Signorini: «La Torre Piloti sarà il simbolo di una Genova moderna»

Chiara Pieri

Genova, 27/04/2017.

A Genova conosciamo bene i giorni di tramontana. Il vento freddo, anche a primavera inoltrata, ti entra nelle ossa, ma il cielo è limpido e azzurro e la città regala i suoi scorci più belli. È proprio in una di queste giornate che Laura Guglielmi ed io varchiamo la soglia di Palazzo San Giorgio per conoscere Paolo Emilio Signorini, dallo scorso dicembre Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, che comprende i porti di Genova e Savona.

«Quando si arriva a dire per intero la carica, è già finito il mio mandato» scherza Signorini. Classe’63, prima di approdare a Palazzo San Giorgio, ha ricoperto diversi incarichi per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per il Ministero dell’Economia e per la Banca d’Italia. Attualmente è anche segretario di giunta della Regione Liguria.

Nel suo ufficio affacciato su piazza Caricamento e sul Porto Antico, dove tanti genovesi si sono alternati prima di lui, spicca una libreria, tra gli scaffali un modellino di nave e la foto delle due figlie. Con competenza e passione ci racconta i progetti per i porti di Genova e Savona e le tante ipotesi di sviluppo nel segno della modernità, ma anche della cultura.

Laura Gugliemi: «In occasione delle celebrazioni per la nascita di Luigi Tenco, anche l’Autorità portuale ha sostenuto un’iniziativa-concerto per ricordarlo. Un evento molto partecipato, che ha visto riempirsi di pubblico la Sala Chiamata. Il porto connota l’identità e la storia di Genova, ma qual è oggi il legame tra la cultura e il porto? Ci sono altre iniziative in programma?»

Paolo Emilio Signorini: «L’evento dedicato a Tenco, organizzato insieme da Autorità Portuale e dalla Compagnia Unica è stata una dimostrazione emblematica dell’identità di fondo che lega questa città, di cui troppo spesso emergono solo gli elementi che dividono. In tutto il mondo, nei grandi Stati e nelle grandi città ci sono dei momenti di unione fortissimi, non si potrebbe vivere senza. In quest’ottica stiamo pensando ad altre iniziative culturali, per esempio a maggio ci sarà il Port Day con il porto aperto alla città. Vorrei organizzare alcune occasioni culturali in cui i genovesi possano capire davvero cos’è il loro porto».

Laura Guglielmi: «L’autorità portuale ha un nuovo assetto, con la gestione del porto di Genova e Savona. Quali i cambiamenti rispetto al passato e quali i vantaggi di questa visione più unitaria?»

Paolo Emilio Signorini: «Il primo cambiamento è già nel nome: con il termine sistema si fa capire che bisogna uscire dalla logica purtroppo italiana dei tanti porti-città. Una nazione come l’Italia deve avere al massimo due sistemi portuali di assoluta rilevanza strategica. E in questo contesto portuale, logistico e industriale si inserisce il sistema Genova e Savona. La seconda novità è nella governance, senza entrare in troppi tecnicismi, ora è composta da un organismo più snello ed efficiente».

Laura Guglielmi: «Ivano Fossati cantava che chi guarda Genova deve sapere che la città si vede solo dal mare. Se si guardasse la città dal suo porto oggi che cosa si vedrebbe?»

Paolo Emilio Signorini: «Una città bellissima. Tuttavia Genova per quanto è bella raccoglie poco, è diventata periferica. È una città che sembra rimasta ai margini della modernità. Non c’è un grattacielo o una stazione avveniristica o un progetto urbanistico per cui chiunque arrivi a Genova veda la bellezza, la solidità, ma anche il fatto che siamo nel 2017. Qual è qualcosa della città che fa capire che siamo nel 2017?»

Laura Guglielmi: «Forse se si realizzasse il Blueprint…A proposito a che punto siamo?»

Paolo Emilio Signorini: «Rispetto al Blueprint la prima cosa che ho voluto fare è la Torre Piloti. Penso che quando sarà realizzata sarà un segno di modernità. Contiamo di realizzarla entro il 2020. Sarà il nuovo simbolo della città, all’imbocco del porto e visibile da tutti. Legata al porto e quindi alla storia di Genova, ma al contempo così moderna. La città ha davvero bisogno di segni come questo. Per il resto del progetto Blueprint stiamo trovando compromessi, pensando a interventi meno impattanti, che effettivamente riqualifichino l’intera zona, uno spazio di assoluto pregio. Lì c’è una commistione di aree industriali, portuali e ricreative, appetibili anche a un privato».

