Razza di italiani! di Scaramuzzino, 80 anni dopo le leggi razziali: memorie e racconti

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Contenuto in collaborazione con Teatro Nazionale

Genova, 09/11/2018.

Come si comportarono gli italiani quando il regime fascista proclamò le prime leggi razziali? Da questa domanda nasce lo spettacolo di Giorgio Scaramuzzino dal titolo Razza di italiani! Memorie di Ebrei nell’Italia fascista, che il Teatro Nazionale di Genova presenta alla Sala Mercato (piazza Modena 3), dal 7 al 18 novembre 2018 (inizio spettacoli ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica ore 16, lunedì riposo).

Sono ormai diversi anni che Giorgio Scaramuzzino porta avanti un suo personale percorso di teatro civile rivolto in primis alle nuove generazioni, scrivendo e mettendo in scena spettacoli in cui si affrontano problematiche e temi scottanti che attraversano la nostra società. Dopo i monologhi come Dentro gli spari - una storia di mafia e Senza sponda - storie di uomini e di migranti, in questo nuovo lavoro, scritto in collaborazione con l’ebraista Matteo Corradini, Scaramuzzino, a ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali, affronta da una prospettiva insolita l’argomento dell’antisemitismo, riflettendo sul dramma che il popolo ebraico ha vissuto in un tempo non molto lontano anche qui in Italia.

Si tende spesso a rimuovere la memoria dei crimini contro gli ebrei compiuti nel nostro Paese. Nel 1938 il regime fascista promulgò le leggi razziali e anche in Italia dilagò quel sentimento di ostilità nei confronti degli ebrei che diede origine a odio e persecuzioni. Tra il 1943 e il 1945 gli ebrei italiani verranno imprigionati e deportati, e se è vero che in tanti cercarono di aiutare e mettere in salvo intere famiglie ebraiche, non bisogna dimenticare che ci furono anche uomini e donne italiani che con le loro azioni favorirono il genocidio.

Razza di italiani! scava nella storia, rintracciando le testimonianze di vittime e carnefici, per capire in che contesto si sia sviluppato l’odio razziale verso gli ebrei in Italia. Nelle sue note di regia Giorgio Scaramuzzino scrive: «Questo spettacolo vuole essere un monito perché non si dimentichino fatti storici tragici, colpe di cui anche l’Italia si è macchiata, e allo stesso tempo si tengano sempre in mente due punti cardine dalla nostra Costituzione: quello che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista e quello che afferma l’uguaglianza di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione di sesso, razza, lingua o religione».

Uno spettacolo di e con Giorgio Scaramuzzino; consulente storico Matteo Corradini; musiche originali Paolo Silvestri | voce registrata Federico Vanni; scene Lorenza Gioberti | luci Aldo Mantovani; produzione Teatro Nazionale di Genova.

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