Simon Boccanegra: l'opera di Verdi ambientata a Genova al Teatro Carlo Felice

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Genova, 14/01/2019.

Giuseppe Verdi e Genova: un legame duraturo e profondo. A Genova Verdi amava svernare e a Genova, nel 1857,ambientò un’opera: Simon Boccanegra. Un titolo della maturità, con cui Verdi cercò di battere strade nuove rispetto a quelle della trilogia popolare (Rigoletto, Il trovatore e La traviata) che gli aveva appena dato un enorme successo.

Verdi era fatto così: piuttosto che ripetere formule già utilizzate, era pronto a rinunciare al loro effetto sicuro e a rischiare. E con il Boccanegra rischiò molto: ambientata nella Genova trecentesca dei dogi, tra intrighi di potere, agnizioni, tentativi di avvelenamento, odi, maledizioni e riconciliazioni, l’opera rinuncia alle facili melodie per puntare tutto sull’intensità drammatica. Le melodie coinvolgenti e di presa immediata, nell’opera italiana ottocentesca, sono associate in genere all’amore, ma il Boccanegra non è solo una storia d’amore: è un dramma politico, con vicende di interesse pubblico per la Genova di allora, incentrato non sulla voce squillante di tenore, ma su quella chiaroscurale di baritono, la più adatta a incarnare musicalmente la figura dell’anziano e tormentato doge che dà il titolo all’opera. La cui morte, pacificato con la vita, gli affetti e la società, su cui cala il sipario, è uno dei momenti più alti di tutto Verdi.

Il Teatro Carlo Felice di Genova mette in scena questo capolavoro, non subito riconosciuto come tale (ci volle la seconda versione del 1881 perché il pubblico ne comprendesse davvero il valore), a partire dal 15 febbraio (repliche il 16, il 17 e il 19).

L’allestimento, che inaugurò la Stagione 2015/2016 come co-produzione tra l’ente lirico-sinfonico genovese e il Teatro La Fenice di Venezia, è oggi proprietà del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Ma lo spettacolo rimane quello accolto con grande calore dal pubblico e dalla critica in quell’occasione: regia e scene di Andrea De Rosa, costumi di Alessandro Lai, light e video designer di Pasquale Mari. Una messa in scena essenziale, sobria, e al tempo stesso suggestiva, con un protagonista segreto e silenzioso, come spiega lo stesso regista: «Sono rimasto fedele al testo cercando di esaltare quello che secondo me è l’elemento chiave: il mare. Per un uomo di mare come Simone è importante avere sempre un orizzonte visibile, ma il dolore e i palazzi del potere gli precludono la vista di questo orizzonte. Al mare ho attribuito un’importanza primaria rendendolo presente, in forme sempre diverse, per tutta la durata dello spettacolo».

I due cast che si alternano nell’arco delle quattro recite sono in realtà, come ormai accade da tempo al Teatro Carlo Felice, un cast solo di altissimo valore: Ludovic Tézier e Alberto Gazale (Simone), Giorgio Giuseppini e Roman Lyulkin (Jacopo Fiesco), Vittoria Yeo e Angela Nisi (Amelia Grimaldi), Francesco Meli e Matteo Desole (Gabriele Adorno). Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice diretti, rispettivamente, da Andriy Yurkevych e Francesco Aliberti.

Lo spettacolo Simon Boccanegra al Carlo Felice sarà in scena venerdì 15 febbraio (alle ore 20), sabato 16 febbraio (alle 15.30), domenica 17 febbraio (alle 15.30), martedì 19 febbraio (alle 20).

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