Si chiamano GAIS o guys e chatteranno di teatro con i coetanei, dai 19 ai 30 anni

Genova, 23/01/2018.

GAIS è un acronimo che suona come "guys" parola informale usata in inglese per rivolgersi a qualcuno, all'incirca l'equivalente di "ragazzi/ragazze". Sotto l'acronimo sta una proposta che si rivolge a chi ha tra i 19 e i 30 anni ed è interessata/o a un progetto di audience development all'interno di un team di circa 30 giovani, pronti a coinvolgere i loro coetanei all'esperienza del teatro, attraverso vari mezzi espressivi e sui social. Costruito a più mani, dall'ormai unico ente Teatro Stabile di Genova e Teatro dell'Archivolto, #GAIS è Giovani Ambasciatori in Scena un bando - sostenuto dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito di Open 2017 – Nuovi pubblici per la cultura - la cui scadenza è fissata per il 19 febbraio 2018.  

«Un'idea condivisa insieme a Raffaella Rocca (Stabile di Genova) e Stefania Opisso (Archivolto) - spiega Valentina Mossetti (Archivolto) - a partire da una sollecitazione della San Paolo rivolta agli enti SAI (Sostegno Attività Istituzionale) quindi riservato. La Compagnia di San Paolo sta facendo formazione dal 2015 sul tema del publico».  Tu da quanto tempo ti occupi della tematica? «Sono ormai cinque anni, a partire da un progetto, della Fondazione Fitzcarraldo, Adeste, che all'epoca aveva selezionato 16 partecipanti di altrettanti enti, in tutta Italia, con l'obiettivo di creare un profilo di mediatori dedicati a capire chi fruisce o meno di prodotti culturali». 

Da dove siete partiti nello sviluppo del progetto? «Dalla necessità di avere un pubblico under30 che in entrambi i teatri al momento è una percentuale molto bassa, solo un 20% del pubblico totale, com'è risultato da un questionario distribuito nei due teatri nel 2017. Da lì abbiamo individuato il target 19-30 anni, che è piuttosto ampio perché la volontà è quella di coinvolgere sia studenti universitari che chi si affaccia al mondo del lavoro».

In che cosa consistente il progetto? Cosa saranno chiamati a fare i 30 selezionati? «C'è un periodo di formazione sia con webvisibility.it, agenzia di SEO/SEA e digital marketing e una parte più focalizzata sul teatro a cura di Matteo Alfonso, lui farà da tutor all'interno del teatro, offrirà una panoramica di base sui generi, uno sguardo sui titoli e fin da marzo sceglierà insieme al gruppo 4 spettacoli in cartellone». Tra incontri social con tutto il team di webvisibility.it e, in particolare Fabrizio Masieri e Rossana Borroni, e esperienze dirette tra uffici, sala prove e dietro le quinte con Alfonso, i 30 giovani avranno un accesso privilegiato all'interno della macchina teatrale. Quindi «ognuna/o sceglierà la modalità espressiva che preferisce tra community management, storytelling, copywriting, videomaking così come il canale che predilege tra i vari social - Instagram, Facebook, Snapchat, Twitter - per raccontare il teatro dal di dentro e dal proprio punto di vista».

Si tratta di una forma di percorso professionalizzante in cui è prevista una retribuzione? «Noi chiediamo loro un impegno di circa un anno, da marzo 2018 a maggio 2019, in cui è prevista l'acquisizione di competenze nuove che possano essere utilizzate in un futuro professsionale e l'occasione di entrare in una grande realtà culturale e conoscerne i meccanismi comunicativi e di promozione. Non c'è un impegno troppo rigido né a orario fisso ma è comunque previsto un contributo simbolico, una sorta di rimborso spese, di 500 euro».

