Da Genova all'Oman con un museo in testa mentre il paese è sempre più meta turistica

Genova, 09/12/2018.

Da anni Anna Dentoni, segretaria generale dell'associazione promotori Musei del mare viaggia tra Genova e l'Oman per un progetto di collaborazione con il Sultanato dell'Oman (nome ufficiale dal 1970) intorno alla creazione di un museo marittimo. «L'accordo risale al 2015 tra MuMa, Comune di Genova e il Ministro del patrimonio e della cultura dell'Oman - racconta Dentoni - e chiedeva essenzialmente a Genova di preparare le linee guida e il master plan per il futuro museo marittimo che avevano intenzione di costruire a Sur in Oman. Si trattava di un contratto annuale che poi per necessità burocratiche è stato prorogato fino a luglio 2018 quando è avvenuta la consegna ufficiale dei materiali». 

Andando indietro nel tempo per ricostruire questa collaborazione internazionale, occorre superare il 2015 perché «i primi contatti, tramite Paola Amadei, all'epoca ambasciatrice italiana» risalgono al 2013 quando appunto vennero impostate le prime trattive: «era l'agosto del 2013».

«Ci sono stati molti viaggi di reciproca conoscenza. Nel luglio del 2015 per esempio è arrivato a Genova il ministro della cultura omanita che poi ha suggellato l'accordo quello stesso dicembre. Una data che coincise con una mostra di quadri di Gian Marco Crovetto al museo Bait al Zubair dal titolo I colori della mia Liguria».

Nei molti viaggi Genova-Oman-Genova, Anna Dentoni ha sperimentato il giro classico dell'Oman, un paese che ha decisamente abbracciato il progetto di aprirsi al mondo come destinazione turistica - uno sguardo al sito che il sultanato dedica al turismo (in inglese, arabo, italiano, tedesco e francese) offre un'ampia panoramica sull'accoglienza. «La città è Muscat che ha un primato incontrastato. Quindi c'è il mare con la lunghissima costa affacciata sull'oceano, non per niente si parla di Oman come di una penisola. E poi la montagna, gli imperdibili Wadi, che sono valli nascoste in spaccature di roccia (vedi foto in alto) in cui si nascondono meravigliose oasi. Quindi il fascinoso deserto. Semplificando si potrebbe parlare di un giro classico per chi arriva per la prima volta in Oman. Si parte da Muscat, la capitale, si risale un po' a nord dove si incontra il forte di Nizwa e si entra nella zona delle montagne. Da qui si può scende verso sud in direzione del deserto dove ci sono diverse oasi in cui passare la notte nelle tipiche tende dei popoli nomadi. Quindi ci si può dirigere verso il mare puntando verso Sur o spingendosi ancora più a sud verso l'altro grande centro dell'Oman, la città di Salalah».

La costa dell'Oman è un susseguirsi di grandi spiaggie ricche di conchiglie e dal bagnasciuga tipicamente rosato per via della miriade di frammenti portati dal mare. Quando si parla di questo tratto di mare si tende a parlare del Golfo omanita o del Mare dell'Oman, ma anche in generale di oceano indiano o Golfo Persico. Fino a Sur in quelle zone si guarda al mare come a uno stretto che collega il mare arabico con lo Stretto di Hormuz ingresso al Golfo Persico e dunque ai non lontani confini del nord con Iran e Pakistan.

Qualche dato storico, politico e culturale: il Sultanato è una nazione indipendente sin dal 1650 dopo la liberazione dalla colonizzazione Portoghese, anche se è stato per molto tempo (fino agli anni '70) un protettorato britannico. Il paese è una monarchia guidata dal Sultano e Primo Ministro Qaboos bin Said Al-Said al potere dal 1970 ovvero a partire dalla deposizione del padre, Said bin Taimur, contro le cui politiche conservatrici e isolazioniste, il figlio promuove da allora l'utilizzo dei proventi del petrolio per la modernizzazione e lo sviluppo del paese impegnato nella costruzione di grandi infrastrutture e fin dal settanta in un programma di alfabetizzazione diffusa. L'Oman, la cui lingua ufficiale è l'arabo (ma moltissimi parlano inglese), ha una popolazione di circa 2,8 milioni di persone di cui 577mila sono stranieri.

«Il museo sarebbe tutto da costruire», prosegue Anna Dentoni nel suo racconto. Attualmente infatti esiste solo una piccola struttura a Sur che si chiama già Maritime Museum e sorge accanto alla zona dove è ancora attiva la cantieristica tradizionale. Sur è una cittadina costiera collocata nella parte di terra che maggiormente si estende nel Golfo Persico - circa al  centro dell'Oman. Destinazione storica nelle antiche rotte di navigazione, Sur è rinomata per i suoi cantieri navali in cui si costruiscono le tipiche imbarcazioni note  con il nome "dhow" (dau).

