La Storia in Piazza 2017 al Ducale: Genova finestra sul mondo

Federica Burlando

Genova, 06/04/2017.

La storia: un progetto gettato nel presente e ancora da scrivere, un'opera non ancora compiuta, un non-finito che, scalpellate via manciate di polvere e vita, mostra la sua anima mantenendola, nel contempo, ancora velata. La storia come sempre da interrogare a partire dall'oggi e anche dal domani.

Da giovedì 6 a domenica 9 aprile torna, a Genova, l'appuntamento con La Storia in Piazza 2017 a Palazzo Ducale. A fare da fil rouge a questa ottava edizione il tema degli Imperi: una cavalcata di quattro giorni che dall'epoche più antiche, guardando a imperi come quello Babilonese, di Alessandro Magno e Romano, è pronta a giungere fino a noi, ai poteri economici, finanziari e politici, per esempio, che legano le nazioni in un unico respiro verso il futuro.

«Il tema di quest’anno permetterà di muoversi non soltanto in un discorso molto profondo nel tempo, ma anche notevolmente ampio nello spazio e, contemporaneamente, in forte relazione con il presente. Passiamo dall’impero come immagine di conquista territoriale agli imperi senza terra contemporanei», afferma Luca Borzani, presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, sottolineando come «se al passato ci si rivolge con le domande del presente questo può fornire strumenti e risposte per guardare all'oggi».

Incontri, conferenze, lezioni magistrali, mostre e laboratori, ma anche cinema e musica: il programma de La Storia in Piazza 2017, come ormai da tradizione, è pronto a offrire, ad adulti ma pure ai più giovani, chiavi grandi e piccole per provare ad aprire le porte che permettono di affacciarsi sull'infinito mondo della comprensione e della conoscenza. Nomi come Franco Cardini (7 aprile), Federico Rampini (8 aprile), Philippe Daverio (8 aprile), Vito Mancuso (9 aprile) e, in chiusura, Nicolai Lilin e Perry Anderson (9 aprile) - solo per citarne alcuni - sono pronti ad avvicendarsi nella quattro giorni genovese dedicata alla storia.

In questo continuo inanellarsi tra passato e presente, presente e futuro, La Storia in Piazza 2017 incontra quella di Palazzo Ducale, con un'iniziativa che ha un po' il sapore del ritorno a casa. A completamento del recupero intrapreso dalla Fondazione Palazzo Ducale delle testimonianze artistico-architettoniche del Palazzo, dopo le grandi statue dei Doria nello scalone e i Grifi della Repubblica di Genova nell’atrio voltato, sono ritornate nel Cortile Maggiore le epigrafi rimosse in occasione dei lavori di ristrutturazione ultimati nel 1992 e ricoverate nel deposito lapideo del Museo di S. Agostino.

Ventuno testimonianze marmoree che, grazie all'iniziativa, hanno avuto la possibilità di «essere perfettamente restaurate e restituite alla città, tornando nel loro luogo originario», sottolinea Adelmo Taddei, direttore del Museo di S. Agostino. Lapidi che narrano racconti di straordinaria quotidianità in una Genova fatta di porto, di viaggi - non sempre semplici sul mare - e anche di qualcosa di più. «Il restauro di queste lapidi ci ha permesso di recuperare storie grandi e piccole che parlano di aspetti importanti per la Genova di allora, che mostrano l'attaccamento dei genovesi per la propria città e rivelano donazioni, anche consistenti, per ampliare e ristrutturare le opere portuali», continua Taddei.

Tra le nove lapidi poste sul lato destro del Cortile Maggiore di Palazzo Ducale fa da corona quella di Bartolomeo Lomellino che, nel 1778, in tempi in cui la Repubblica di Genova stava conoscendo il suo canto del cigno, fece un'importante donazione per l'ampliamento delle strutture del porto cittadino. A fargli da contraltare, sul lato sinistro, quella che parla di un certo Domenicus Lencinus il quale - racconta Taddei - destinò 200 lire all'anno - non certo una somma di poco conto per l'epoca - all'ufficio preposto alla liberazione dei prigionieri: un triste destino, infatti, attendeva chi non aveva la forza di riscattarsi o essere riscattato, legato a un remo e a una galea per tutta la vita.

Testimonianze - come sottolinea il direttore del Museo di S.Agostino - di esseri umani mossi da un senso della cosa pubblica, da un sentimento per la città e i suoi abitanti che sarebbe da portare dentro oggi e sempre. Come guardando un fiume che, scorrendo dall'entroterra verso il mare, ha in sè già il futuro o semplicemente facendo vivere La Storia in Piazza.

Di Federica Burlando

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