Laura Guglielmi: «Tra tutte le opere sulle quali si è deciso di puntare, qual è quella che le sta più a cuore?»

Paolo Emilio Signorini: «Ci sono due opere di cui è assolutamente necessaria la realizzazione, lo spostamento della diga foranea e il Terzo valico. Opere che qualificano la dimensione del porto di Genova. Aggiungerei anche la Gronda, che, viste le continue code autostradali, si rivela sempre più necessaria».

Laura Guglielmi: «Ampliando la visuale, la regione Liguria è a fianco di Lombardia e Piemonte per la valorizzazione e la promozione dell’area del nord-ovest. Quale importanza ha questa sinergia e su quali punti si intende lavorare maggiormente?»

Paolo Emilio Signorini: «Penso che Genova debba sempre guardare il mare e le montagne, perché il mare è il suo asset, ma dalle montagne sono arrivate tutte le novità. Pensiamo soltanto a Cavour che sviluppò il porto commerciale e alla Fiat che diede impulso alla creazione del Terminal di Voltri. Abbiamo la fortuna di essere geograficamente posizionati benissimo lato mare e lato terra, a soli 60 chilometri dall’area più sviluppata d’Europa. La cooperazione con Lombardia e Piemonte sottolinea l’importanza di Genova come un nodo fondamentale di questa macroregione. Senza l’interesse di industriali, trasportatori e banchieri, saremo sempre troppo deboli per fare quel salto di qualità necessario allo sviluppo».

Laura Guglielmi: «Io sono un’appassionata di trekking e quando sono sugli Appennini e vedo da un lato Genova e il suo golfo, dall’altro la pianura padana, è uno spettacolo unico. È mai stato lassù in cima?»

Paolo Emilio Signorini: «Sono genovese per parte di madre e ho passato le estati della mia infanzia in Val Trebbia. Da lì, però, il mare non lo vedevo. Sono comunque posti meravigliosi».

Laura Guglielmi: «Guardando all’Europa, per il 2017 lei sarà il presidente in carica di Intermed Gateways, l’associazione che riunisce Genova, Marsiglia e Barcellona, i tre scali più importanti del Mediterraneo. Come si pone la città nel network delle realtà mediterranee ed europee? E quale sarà l’impronta che Genova contribuirà a dare in quest’anno di presidenza?»

Paolo Emilio Signorini: «Eserciterò il ruolo di presidente, incarico che ogni anno va a turno a una delle tre città. Questo significa anche organizzare le iniziative previste dall’associazione, sviluppando la cooperazione tra questi tre porti fondamentali della sponda nord del Mediterraneo. La sinergia può essere la chiave per tornare a fare dello scambio di merci e persone, che hanno sempre contraddistinto la storia del Mediterraneo, un punto di forza».

Laura Guglielmi: «Genova si  dimostra sempre più rivolta verso l’aspetto turistico. I riscontri di giornate come i Rolli DaysLa Storia in piazza le mostre, e le iniziative di un polo culturale come Palazzo Ducale e l’area del Porto Antico/Acquario di Genova sembrano riscontrare apprezzamenti anche da chi arriva da fuori città. Durante i ponti di aprile la città è stata sommersa dai visitatori. Come si pone il porto nei confronti del turismo?»

Paolo Emilio Signorini: «Il turismo è penalizzato dall’accessibilità. Genova ha dei limiti sia sulla rete ferroviaria, sia su quella aeroportuale. Inoltre spesso si sente dire che non è molto attrezzata per ospitare grandi flussi di turisti. Ragionamenti che implicano l’intervento di un privato. Non penso, però, di essere la persona più qualificata per dire quali siano le politiche che possono migliorare questo assetto. Posso dire tuttavia che una priorità del porto è quella di guardare a traffici, investimenti e lavoro. E ovviamente tra i traffici c’è anche il turismo, come quello crocieristico».

Laura Guglielmi: «Parlando di crociere, Genova è capace di ospitare grandi navi. Anche pensando alla questione veneziana, com' è la situazione a livello ambientale?»

