Sieni: danza, ricerca scientifica, comunità. E L'atlante del gesto a Genova

Atlante del gesto_Genova/Ballo 1866

Venerdì 24 marzo, ore 21, sul palcoscenico di Casa Paganini (piazza di Santa Maria in Passione 34) va in scena Di fronte agli occhi degli altri_Insegnamento, con Virgilio Sieni e Giuseppe Comuniello e la partecipazione di cittadini ospiti in collaborazione con l’Istituto David Chiossone onlus.

Sabato 25 marzo, ore 16 e ore 17.30 (replica), nelle stanze di Palazzo Reale di Genova (via Balbi 10) Esodi, con i cittadini partecipanti al progetto.

Domenica 26 marzo, ore 11 e ore 16 (replica), nell'Aula Magna del Palazzo dell’Università, (via Balbi 5), Madri e Figli/Padri e Figli_Pietà con le coppiedi Madri, Padri e Figli partecipanti al progetto.

Domenica 26 marzo, ore 12 e ore 17 (replica), nello spazio dell'Oratorio San Filippo Neri (via Lomellini 12), Sospensione, con i cittadini partecipanti al progetto e il coro di musica antica Corale di Santa Maria di Bogliasco.

Genova, 21/03/2017.

Sono oltre dieci anni che Virgilio Sieni, danzatore e coreografo, si dedica a progetti in cui la danza diventa uno strumento per ri-tessere la dimensione sociale e comunicativa di una comunità. Attraverso un metodo ormai consolidato, che passa per il gesto e la tattilità, Sieni conduce gruppi di cittadini in un percorso educativo-espressivo che ha definito Accademia sull'arte del gesto.

Lo spunto a cui Sieni rimanda per la sua Accademia va rintracciato nell'ultimo lavoro dello storico dell'arte tedesco Aby Warburg (1866-1929): Mnemosyne Atlas o Atlante della memoria (1929) - The Warburg Institute London. Un incompiuto che è sintesi perfetta delle ricerche ma soprattutto del metodo interdisciplinare elaborato da Warburg attraverso un meticoloso lavoro di assemblaggio iconografico: una mappatura per immagini di alcuni elementi costanti - temi, figure, immagini - della memoria culturale e sociale rintracciate nella tradizione antica, orientale e greco-romana, e rinascimentale.

A Genova questo percorso, Atlante del gesto_Genova/Ballo 1866 è arrivato grazie alla collaborazione tra Sieni e Antonio Camurri già al lavoro all'interno del centro di ricerca Casa Paganini InfoMus - Dibris per il progetto di ricerca scientifica Horizon 2020 ICT DANCE dedicato a identificare, analizzare e misurare in maniera automatica le qualità espressive del movimento (si veda video sotto). Con la sonificazione di alcune qualità del gesto si porta nella dimensione uditiva ciò che altrimenti si può solo vedere. La dimensione del progetto ha richiamato una più ampia partnership che si è estesa fin dall'inizio anche a Goethe-Institut Genua, Museo Palazzo Reale, Teatro dell'Archivolto e Virgilio Sieni Centro di produzione sui linguaggi del corpo/Accademia sull'arte del gesto. Nell'arco di circa tre mesi e, a partire da un bando pubblico, che invitava i cittadini dagli 8 ai 80 anni a partecipare, si sono svolte attività a cadenza settimanale organizzate in 6 diversi gruppi di circa 20 persone a cui sono state aggiunte le coppie di madri, padri, figli e figlie, il coro di musica antica Corale di Santa Maria di Bogliasco guidato da Nicola Ferrari e cittadini ipo- e non-vedenti in collaborazione con l'Istituto David Chiossone. Testimonianze, foto, video e interviste su questo complesso progetto sulla pagina Facebook dedicata.

Tra il 24 e il 26 marzo 2017, il frutto coreografico dell'attività settimanale e intensiva coordinata da Sieni, dai suoi collaboratori, Maurizio Giunti e Giulia Mureddu, e da tre danzatrici genovesi, Claudia D’Occhio, Federica Loredan, Piera Pavanello, sfocerà in un momento pubblico di spettacoli e performance: Di fronte agli occhi degli altri_Insegnamento (24 marzo), con Virgilio Sieni e Giuseppe Comuniello; Esodi, con i cittadini partecipanti al progetto (25 marzo); Madri e Figli/Padri e Figli_Pietà e Sospensione, con i cittadini partecipanti al progetto e il coro di musica antica “Corale di Santa Maria di Bogliasco” (26 marzo) - tutti i dettagli in testa all'articolo.

