Cinepassioni a Genova: cinema e film in mostra alla Loggia di Banchi

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Contenuto in collaborazione con il Comune di Genova

Attenzione: la mostra è stata prorogata fino al 19 gennaio 2020

Genova, 12/05/2017.

Il cinema ci accompagna dall'infanzia, prendendoci per mano. Un mondo che taglia il tempo coinvolgendo ogni generazione. Una passione, tra storia e fantasia, che si può incontrare alla mostra Cinepassioni. Storie di immagini e collezionismo, che ha inaugurato lo scorso 13 aprile alla Loggia della Mercanzia di Piazza Banchi ed è visitabile fino al 30 luglio 2017. Dove andare a Genova? Ecco gli orari per visitare la mostra, magari dopo una passeggiata nei vicoli: dal lunedì al giovedì ore 13-18; venerdì, sabato e domenica ore 10-19. Biglietto: intero 6 Euro; ridotto 5 Euro; riduzioni gruppi 3 Euro (scuola e minimo 15 persone). La mostra è stata prorogata nuovamente fino al 19 gennaio 2020.

L’esposizione, curata da Luca Malavasi docente di Storia e critica del cinema presso l’Università di Genova, nasce dalla volontà dell’Assessorato Cultura e Turismo e della Direzione Cultura del Comune di Genova di valorizzare tre importanti realtà cittadine legate al cinema: la Cineteca D.W. Griffith, la Collezione intitolata a Stefano Pittaluga e la Collezione Cine Ciak, rispettivamente centrate sul patrimonio filmico, sulla tecnologia cinematografica e sull’oggettistica.

Cinepassioni è un viaggio nel tempo e nello spazio: dagli albori della Lanterna magica alla saga di Star Wars, da Superman a Harry Potter, passando per Frankenstein. In sintesi, dalle origini alla contemporaneità. Tre raccolte in larga parte mai mostrate al pubblico, estese dalle origini della storia del cinema a oggi, simbolo di un collezionismo spontaneo che unisce ricerca storica e passione cinefila. È di questa passione che la mostra racconta lo sviluppo storico e culturale, interpretando la ricchezza delle collezioni attraverso un percorso che privilegia l’impatto sociale, culturale e, appunto, passionale del cinema.

Curiosi di iniziare il viaggio? La prima sezione racconta del cinema prima del cinema, grazie a un’installazione video a quattro canali creata appositamente per la mostra e all’esposizione di numerose lanterne magiche, vetrini per lanterna e camere ottiche: macchine della visione che non si sono limitate, dal XVII al XIX secolo, ad anticipare la logica e la tecnologia del cinema, ma hanno anche contribuito ad alimentare la curiosità e la passione per le immagini e la riproduzione del movimento, gettando le basi per la nascita dello spettatore cinematografico.

Si prosegue con la sezione interamente dedicata a una selezione di tecnologia cinematografica, suddivisa nella classica filiera della produzione: ripresa, edizione, proiezione. Qui sono esposti macchinari professionali e amatoriali, italiani e stranieri, dalle origini alla metà del Novecento. L’insistenza sull’amatoriale intende approfondire il primo sviluppo del cinema domestico, un fenomeno alla portata di tutti. Ogni sezione è ulteriormente arricchita da video che, rimontando alcune sequenze tratte da film, mostrano come il cinema abbia rappresentato se stesso e, in particolare, la sua natura di macchina, metà industria, metà arte.

La terza sezione del percorso di Cinepassioni conduce dalla fabbrica del cinema al suo prodotto finito, il film, insistendo in particolare sul momento della visione. Lo fa tornando alle origini delle origini: alla sfida tra Edison e Lumière, che non fu soltanto commerciale o territoriale - Stati Uniti vs. Europa - quanto, soprattutto, culturale. A opporsi sono stati essenzialmente due modelli di visione: da un lato quello individuale del Kinetoscopio Edison, ricostruito per la mostra, e, dall’altro, quello collettivo del Cinématographe dei fratelli Lumière, destinato a vincere. Anche se, il punto d’arrivo della storia sembra, in qualche modo, riportare a Edison, e cioè a un rapporto al singolare, privato, tra osservatore e immagini: nuove esperienze di visione ma, anche, nuovi sguardi, che il visitatore potrà sperimentare grazie a una postazione di realtà virtuale, con un contenuto appositamente creato per l’esposizione.

L'ultima parte del percorso si concentra su alcune pratiche, sociali e culturali, che prolungano e solidificano il rapporto con il cinema: prima una piccola sezione di paratesti cartacei, che testimoniano di altre forme di passione come la cinefilia delle riviste e il divismo, e di rielaborazione dell’ esperienza cinematografica nella critica. Segue un’ampia selezione di oggetti provenienti dalla collezione Cine Ciak: busti, action figures, modellini, diorami, 3D recreations, giocattoli, manifesti, costumi, movie props, memorabilia, gadget e altro ancora, riferiti tanto ad alcuni film del passato quanto a blockbuster contemporanei, da Star Wars a Harry Potter, da Superman a Spiderman.

Questo tipo di collezionismo è una pratica culturale che nasce con il cinema e che trova una delle sue spinte nel potente fascino esercitato dall’immaginario filmico, dai suoi personaggi e dai suoi racconti. Un desiderio di contatto con pezzi della cultura popolare che ha conosciuto, in anni recenti, uno sviluppo straordinario, anche grazie a un’offerta sempre più vasta e sofisticata di merchandising cinematografico. L’attuale popolarità del collezionismo non è certo una semplice questione industriale: racconta, al contrario, del potere di fascinazione del cinema, dei suoi miti e delle sue icone, un potere antico e ancora intatto. Racconta anche di un desiderio altrettanto originario: quello di far uscire dalla bidimensionalità dello schermo i personaggi che abbiamo amato, di dare loro corpo per poterli toccare e tenere con noi, vicini a noi. Per certi versi, un altro modo di guardare un film.

Poco lontano dalla Loggia della Mercanzia, in via dei Conservatori del Mare - asse secondario oggetto di un recente intervento di recupero che unisce via degli Orefici con via di San Pietro della Porta - in un’area libera e accessibile giorno e notte, si sviluppa un percorso fuorimostra, curato da Ferdinando Bonora, dove vengono presentate alcune suggestioni legate al cinema a Genova e in Liguria, insieme ad altre realtà di collezionismo genovese. Inoltre, nel periodo di svolgimento della mostra, è in programma una rassegna di proiezioni in pellicola all'Altrove-Teatro della Maddalena.

Si parla di cinema anche alle ore 17 di mercoledì 17 maggio, alla Berio, durante l'incontro La lingua segreta del Cinema: il montaggio, a cura di Paolo Cottignola. Nella sala Chierici della Biblioteca, per la rassegna I mestieri del cinema, ha luogo l'ultimo appuntamento di questo ciclo di incontri per conoscere da vicino il mondo del cinema, le fasi e i processi che caratterizzano la lavorazione di un film. Paolo Cottignola, montatore, è il protagonista dell’incontro condotto dal critico cinematografico Maurizio Porro. Cottignola ha curato il montaggio di molti film, cortometraggi, documentari e prodotti televisivi. Tra le sue collaborazioni, numerose quelle con Carlo Mazzacurati (tra cui A cavallo della tigre e L’amore ritrovato), ed Ermanno Olmi (tra cui La leggenda del santo bevitore, Lungo il fiume, Cantando dietro i paraventi e Centochiodi); con Il mestiere delle armi, ancora di Olmi, Cottignola si aggiudica nel 2002 il David di Donatello per il montaggio. L'incontro è a ingresso libero.

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