Paolo Emilio Signorini: «Venezia ha un problema di impatto enorme. Per Genova non è così. Qui abbiamo un'unica questione: adeguare gli spazi come moli e banchine, mentre a livello ambientale è necessario che le grandi navi abbiano sistemi di alimentazione ed energia ecocompatibili. Per noi l’arrivo delle grandi navi è un vantaggio, soprattutto per il turismo».

Laura Guglielmi: «Torniamo alla cultura. Esempi come la Tate Modern e la Kraftwerk Mitte, rispettivamente ex centrali elettriche di Londra e Dresda insegnano che spazi dismessi possono diventare poli culturali. Il pensiero va alla nostra centrale a carbone Enel. Lei cosa ne pensa? O quale sarebbe il suo sogno?»

Paolo Emilio Signorini: «Come sogno, tra le cose che ho sentito, quella che mi è piaciuta di più era uno stadio. Me lo immagino in mezzo al mare tutto illuminato. Il problema è che queste opere si devono sostenere economicamente. Se governo e Comune facessero un investimento anche simbolico ci si può pensare, se dovesse però essere una decisione dell’autorità portuale, vedo altre priorità».

Laura Guglielmi: «Per quanto riguarda l’Hennebique, invece, a che punto siamo?»

Paolo Emilio Signorini: «É un discorso che va affrontato. Il tema è: va conservato o no? Dobbiamo capire se a livello economico sfruttarlo mantenendo la struttura esterna abbia un senso. Altrimenti dobbiamo farcene una ragione e abbatterlo. È un’area talmente inurbata che va necessariamente valorizzata».

Laura Guglielmi: «E per quanto riguarda il ribaltamento Fincantieri?»

Paolo Emilio Signorini: «L’autorità portuale ha prospettato 80 milioni. Per cui non è un intervento secondario nella politica di bilancio. Nel progetto ci sono tre anime: la prima è quella che riguarda la messa in sicurezza del rio Molinassi, la seconda è quella che punta a rendere più funzionale il cantiere attualmente diviso in due dalla ferrovia, la terza è quella che riguarda il riempimento dello specchio d’acqua, dove si potrebbero ospitare terre da scavo del Terzo valico. In questo caso, così come in tante altre iniziative del porto, i genovesi non amano le cose semplici. Non facciamo un intervento singolo, ma uno che ne comprende altri trentacinque! Stiamo cercando con governo, regione, comune, Fincantieri e ferrovie di darci alcune priorità».

Laura Guglielmi: «Lasciando da parte Signorini, come descriveresti Paolo Emilio?»

Paolo Emilio Signorini: «Un po’ genovese. Sono tendenzialmente una persona low profile che non ama protagonismi».

Laura Guglielmi: «Qual è il suo rapporto con Genova? Quali i luoghi di questa città, i quartieri dove si sente più a casa?»

Paolo Emilio Signorini: «Rispondo con grande sincerità. Io a Genova mi trovo benissimo. Il rapporto che ho con i genovesi è completamente adatto alla mia natura, non sono invasivi, sono riservati e schietti. Sono caratteristiche in cui mi ritrovo abbastanza. Questo compensa il fatto del mugugno che, invece, non apprezzo molto. Per quanto riguarda la città, abito in piazza san Sebastiano e mi piace molto camminare. Di Genova amo specialmente tutti i luoghi dove posso andare a piedi, il centro, la circonvallazione a monte, Carignano e Albaro».

Laura Guglielmi: «E che ricordi hai della Valtrebbia?»

 Paolo Emilio Signorini: «Il fiume, il calcio, la focaccia, i biscotti del Lagaccio. Ogni estate facevo una full immersion nella genovesità»

Laura Guglielmi:«Un libro che consiglierebbe ai nostri lettori»

Paolo Emilio Signorini: «Io leggo soprattutto saggistica. Ora ne sto leggendo uno dedicato al San Gottardo di Remigio Ratti, L'asse ferroviario del san GottardoEconomia e geopolitica dei transiti alpini. È un libro molto bello perché, pur essendo tecnico, è anche storico ed accessibile. Parla anche spesso di Genova. Fa capire i rapporti storici che e ci sono stati e ci sono attraverso questa via transalpina».

Laura Guglielmi: «La ricetta genovese preferita?»

Paolo Emilio Signorini: «Sarò banale, il pesto. Con le trenette».

Laura Guglielmi: «Un punto di Genova o uno scorcio che ama particolarmente?»

Paolo Emilio Signorini: «Salita Santa Caterina».  

Di Chiara Pieri

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