Tuttavia gli entusiasmi dei primi anni si sono recentemente un po' ridimensionati «dopo il calo del greggio e le ridotte disponibilità economiche che hanno portato a concentrare gli sforzi sulla capitale Muscat, dove per esempio nel 2016 è stato aperto il National Museum of Muscat (Museo Nazionale) dedicato alla storia del paese, al sultano e alla sua famiglia». 

L'altro grande centro da non perdersi si trova nell'estremo sud del paese non lontana dal confine con lo Yemen. «A Salalah, d'estate ci sono dieci gradi in meno rispetto a tutto il territorio, per questo d'agosto si riversano qui 700mila turisti, principalmente arabi, che trascorrono lì le vacanze. Si tratta di un luogo molto particolare e estremamente diverso dalla zona di Muscat, prevalentemente desertica. Questa è infatti la regione dell'incenso dunque estremamente verdeggiante» in cui si coltivano vari tipi di frutta e banane. Tra le altre cose questa è la città natìa dell'attuale sultano e resta la seconda per importanza nel paese e attualmente è il porto commerciale più importante del paese.

Come è stato pensato questo museo nelle linee guida genovesi? «L'Oman ha una storia millenaria e un'antichissima tradizione sulla navigazione nell'oceano indiano che attraversa e in qualche modo controlla da oltre 4000 anni. Ci sono stati molti incontri e sopralluoghi anche con archeologi italiani che hanno già missioni in Oman; per esempio l'università di Bologna è là da circa 40 anni». Il progetto scientifico è firmato dal direttore dell'istituzione MuMa Pierangelo Campodonico che lo descrive con entusiasmo: «Progettare un nuovo museo - afferma Campodonico - è sempre un’avventura straordinaria. Pensarlo per un Paese così lontano non solo geograficamente, ma anche come storia, come navigazione e come usi è un’occasione unica. E mi risulta che sia proprio l’unica volta che in Italia venga firmato un accordo di questo genere, che una Istituzione pubblica come è il MuMA faccia da consulente per un Ministero straniero. Nel 2013 l'ambasciatrice italiana in Oman Paola Amadei, ci mise in contatto con il Ministero del Patrimonio e Cultura del Sultanato dell’Oman e da allora stiamo lavorando per valorizzare la loro antichissima storia in un Museo che sia innovativo e coinvolgente come è nelle nostre corde».

Qualche dettaglio in più lo fornisce ancora Anna Dentoni. «La primissima sala è stata pensata come una timeline quindi uno spazio sulla preistoria attraverso i reperti archeologici per poi arrivare fino a oggi con la Marina Militare omanita che svolge un ruolo di controllo e sicurezza nel Golfo oltre ad attività di studio e ricerca. Della lunga invasione portoghese in Oman si sono trovati vari resti anche la nave di un conquistare europeo. Al di là degli anedotti però il racconto è straordinariamente ricco per i secolari rapporti di commercio con Cina, India, Persia. Senza contare che gli omaniti vantano relazioni commerciali e rotte che portano in America fin dalla fine del settencento quando approdarono nel territorio dell'attuale sultanato le prime imbarcazioni battenti bandiera statunitense».

Perché è stata scelta proprio la cittadina di Sur? «Uno dei primi porti commerciali, Sur è il punto più esteso del golfo e poi storicamente è ancora sede della cantieristica navale. Una delle sale è pensata per raccontare la costruzione delle imbarcazioni tradizionali, un'altra è legata alla tipica navigazione legata alla stagione dei monsoni e all'orientamento seguendo le stelle in un quadrante di cielo molto diverso rispetto a quello di riferimento nel mondo occidentale». 

Cosa succederà ora? Quale il prossimo passaggio? «Stiamo ancora collaborando e si parla di una presentazione del progetto ai potenziali finanziatori, ma sulla data ci sono ancora solo ipotesi». Mentre per la realizzazione dell'edificio? «Per la costruzione del palazzo nelle intenzioni c'è l'idea di fare un bando Internazionale aperti agli architetti di tutto il mondo».

Cos'è cambiato in Oman dai primi contatti ad oggi? «In questi anni, l'Oman ha preso molto sul serio la missione di trasformarsi in una destinazione turistica per esempio è stato ultimato e inaugurato di recente il nuovo mega aeroporto che per il 2020 vuole arrivare a competere con i migliori al mondo. Per la mia esperienza in effetti i voli diretti verso l'Oman con la compagnia di bandiera, giornalieri da Milano, sono sempre pieni e al volo notturno è stato aggiunto anche uno diurno. Non abbiamo parlato della zona all'estremo nord del territorio omanita, il Musandam Governorate, al confine con lo stretto di Hormuz, snodo strategico della zona, dove non sono mai stata ma che offre un territorio ancora diverso a detta di molti paragonabile alla Norvegia per le montagne, le coste a picco sul mare e i fiordi».

Di Laura Santini

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