Le Ragazze nello Studio di Munari: Alessandro Baronciani si racconta

Genova, 19/09/2017.

«Genova è stato il mio ultimo dell’anno, tra il 2003 e il 2004, quando la città è diventata Capitale della Cultura. Ricordo che eravamo in un locale nel Porto Antico e allo scoccare della mezzanotte la città è praticamente impazzita. C’erano delle colline intorno alla città che praticamente stavano andando a fuoco. Abbiamo trovato un albergo e dormito davanti alla Lanterna e la mattina è stato un bellissimo risveglio. Ho molti amici a Genova, e ho suonato spesso al Milk e al Teatro Altrove».

«Mi piace la parte del porto, l’Acquario e la sopraelevata ma ho come l’idea che la città non sia tutta in quella zona. Quando sei in mare – ad esempio - e guardi in alto sembra non finire mai. Non ho ancora visto, non mi ci hanno portato mai, l’ascensore di Castelletto. Mi piacerebbe vedere Castelletto».

Il viaggio verso il Paradiso, immortalato nei versi di Giorgio Caproni, è una delle tappe che Alessandro Baronciani ha in programma: martedì 19 settembre è ospite del Comics Corner in via Fiasella per la presentazione de Le Ragazze nello Studio di Munari (Ed Bao Pubblishing, 220 pp, 21 Eur).

Un racconto intenso. Un'auto analisi di chi scrive che diventa analisi e ricordo per chi legge. Per parlare di scrittura come mezzo di esplorazione di se, Alessandro una formula davvero esplicativa: scrivere spiegò le cose a me stesso, dice, un concetto poi sviluppato durante un’intervista con l’autore, già apprezzato per La Distanza, realizzato con Colapesce.

Scrivere è autoanalisi?

«Penso proprio di sì. L’ho scoperto quando ho cominciato a girare e a fare presentazione dei miei libri. All’inizio, quando ho cominciato a trovarmi qualcuno che non sapeva cosa domandarmi, ho preferito prepararmi dei monologhi dove potevo raccontare a modo mio il libro a fumetti. Erano monologhi dove aprivo un sacco di parentesi, spesso prive di senso, ma che poi chiudevo alla fine del discorso. Penso spesso che dei concetti che hai in testa diventano più chiari quando li scrivi. Partire a ruota libera, da una libera interpretazione di idee che poi si collegano per conto loro, o perché ti sei trovato nella situazione di poterlo fare. A me è successo ad esempio quando mi sono trovato a parlare di Quando Tutto Diventò Blu (Ed Black Velvet, 116 pp, 11 Eur), un libro sugli attacchi di panico. Parlandone tiravo fuori l’allunaggio, Toy Story, Tex e il concetto di avventura…»

«Ho sempre avuto problemi nella scrittura, non ho mai sopportato che la penna andasse più lentamente delle idee in testa, ricordo che alle superiori avevo inventato la terza brutta copia per mettere in ordine le idee: una terza colonna della bella copia dove ricopiavo per l’ennesima volta la stesura del tema. Poi le cose sono migliorate grazie alla dattilografia, imparata durante l’anno di servizio civile, ho cominciato a scrivere velocemente e con tutte e due le mani sulla tastiera senza guardarla. Un anno di servizio civile passato a scrivere e a fare fotocopie dei miei fumetti».

Il volume che presenterà in giro per l’Italia nelle prossime settimane parla di come il racconto dell'influenza di un Maestro non sia semplicemente tributo, riconoscenza, ma è soprattutto l'ammissione che certe opere, certi artisti, hanno condizionato e cambiato chi ne entra a contatto nel profondo. Le ragazze nello Studio di Munari, è un appassionato viaggio nel ricordo di se stessi. Un libro che diventa esperienza tattile (giuro, è la prima volta che vedo la nebbia prendere sostanza in un fumetto), un volume che esplora il media e lo fa con geniale eleganza, costringendo ad incontrare un autore, Munari, e far crescere la voglia di conoscerlo.

Il volume racconta di un rapporto profondo tra la tua esperienza personale e l'arte di Bruno Munari

«Munari è stato un autore che ho scoperto un po’ alla volta e molto tardi. Credevo di non avere più spazio per i Maestri, forse perché spesso li cerchi in gioventù, e invece c’è sempre bisogno di imparare. Che magari, detto così, potrebbe suonare un po’ falso, però è vero. Inizi cercando autori che ti piacciono per affinità di carattere e stile, perché stai cercando quella cosa particolare che pensi ti possa piacere. Gli insegnanti ti capitano, dico sempre, i maestri te li vai a cercare».

«Però quando un Maestro capita quasi per caso che fai? Te lo lasci scappare? I maestri poi non hanno un metodo per farti apprendere il loro stile. Ti coinvolgono e basta. Attraverso la conoscenza, hai la possibilità di trovare le risposte a tutte le domande che ti vengono in mente. Con Munari è stato così. All’inizio avevo pensato di disegnare una sua biografia. Volevo che tutti lo conoscessero, mai io non l’ho mai incontrato di persona o ne tanto mento letto da bambino; figurati cosa potevo raccontare della sua vita. Per questo motivo ho cercato un modo di parlare di lui attraverso la vita di un altro, perché - alla fine - quello che volevo era che la gente, finito di leggere il libro andasse a cercare qualcosa di Munari».

Il volume da questo punto di vista è un seme. Appassiona tanto e incuriosisce al punto che Munari diventa oggetto di ricerca, necessità di approfondimento, e questa è la dimostrazione che il volume di Alessandro funziona.

