e con ancora ben saldi i valori della Resistenza, che diede vita al fenomeno oggi quasi dimenticato dei treni della felicità. Un’iniziativa promossa dall’allora Partito Comunista e dalla nascente associazione UDI (Unione Donne in Italia), per sopperire a un problema molto grave: il gran numero di bambini che nel Meridione soffriva per fame, abbandono e malattie, a causa della disoccupazione, della miseria, dei postumi dell’occupazione straniera e dei bombardamenti.

Per dare temporaneo sollievo a questi bambini - e contemporaneamente permettere alle loro famiglie di risollevarsi - tra il 1946 e il 1952 vennero organizzati numerosi soggiorni presso famiglie del Centro-Nord Italia (per lo più in Emilia Romagna, ma anche nelle Marche, in Toscana e Liguria), disponibili a farsi carico temporaneamente dei bambini. Non si trattava di famiglie ricche, tutt’altro. Erano per lo più famiglie contadine, che avevano a loro volta patito la guerra ma erano pronte a condividere il poco che avevano accogliendo i bambini, vestendoli, nutrendoli e mandandoli a scuola. A dispetto dell’iniziale diffidenza degli stessi genitori dei piccoli ospiti, che in un clima di propaganda venivano messi in guardia contro i comunisti che mangiano i bambini, i soggiorni si rivelarono un immediato successo e i convogli che portavano i bambini al Nord vennero presto ribattezzati treni della felicità.

Grazie a quei soggiorni, i bambini non solo furono nutriti, curati e istruiti, ma ebbero occasione di stringere legami affettivi fortissimi con padri, madri, fratelli e sorelle adottivi, legami destinati a durare per tutta la vita. Un’esperienza che si stima interessò circa 70.000 bambini ma che inspiegabilmente è del tutto assente dai libri di storia. A recuperarla, grazie a un libro intitolato I treni della felicità, è stato lo scrittore Giovanni Rinaldi, che ha pazientemente raccolto le testimonianze di molti protagonisti di quella storia: i bambini che furono ospitati e le famiglie che li accolsero.

Oggi, la presentazione di questo progetto di recupero storico, a cura di un gruppo di associazioni di cui fanno parte anche Coop Liguria, Anpi, le associazioni Senza paura e Usciamo dal silenzio, Piccola Biblioteca leggere senza stereotipi, CGIL, SPI CGIL, UDI, DLF Genova e Circolo Zenzero.

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