Da Picasso a Book Pride a Palazzo Ducale. Borzani: «Lascio un modello per il futuro»

Federica Burlando

Genova, 21/06/2017.

Cosa si vede quando si apre la porta di casa? Parole che tatuano pareti, immagini che scorrono sottili e impetuose come un ruscello di montagna, attimi, ore, giorni, anni. Istantanee di vite che si scontrano con altre vite. Aprire la porta di casa vuol dire gettare uno sguardo sul passato e credere nell'avvenire. Il futuro di Palazzo Ducale a Genova, con le sue anticipazioni del programma autunnale che fa capolino nel 2018, vuole parlare ancora di cultura a 360 gradi. La mostra su Vivian Maier, una fotografa ritrovata che intreccia lavoro e vita a un alone di mistero (dal 23 giugno all'8 ottobre 2017, Loggia degli Abati) lascerà il posto alla grande mostra dedicata a Picasso: a Palazzo Ducale, dal 10 novembre 2017 al 6 maggio 2018, arriverà il genio, la passione, il tratto deciso e rivoluzionario di uno degli artisti, che senza dubbio, ha cambiato il linguaggio dell'arte.

L'esposizione dedicata a Picasso, realizzata con la collaborazione del Musée National Picasso di Parigi, traghetterà Palazzo Ducale nel programma 2018 come la mostra Rubaldo Merello tra Divisionismo e Simbolismo (dal 5 ottobre 2017 al 4 febbraio 2018) pronta a raccontare la vicenda umana ed espressiva del pittore messa a confronto con opere di nomi come Segantini e Previati. Per quanto riguarda la grande arte, le anticipazioni del programma 2018 firmato Palazzo Ducale parlano pure dell'universo soave e potente degli scatti di André Kertész (dal 24 febbraio al 17 giugno 2018), considerato un maestro da fotografi come Henri Cartier-Bresson e Brassaï. Un punto di vista intriso di umanità, di una poetica delle emozioni che non lascia fiato, di una passione che non si è spenta neppure quando la malattia lo ha costretto in casa. Proprio il tempo trascorso a New York nell'isolamento sarà il punto di arrivo del viaggio attraverso gli occhi di André Kertész proposto da Palazzo Ducale.

Nell'autunno 2017 in arrivo una novità: «per la prima volta a Genova», come sottolinea Luca Borzani, Presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Palazzo Ducale ospiterà Book Pride 2017, la Fiera Nazionale dell'Editoria Indipendente, organizzata dall'Osservatorio degli editori indipendenti. Dal 20 al 22 ottobre 2017 saranno protagoniste oltre 60 case editrici della piccola e media editoria, da Sellerio a E/O, da Fazi a Minimum Fax. Una tre giorni con oltre 100 eventi tra dibatti, presentazioni di libri e laboratori per ragazzi.

Dalla novità alle conferme. Palazzo Ducale continuerà la collaborazione con Einaudi per riflettere sulla Storia, di ieri e di oggi. Se nel 2016 ci si era interrogati sul multisfaccettato termine Occidente, il 14 e il 15 ottobre 2017 si punterà l'attenzione su Italiani. Caratteri vecchi e nuovi. Ospiti della due giorni, curata da Ernesto Franco, Ezio Mauro, Aldo Schiavone, Roberto Esposito, Paul Ginsborg, Corrado Augias e Donatella Di Cesare. Torneranno anche i concerti I Notturni en plein air, in collaborazione con Gog-Giovine Orchestra Genovese, a colorare di note il cielo delle notti d'estate nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale. Cinque i pianisti pronti a dar voce a nomi come Chopin, Schumann e Debussy (Massimiliano Genot, 20 luglio; Gregorio Nardi, 27 luglio; Valentina Messa, 3 agosto; Stefania Neonato, 10 agosto; Alessandro Commellato, 15 agosto. Inizio concerti ore 22, ingresso libero fino a esaurimento posti).

