Basilica delle Vigne a Genova: dal restauro alle visite speciali. Il progetto

Superchilum, wikipedia commons

Genova, 07/07/2019.

Tra negozi che chiudono e restauri, a Genova ci sono storie che finiscono e altre che sanno rinnovarsi. La Basilica delle Vigne a Genova si rifa il look, con un progetto che intende valorizzare e tutelare uno dei luoghi più suggestivi e storici della Superba, che racchiude in sé la complessa e ricca stratificazione urbana, artistica e sociale della città.

Dal restauro della Basilica, nasce un percorso di visita inedito, che inaugura il 28 settembre 2019 e interessa anche ambienti della Basilica fino ad oggi mai aperti al pubblico (e che, dopo il cantiere, torneranno non visitabili). In questo nuovo percorso di visita si può anche scoprire il mistero dietro il nome della Basilica: cos’hanno a che fare le vigne con l’attuale tessuto urbano cittadino?

Le visite guidate si possono effettuare il venerdì, sabato e domenica (inaugurazione sabato 28 settembre). Aperture straordinarie, su prenotazione, riservate a scolaresche e gruppi organizzati; l'ingresso a tariffa intera costa 12 euro, l'ingresso a tariffa ridotta invece 8 euro. Speciali tariffe sono riservate a scolaresche e gruppi organizzati; c'è la possibilità di acquisto e prenotazione dei biglietti d’ingresso tramite piattaforma ecommerce dedicata. Il ricavato delle visite è investito in attività di solidarietà. Ma ecco cosa succederà nel prossimi mesi alla basilica delle vigne...

La Basilica di Genova è oggetto, tra il 2019 e il 2020, di una serie di importanti cantieri di restauro. Fra questi, il cantiere di restauro dell’organo, il consolidamento del campanile, quello degli affreschi del presbiterio e dell’abside, quello per la manutenzione dei finestroni della navata centrale. I cantieri dialogano con il percorso di visita e possono essere scoperti in forma diretta dai visitatori, fornendo punti di vista inediti e privilegiati.

«La compagnia di San Paolo ha puntato moltissimo sulla chiesa delle Vigne, siamo a oltre un milione di euro di investimento - spiega Roberto Timossi, della Compagnia di San Paolo - si tratta di un intervento ben riuscito perché oggi presentiamo un percorso guidato che darà modo a turisti e genovesi di vivere tutte le trasformazioni della chiesa, dal X secolo ai giorni nostri».

L'ultima parte del progetto, che prevede un investimento complessivo pari a circa 430mila euro, trova la propria sostenibilità anche nelle risorse economiche messe in campo direttamente dall'impresa sociale Kalatà (circa 60milaeuro) e in una parte dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso (pari a circa 20mila euro). La Compagnia sostiene il restauro della Chiesa delle Vigne dal 2008: è stato presentato il terzo intervento, mentre i primi due interventi hanno riguardato il restauro delle navate laterali e della Cappella della Madonna delle Vigne, con un investimento complessivo di 600mila euro.

Ma ecco come sarà il percorso di visita, che tra tante curiosità può chiarire il perché del nome Basilica delle vigne. Il percorso di visita prende avvio dai locali di accoglienza e biglietteria, che sono allestiti in Vico Campanile delle Vigne: al pubblico dei più piccoli, insieme al biglietto, è fornito un kit che include torcia, lente di ingrandimento e schede di rilevazione semplificate. A tutti è dato un elmetto protettivo, che consentirà di muoversi in sicurezza anche attraverso i passaggi più angusti del percorso. 

Il vero e proprio racconto della guida, invece, inizia all’esterno della Basilica di Genova, con il riferimento alle vigne, riconducibile all’antica area di insediamento dell’edificio, un tempo extra moenia e dedita alla coltivazione di vigneti, dove, si dice, avvenne un’apparizione mariana. Tre tappe in esterno, tre diversi indizi rimandano alla storia complessa della Basilica: il sacello cosiddetto dell’alchimista, collocato sotto l’arco su cui insiste il campanile, frutto del reimpiego in età medievale di un sarcofago di tarda età romana; la facciata realizzata tra il 1841 e il 1848, grazie all'integrazione di alcune preesistenze di epoca barocca con il motivo a doppio timpano di impostazione neoclassica; il piccolo portale di destra, con un affresco realizzato a fine Seicento da Domenico Piola, una dolce Madonna, che, reggendo il Bambino, tiene tra le mani diafane anche un ricco grappolo d’uva bianca, svelando e celebrando la dedicazione del santuario. 

L’elemento della vite ritorna più volte: i visitatori possono scorgerlo, oltre che in corrispondenza del portale laterale destro, anche nella cappella-santuario che domina la testa della navata di destra. Una volta incominciato il percorso di salita, lungo le scale del lato destro dell’edificio, il primo suggestivo affaccio è quello dalla cantoria dell’organo, con un punto di vista privilegiato proprio sulla cappella-santuario delle Vigne e il suo apparato decorativo, uno dei luoghi più interessanti dell’edificio. Il clou della cappella è l’immagine miracolosa della Vergine col Bambino, attribuita al pittore toscano del XIV secolo Taddeo di Bartolo. Probabilmente ritrovata, intatta, durante i lavori di ristrutturazione, essa divenne l’occasione per tributare onore e devozione a un ennesimo miracolo mariano.

Un ulteriore percorso a scale, conduce agli spazi in corrispondenza del transetto. Qui una serie di pannelli retroilluminati dà conto visivamente del percorso evolutivo del tessuto urbano genovese, dall’anno mille ad oggi. È nel passaggio all’estradosso della navata centrale, però, che la complessità della vicenda storica dell’edificio si comprende meglio: l’ingresso nel sottotetto sorprende per la grande leggibilità della chiesa di epoca romanica che restituisce le monofore svasate e conduce i visitatori a essere compresi nel semicerchio dell’antico rosone di facciata.

Di Fabio Liguori

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