Di fronte a due succhi di mirtillo, in una conversazione con Virgilio Sieni ricostruiamo lo spirito alla base di queste esperienze, già proposte in molte altre città (Firenze, Parma, Marsiglia, Milano) a partire appunto dal ruolo ispiratore giocato dall'Atlante di Aby Warburg. Come raccogli l'eredità dello studioso tedesco nella tua Accademia e in questo Atlante del gesto genovese? Che relazione c'è tra la sua collezione di immagini e il tuo lavoro che sta in una dimensione tutta effimera, quella del movimento? «Le tavole di Warburg mi interessano e il suo approccio mi affascina. È vero il gesto è effimero però abbiamo forme inscritte nel nostro scheletro, un'unica organica raccolta che attraversa le epoche e comprende tutte le immagini e le pitture. Ecco nel gesto, noi lo incorporiamo, il problema è farle apparire».

A Genova il tuo impegno si è articolato anche attraverso DANCE un progetto di ricerca scientifica presso il centro di Casa Paganini InfoMus per lo studio e la sonificazione del corpo in movimento. Da danzatore come vivi questo esperimento sul tuo corpo? Come altera la tua percezione e la tua espressività: ti senti guidato, forzato al movimento? Lo aspetti? Lo determini? «L'esperienza che ho vissuto è quella di una orizzontalità. Sono rimasto in ascolto riconoscendo nei suoni le varie qualità che avevamo messo a punto a priori, tra cui la leggerezza, la fragilità, la trasmissione. Non c'è una reazione ma un'analogia tra movimento e suono. Emerge poi un elemento poetico. Sapevo che il gesto avrebbe fatto sopraggiungere l'inatteso, paragonabile al clinamen (casuale spostamento degli atomi dalla loro verticale linea di caduta, ndr). L'origine delle cose avviene in un luogo altro, non detto. Mi sentivo, non sdoppiato, ma estremamente sensibilizzato, secondo vari ascolti: sul mio corpo, sul suono che sarebbe sopraggiunto. È molto diverso dalla consuetudine della musica come sottofondo o prodotta live da un musicista. Qui si tratta di risonanza».

Le coreografie in cui culmina l'Atlante del gesto genovese, Esodi, Pietà e Sospensione, sono episodi della Bibbia, è una scelta legata alla dimensione epica del testo, al suo essere prima tra le narrazioni occidentali e quindi ur-testo? «L'Antico Testamento è una forma resa stabile grazie alla trasmissione orale, quindi è una sorta di archeologia in cui è racchiuso un senso legato alla nascita e alla costruzione dell'uomo. Riunisce il verosimile e l'inverosimile. Poi c'è il tema del viaggio altro topos dell'iconografia antica e contemporanea. Tornando al gesto, pensiamo al viaggio come al movimento di flessione delle ginocchia, lo stendersi in terra, l'aprire le braccia, tutti gesti primari che si possono fare meccanicamente ma ogni gesto ci libera gli organi interni e ci rende anche indifesi. Oggi è ancora possibile farlo? A volte sono proprio i gesti primari ad essere drammatici. Pensa all'esodo, certo che richiama alla contemporaneità, ma io penso all'idea di intraprendere un cammino comune: dentro il gruppo ci sono i sostegni per andare insieme, dentro il cammino nasce la solidarietà».

E proprio una camminata sarà la prossima coreogr-azione collettiva guidata da Sieni a Milano per la Fondazione Feltrinelli come evento celebrativo dedicato al diritto al lavoro. Cammino Popolare, in collaborazione con la Triennale Teatro dell’Arte, propone alla cittadinanza di vivere il primo maggio 2017 come atto civile, un momento di festa popolare in cui ritrovarsi insieme. Come al solito la partecipazione è aperta a tutti/e: donne e uomini di tutte le età senza alcuna richiesta di competenza tecnica: famiglie, madri, padri, figli, studenti, insegnanti, professionisti, danzatori. Un percorso nello spazio pubblico che "esplora la bellezza dei dettagli: i gesti quotidiani diventano azioni coreografiche in grado di formulare una riflessione su corpo e lavoro".

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