Queste le anticipazioni di un programma futuro che ha pure un po' il sapore di un album di ricordi sfogliato. Il 2017, infatti, segna la fine di un mandato iniziato nel 2012 e il momento del rinnovo delle cariche. Non si contano le immagini, i volti, i suoni che in questi cinque anni hanno attraversato Palazzo Ducale, rendendolo una casa aperta, uno spazio diventato un luogo, per usare un'espressione cara a Luca Borzani, che in questi anni ha accompagnato il cammino di crescita del polo culturale genovese. «Abbiamo uno straordinario orgoglio per il lavoro svolto e anche piena consapevolezza di aver cambiato il sistema culturale di questa città. La presenza di Palazzo Ducale, credo, ha segnato davvero una discontinuità con la tradizione e l'elemento di cui ci sentiamo più contenti, e credo possa essere il segno del nostro lavoro, è che raramente un'istituzione culturale ha un livello di riconoscimento tale da diventare parte dell'identità di una città», afferma Borzani che cita alcuni numeri. «Dal 1992 al 2008 soltanto quattro mostre hanno superato le 100 mila presenze, dal 2008 al 2017 ogni anno una nostra mostra le ha superate», afferma sottolineando come in questi anni grandi protagonisti della cultura siano passati proprio negli spazi del palazzo. «Quello che appariva come eccezionale è diventato una consuetudine, il segno più forte del nostro lavoro. In questo cambiamento ci siamo mossi su un'idea forte, ovvero che era necessario produrre qualità culturale per tutti, avere più pubblici, rompere con la cultura salottiera e per pochi». Insieme all'apertura di nuovi filoni, come quello dedicato alla fotografia, un altro punto sul quale Borzani focalizza l'attenzione è l'idea di un rapporto che unisca cultura e welfare. Dai protagonisti della cultura del nostro tempo fino ad associazioni come la Comunità di Sant'Egidio: Palazzo Ducale, ribadisce Borzani, in questi anni ha voluto fare cultura a tutto tondo, cercando anche di rispondere alle domande sociali del nostro tempo.

Eventi tutti i giorni con diversi appuntamenti nell'arco della stessa giornata, un legame stretto e costante con le scuole, la presenza sui social e l'utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione che, per esempio, hanno permesso a tutti di vedere le conferenze pur non essendo fisicamente presenti all'evento: sono solo alcuni degli ingredienti di questo capitolo della storia di Palazzo Ducale che ha visto mescolarsi l'Arte con A maiuscola, l'Attualità, i grandi interrogativi dell'essere umano e uscire dalla polvere del passato la Storia per andare incontro al presente e, soprattutto, al futuro. E che, come fa notare Borzani, non ha neppure tralasciato la malattia mentale con l'apertura dello spazio CreamCafè, «considerandola parte dei processi cerebrali e quindi della cultura», e la creatività giovanile con l'area della Sala Dogana. Cinque anni in cui Palazzo Ducale è diventato una rete di conoscenze e ha voluto fornire strumenti per vivere più in profondità il nostro tempo se non comprendendolo, almeno ponendoci qualche ulteriore interrogativo. Campi di riflessione da coltivare, immensi come quelli che si estendono sotto il sole della Provenza.

Cinque anni in cui Palazzo Ducale ha guardato alla sua identità, ma si è anche immerso nella città e la città in esso. «In questo quinquennio la cultura è stata riconosciuta come elemento trainante del cambiamento della città», afferma Carla Sibilla assessora alla Cultura e al Turismo del Comune di Genova. Un tempo «in cui si è cercato di mantenere e incrementare le risorse e di ispirare nei soggetti culturali una forte apertura, collaborazione, un impegno artistico sempre di maggior qualità, ma anche una rigorosità e un'attenzione alla sostenibilità economica. In tutto questo Palazzo Ducale è stato trainante, il modello ispiratore in tutte le altre collaborazioni che oggi ci danno una città che mette la cultura al centro del rinnovamento, ma anche dello sviluppo economico e del vivere sociale e civile».

Come eredità di questi cinque anni, Palazzo Ducale, «nonostante la Fondazione si sia misurata con una progressiva riduzione di risorse sia pubbliche che private, lascia un bilancio positivo e anche una programmazione già avviata per il 2018», conclude Borzani. Ma non solo: «abbiamo costruito un modello che ha dentro di sé tutte le energie per proseguire, che la città ha le capacità di difendere».

Di Federica Burlando

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter