Genova: Barbara Grosso nuovo assessore alla Cultura, con Gregorini manager

Fabio Liguori

Genova, 17/09/2018.

«Voglio migliorare l'offerta culturale di Genova per portarla a essere competitiva con le altre città nazionali e internazionali. Desidero, per Genova, una cultura illuminata, trasversale, policentrica e accessibile a tutti, ma anche internazionale, perchè internazionalizzazione culturale significa internazionalizzazione commerciale e produttiva della città». Si presenta così Barbara Grosso, il nuovo assessore alle politiche culturali di Genova. Il ruolo in Giunta era infatti rimasto vacante dal 20 luglio 2018, quando l'assessore alla cultura di Genova Elisa Serafini aveva presentato le dimissioni all'indomani di un acceso dibattito con il Sindaco Marco Bucci e la Giunta, dichiarando terminato il suo compito.

Dopo poco più di un mese, la Giunta ha deciso di affidare a Barbara Grosso la guida della macchina culturale della città. Barbara Grosso, 49 anni, è laureata in Lingue e Letterature straniere e ha esperienze manageriali in società multinazionali, dove ha sviluppato competenze nel campo della comunicazione e promozione dei prodotti. Dopo aver lavorato in diverse società nell'ambito delle telecomunicazioni, dal 2008 ha ricoperto il ruolo di Ceo presso la scuola di formazione Shenker, area Liguria.

«Dobbiamo valorizzare tutto ciò che abbiamo a Genova, partendo dai nostri punti di forza nel cuore della città, nei quartieri storici, nel Ponente, nel Levante e nelle vallate - continua il neo assessore Grosso - Perchè attraverso la valorizzazione della nostra realtà policentrica possiamo creare unicità. Proiettare la cultura nel futuro significa darle nuova vita, anche tramite l'utilizzo di strumenti nuovi, attraverso la digitalizzazione, attraverso strumenti di marketing e comunicazione digitale. In tutto questo, l'individuo deve però restare al centro del programma delle politiche culturali».      

Ma ecco un'altra novità in Giunta: il motore della macchina culturale di Genova sarà a due tempi. Al nuovo assessore alle politiche culturali si affiancherà un cultural services manager, che la Giunta ha individuato in Maurizio Gregorini. 59 anni, Gregorini è regista, scrittore e organizzatore culturale. Dopo aver diretto grandi strutture per lo spettacolo e l'intrattenimento, è stato regista televisivo in Mediaset e sceneggiatore di fiction televisive per la Rai. Ha diretto spot, videoclip e un film sperimentale. Ha fondato e diretto la Scuola d'Arte Cinematografica di Genova, il centro per il cinema e la fotografia Lebowski e il magazine culturale online Il Culturista.

«Sono onorato della chiamata del sindaco Bucci - dice Maurizio Gregorini - Insieme a Barbara Grosso vogliamo aumentare il livello dell'offerta culturale della nostra città. Per fare questo dobbiamo creare un sistema culturale organico, efficente, in grado di colmare le discrasie ed esaltando la peculiarità e qualità del tessuto urbano. Punteremo anche a ridurre i costi e sprechi e ad attrarre nuovi investimenti per rendere remunerativo il sistema, incrementando i visitatori».

Dal cultural services manager Maurizio Gregorini un primo segnale forte per scuotere Genova: «Abbiamo a Genova bellezze culturali di inestimabile valore e neanche lo sappiamo. Se i genovesi in primis non lo sanno, come fanno a saperlo i turisti? Se un turista va a Forlì, sa benissimo cosa visitare a Forlì: perchè questo non succede a Genova? Pochio sanno che abbiamo a Genova un'opera straordinaria del Canova, o che è custodito nei nostri musei l'Ecce Homo di Caravaggio. Costruiamo attorno a queste eccellenze una narrazione e raccontiamo ai turisti quello che Genova può offrire».  

Terza e ultima novità: non un assessore alla cultura, ma alle politiche culturali. «Il suggerimento viene dall'assessore uscente Elisa Serafini - spiega il Sindaco Marco Bucci - Questo per dire in primis che con Elisa Serafini siamo rimasti in buoni rapporti. Questa variazione sul ruolo della carica ha un significato profondo, ed è in linea con la nostra idea: oltre ad organizzare l'assessorato e tenere in piedi manifestazioni, eventi e operare in materia di marketing territoriale, bisogna infatti capire cosa significa fare cultura. La figura del cultural services manager sarà una figura operativa in grado di confluire, facendo rete, le azioni che servono al raggiungimento di una efficente politica culturale».

Il sindaco anticipa poi qualche linea guida del nuovo assessorato: «Dobbiamo alzare l'asticella dell'offerta culturale e del modo in cui la città vive la politica culturale. Un esempio? Il fatto di gettare sacchetti spazzatura dalla finestra o di mettere un divano rotto vicino al cassonetto dei rifiuti in strada è un discorso culturale. La cultura è anche questo, non solo mostre e musei».

Di Fabio Liguori

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