Tango del calcio di rigore con Marcorè e Dighero al Modena, tra sport e dittature latine

Bepi Caroli
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Contenuto in collaborazione con Teatro Nazionale di Genova

Genova, 25/02/2019.

Dal 19 febbraio al 10 marzo 2019, al Teatro Gustavo Modena di Genova, va in scena Tango del calcio di rigore. È un affresco su calcio e potere in salsa sudamericana la nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova, che debutta in prima assoluta il 19 febbraio con repliche fino a domenica 10 marzo (inizio spettacoli ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica ore 16, lunedì riposo).

Il regista Giorgio Gallione, che firma anche la drammaturgia, ha scelto come protagonisti Neri Marcorè, Ugo Dighero e Rosanna Naddeo, tre attori con cui ha collaborato più volte in passato, qui per la prima volta insieme, affiancati dai giovani Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto. Scene e costumi sono di Guido Fiorato, musiche originali di Paolo Silvestri e le luci di Aldo Mantovani.

Tango del calcio di rigore parte dalla finale dei Mondiali del 1978. Il 25 giugno all’Estadio Monumental di Buenos Aires l’Argentina deve vincere a tutti i costi contro l’Olanda. Seduto in tribuna c’è il generale Jorge Videla, che ha orchestrato il Mondiale come strumento di propaganda politica, affinché il mondo si dimentichi delle Madri di Plaza de Mayo. Poco discosto dal dittatore, in tribuna, c’è Licio Gelli, il Venerabile della loggia massonica P2, suo amico personale.

Durante i campionati del ’78 in Argentina succede di tutto: morte, tortura, desaparecidos, doping, corruzione. Ma è anche il momento di maggiore popolarità e consenso della dittatura Videla, a dimostrazione di come lo sport possa essere usato dal potere come forma di occultamento della realtà o raffinato strumento di oppressione.

Un ex-bambino di allora, alla luce della propria esperienza, cerca di ricostruire il suo passato di appassionato di calcio, recuperando storie di “futbol”, a cavallo tra realismo magico e realtà storica. Rivivono, così, in palcoscenico, le vicende di Alvaro Ortega, l’arbitro colombiano che commise “l’errore” di annullare un goal all’Indipendente Medellin, la squadra dei trafficanti di cocaina, o di Francisco Valdes, capitano del Cile, costretto a segnare a porta vuota dai militari di Pinochet; si rievoca la “guerra del football”, combattuta nel 1969 tra Salvador e Honduras, e l’episodio del rigore più lungo della storia del calcio, di cui è stato protagonista suo malgrado l’anziano portiere dell’Estrella Polar, Gato Diaz.

Cosciente delle lezioni di Ryszard Kapuscinzki e di Osvaldo Soriano (intrecciati alla drammaturgia troviamo due testi dello scrittore argentino), accompagnato da brani di Julio Sosa e Astor Piazzolla, arrangiate da Paolo Silvestri, autore anche delle musiche originali,Tango del calcio di rigoresi muove tra mito e inchiesta, per sfociare poi in “tanghedia”, mix di commedia, tango e tragedia.L’impianto visivo dello spettacolo è affidato alle scene e ai costumi di Guido Fiorato e alle luci di Aldo Mantovani.

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