
Genova - La musica gli piace tutta: adora il rock, ma non disdegna il punk, il reggae e il jazz. Gli interessano la musica popolare e quella araba. Tra gli italiani non ha alcun dubbio: il suo preferito è Vasco Rossi. Vincenzo Spera organizza e produce eventi e spettacoli dal 1971. Ha cominciato a lavorare a Salerno, la sua città. Poi è arrivato a Genova, dove ha messo in piedi il primo concerto. Era il 1974.
In quegli anni, in piazza, non si organizzavano solo concerti: «Ho vissuto molto da vicino il movimento femminista, che ha portato in piazza il punto di vista di tutti», racconta Spera, e continua: «Seguivo il dibattito e venivo accettato, nonostante fossi un uomo. Gli obiettivi raggiunti dalle femministe si sono un po’ persi per strada, pur restando nelle nostre coscienze. Certo, all’epoca non mancavano gli estremismi. Oggi quei luoghi di dibattito si sono trasferiti dalle piazze al web».
Ma torniamo a Genova, città che Vincenzo Spera ha scelto «perché non potrei mai rinunciare al mare e perché qui si sta bene», commenta. Da poco è stato nominato presidente di Assomusica, l’associazione dei produttori e organizzatori italiani di spettacoli musicali dal vivo, fondata nel 1996 a Firenze: «Sono alla guida dell’associazione nel momento più difficile della sua storia. Questa è una sfida che mi sono costruito negli anni», racconta, «le aziende che rappresentiamo sono in crisi e vengono attaccate dalle istituzioni, anche se non lo meritano, dato che il loro lavoro è svolto alla luce del sole. Provate a immaginare l’allestimento di uno spettacolo live: dura al massimo due giorni. Poi c’è lo spettacolo, che si esaurisce in tre ore. Il nostro lavoro ha a che fare con l’arte, ma anche con l’edilizia: per forza di cose, i nostri cantieri si aprono e si chiudono nei tempi previsti. Chi altro ci riesce? Come presidente di Assomusica mi occuperò, tra le altre cose, del problema della sicurezza sul lavoro, ma anche di fare nuovi accordi con gli enti locali».
Negli anni Vincenzo Spera ha portato a Genova molti grandi nomi della musica italiana e internazionale - Ray Charles, Frank Sinatra, Eric Clapton, Ella Fitzgerald, Roberto Murolo, Joan Baez, Miles Davis, Elton John, per citarne solo alcuni. «Il mio rapporto con gli artisti è spesso intenso, anche se vissuto nella distanza. Con molti, però, l’amicizia è rimasta». Come è successo con Guccini, Morandi e Ligabue: «Li ho rivisti poco tempo fa a Bologna, in occasione del Concerto per l’Emilia. È stato come se il tempo non fosse passato».
Tanti i concerti organizzati con l’azienda Duemilagrandieventi e tante le battaglie. Come quella che anche mentelocale.it porta avanti da anni: a Genova mancano gli spazi dedicati alla musica dal vivo. «Ci soffro da anni; fino ad oggi non sono riuscito a fare nulla perché chi ha qualcosa da dire abbia la possibilità di farlo. Sono nato in realtà in cui si sperimentava in piazza, mentre oggi non ci sono le condizioni per esprimere al meglio il proprio talento. Sogno la libera espressione artistica. E ho anche un progetto: creare nuovi spazi in città, dedicati alla musica, ma non solo». Genova come Roma, Londra, New York? «Preferisco restare con i piedi per terra: spesso non ci si valorizza per quello che si è, ma si pensa a ciò che si vorrebbe essere. Genova ha un’identità diversa rispetto alle capitali della musica. Quello che dobbiamo fare è proporre la nostra città al meglio».