Per partecipare, a parte il criterio anagrafico (19-30anni), basta inviare il proprio curriculum vitae e un contributo motivazionale: nella forma tradizionale di una lettera ma anche in video agli indirizzi: promo@archivolto.it oppure relazioniesterne@teatrostabilegenova.it. La Call è attiva già dall'8 gennaio attraverso i social dei due teatri, dal 23 gennaio però la comunicazione viene supportata anche dal Comune (attraverso l’Informagiovani e Genova Creativa) e dall'Università di Genova. All'interno del progetto è prevista, dopo il periodo formativo, una seconda fase: «la costruzione di una piattaforma web da parte dei GAIS, dove caricare i contenuti prodotti che dovrebbe essere pronta da settembre/ottobre 2018 per poi essere utilizzata appieno nella stagione teatrale 2018-19, selezionando questa volta 10/12 proposte dal cartellone per elaborare varie soluzioni di comunicazione».

Quali sono i nodi cruciali da affrontare quando si lavora al tema dell'audience development? «Premetto che sono una grande sostenitrice della questione perché credo che rivolgersi al pubblico come parte attiva debba coinvolgere dall'interno tutti i livelli delle istituzioni culturali tradizionali. E non mi riferisco solo al teatro ma penso anche ai musei. In un momento di cambiamento come questo, sia per le questioni economico-finanziarie e i tanti tagli sia per gli strumenti promozionali e comunicativi tanto diversi e innovativi è un processo necessario. Credo che l'audience development non debba essere un tema, ma un approccio e che solo abbracciando tutta l'istituzione, possa poi realmente contaggiarla dall'idea stessa di raggiungere, nel caso dei GAIS poi si tratta di farsi lasciare contaggiare dal nuovo linguaggio che queste nuove generazioni dominano con naturalezza e che magari noi facciamo più fatica a comprendere e utilizzare».

Quali sono le strategie migliori per realizzare progetti di successo in questa direzione? «Occorre conoscere il pubblico attraverso un'analisi dettagliata che verifichi anche il contesto in cui il pubblico si muove. Da lì si parte per elaborare strategie specifiche, mirate su target ben precisi per raggiungere parti che altrimenti non sarebbero coinvolte. Non dobbiamo scordarci che esiste anche una categoria di non-pubblico, quindi è fondamentale ingaggiare le persone perché arrivino una prima volta, poi tornino una seconda e magari altre, quindi cercare di fidelizzarli attraverso soluzioni in abbonamento».

C'è anche una fase tre, per così dire, in chiusura del progetto: «La piattaforma, attiva dalla prossima stagione, confidiamo che raggiunga un buon posizionamento, per cui poi chiederemo ad alcuni/e GAIS, per un numero ancora da definire tra i 5 e 10, di diventare tutor dei nuovi GAIS e dare circolarità all'iniziativa per poi aprire la piattaforma a tutti i teatri liguri così che il progetto diventi volano sul target individuato e su tutto il territorio regionale». Una volta trasformatisi in tutor avranno un contratto? «Il progetto finisce a maggio 2019, questo vuole essere un desiderata e un possibile scenario futuro».

Con questo progetto e la sua campagna è stata «elaborata da zero un'immagine tutta nuova» prosegue Mossetti, con cui avanza l'identità congiunta delle due realtà genovesi. Si tratta di giorni, ma poi la fusione, di cui si è tanto parlato negli anni e, più concretamente dal 2015 (seppure in modo estremamente cauto) verrà annunciata ufficialmente perché oramai è siglata. Occorre solo aspettare che vengano definiti gli ultimi dettagli dell'unica domanda che quest'anno i due teatri presenteranno insieme per i fondi ministeriali del prossimo triennio, il FUS 2018-2020, in scadenza per l'appunto il prossimo 31 gennaio 2018.

I volti della Call? «I ragazzi ritratti sono tutti attrici/tori allievi della Scuola di Recitazione dello Stabile» conclude Mossetti. Loro avranno un ruolo in questo progetto? «Non diretto, ma se volessero candidarsi come GAIS possono certo farlo. Poi non è escluso che, a discrezione di Matteo Alfonso, così come sono stati coinvolti nella campagna di promozione, potrebbero essere coinvolti ancora».

Di Laura Santini

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