Un racconto che appare autobiografico.

«Il realtà il libro non è personale, è una storia di finzione. Anche se il negozio di cui si parla esiste veramente, o meglio esisteva veramente; adesso è un enorme capannone fuori città. Anche Fabio, il protagonista, esiste veramente, anche se la storia raccontata non è la sua. È un mio amico, appassionato di Munari come me e proprietario del negozio. È lui che mi ha aiutato nelle ricerche sui libri, sul collezionismo e mi ha aiutato a raccogliere storie e aneddoti su Bruno Munari, suo il merito di avermi mostrarmi le firme degli autori sui libri che ho trovato fantastiche da raccontare nel fumetto. In molti tra amici e conoscenti, hanno scambiato il Fabio di carne con il Fabio del libro, tant’è che quando gli ho detto che sarebbe uscita finalmente la ristampa mi ha chiesto se potevo cambiare nome al protagonista!».

Le ragazze nello studio di Munari è un ritorno ad un volume uscito qualche anno fa. Come è stato tornarci e cosa un lettore della prima ora troverà nell'edizione Bao rispetto alle origini?

«Il libro aveva avuto diversi problemi alla sua uscita. Ad esempio, in origine, non fu stampato in tempo per Lucca Comics, ma ciononostante i lettori lo comprarono lo stesso. Ricordo che avevo creato una speciale serigrafia del libro che regalavo a tutte le persone che venivano a trovarmi», uno scambio di promesse tra autore e lettore«l’idea piacque, molto comprarono un libro che poi sarebbe stato spedito».

«Successivamente ci furono altri problemi, sempre con la casa editrice. Prima il suo assorbimento, dopo il fallimento, e infine la liquidazione. Così, mentre i diritti d’autore vagavano per anni, Le ragazze nello studio di Munari rimase senza ristampa. Rimetterci sopra le mano mi ha permesso di rivedere scelte che non mi piacevano e che avevo dovuto accettare al tempo, quelle scelte sono state ripristinate e corrette. A questa nuova edizione ho aggiunto un titolo nelle pagine bianche che dividevano i vari capitoli, così da risultare più facile capire i diversi passaggi temporali».

«Fu scritta anche una sceneggiatura per un adattamento cinematografico che mi ha molto aiutato a farmi capire come rileggere il libro da un altro punto di vista. Altra storia invece i disegni; non sono mai soddisfatto di come vengono i disegni, non quando li faccio, soltanto quando li riguardo dopo un po’ di tempo. Per questo in certe tavole ho ridisegnato dei particolari, ho allungato delle inquadrature e, in una tavola, ho persino aggiunto un paio di chiappe! Me l’aveva chiesto una persona che ha lavorato per anni in editoria e che oggi purtroppo è morta, mi aveva comprato la tavola originale in questione e ogni volta che mi vedeva mi diceva: peccato per quelle chiappe! perché non le hai disegnate? Dopo aver corretto, mi ha consolato molto il fatto di aver scoperto di non essere il solo a ridisegnare le tavole, molti autori anche in passato lo hanno fatto».

Una cosa che colpisce del volume sono le trovate grafiche, che trasformano il fumetto in una vera e propria esperienza tattile

«Volevo giocare con le sue invenzioni cartotecniche per raccontare un libro nel libro. Questo era l’occasione giusta per farlo. Il protagonista parla sempre di Munari come se fosse un mito che ha segnato la sua vita in tutti i modi, quindi anche nella lettura della sua storia».

«Quando avevo scritto Quando tutto diventò Blu molti lettori mi avevano raccontato di essere entrati in empatia con la protagonista e questo mi aveva portato a immaginare, per Fabio, un personaggio all’opposto; totalmente antipatico. Non volevo risultasse simpatico, doveva essere il Bertrand nel film L’uomo che amava le donne; una persona distaccata, sola, in un certo senso alla ricerca di un equilibrio estatico. Il libro cerca in tutti i modi di trovare un via di fuga dal personaggio attraverso la creatività di Munari. È per quello che ti stupisci quando ad un certo punto ti trovi nella nebbia di Milano o guardando e aprendo un messaggio tenuto da una mano. È come se ti dicessi, non stai aprendo una porta guardando una immagine dallo spioncino, stai sfogliando un libro. Entri ed esci dalla storia».

Il risultato di tutto questo lavoro è un volume dal grande effetto narrativo, un incontro con il protagonista che diventa anche costrizione al ricordo per il lettore, a quando abbiamo avuto passione assoluta verso qualcosa e contemporanea apatia verso le persone. Un’esperienza di lettura che trascende la lettura stessa. e che diventa un’ottima occasione per conoscere e approfondire il talento di Munari, un artista geniale che nel volume appare con tutto il suo talento.

Interessante, in questo contesto, la possibilità di incontrarlo martedì a Genova ma non solo. Il tour di presentazioni del libro, che proprio a Genova , al 62 r di Via Fiasella, avrà la sua data Zero, continuerà a Treviso, al Comic Book Festival ex Istria in Borgo Mazzini, per poi toccare Milano, il 27 settembre 2017, presso La Feltrinelli in Duomo, ore 18:30. Poi proseguirà a Bologna il 28 settembre presso La Feltrinelli di Piazza Ravegnana ore 18:00 e il giorno dopo, il 29 settembre a Firenze, presso La Feltrinelli RED di Piazza della Repubblica ore 18:30.

Di Francesco Cascione

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter