Gli incroci di Morganti sul Woyzeck - Genova

Gli incroci di Morganti sul Woyzeck

Teatro Genova Teatro della Tosse Sabato 12 gennaio 2008

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Allargare il campo e incrociare cammini diversi è questo l’obiettivo dichiarato di una stagione, produttivamente parlando, del tutto sui generis per il Teatro della Tosse, impegnato con tutte le forze in un progetto tanto ambizioso quanto rischioso, semplicemente intitolato: Facciamo insieme teatro. Il primo appuntamento di questa iniziativa è Woyzeck – studio, di e con Claudio Morganti, al debutto martedì 15 gennaio 2008 (in scena solo fino a sabato 19), con un cast che include sei nuovissimi giovani attori/trici (Silvia Bottini, Massimiliano Ferrari, Luca Ferri, Lupo Misrachi, Sara Nomellini, Mario Pietramala) su cui è incentrato lo spettacolo e il progetto. Organizzato su tre anni, Facciamo insieme teatro è teso alla formazione di una nuova compagnia stabile, con l’inserimento, accanto agli attori storici della Tosse, di sei ragazzi/e - selezionati lo scorso settembre, attraverso un bando nazionale, fra oltre 250 candidati - chiamati a seguire un percorso di crescita professionale che s’ispira all’apprendistato delle vecchie botteghe artigianali: un “imparare a recitare “per contatto”, imitazione e osmosi con un attore più esperto”. Tre laboratori (uno per ogni anno) con Thomas Richards, erede di una delle tradizioni di ricerca sull’arte dell’attore più serie e rigorose del ‘900, quella di Jerzy Grotowsky; e lavorando guidati da tre attori/capocomici (sempre uno per ogni anno) che li dirigeranno in uno spettacolo - come nel caso di questo Woyzeck con Claudio Morganti in cui sono protagonisti anche Rita Frongia (anche impegnata nella rielaborazione drammaturgica del testo), Luca D’Addino, Deborah Zoratti e, uno storico attore di Morganti, Gianluca Balducci, in una produzione in collaborazione con D.A.M.S., Università di Genova.

Oltre alla crescita e ricreazione - con forze nuove - di un gruppo di interpreti interno, l’incrocio di cammini si sta svolgendo alla Tosse anche nel confronto e nella sperimentazione di altri percorsi con gli studenti dell’Accademia Ligustica di Genova, per esempio, chiamati a lavorare in teatro e a toccare con mano gli strumenti per entrare dentro i meccanismi e i vari aspetti della messa in scena e realizzare scene e costumi; e coinvolgendo nel lavoro di creazione dello spettacolo sul testo incompiuto di Georg Büchner, Woyzeck, due studenti universitari (grazie alla collaborazione con il professor Eugenio Buonaccorsi dell’Università di Genova) che hanno redatto un diario di lavoro (foto, video e testi) fino ad essere stati inclusi da Morganti nella produzione stessa. Il resoconto sarà lo spunto per una giornata di confronto e dibattito Ri-velare il teatro, fissata per il 18 gennaio (@ sala Dino Campana del Teatro della Tosse, dalle 15.30) e che vedrà Attilio Scarpellini introdurre il pubblico all’esperienza di Claudio Morganti, come primo Capocomico di Facciamo insieme teatro, quindi gli interventi di Eugenio Buonaccorsi, Massimiliano Civica, Claudio Morganti, Mariapaola Pierini. Il convegno è l’occasione per «raccontare quello che è successo nel nostro workshop - spiega Massimiliano Civica. Quello che abbiamo compiuto è l’atto da cui deve partire la discussione: noi abbiamo fatto così ora parliamone e confrontiamoci. Perché, alla Tosse, è nostra intenzione restituire alla città un servizio per la città. Questa impresa ci costa molto - essendo noi un teatro privato - e devo ringraziare Emanuele Conte che sta rendendo il tutto possibile. Quello che vogliamo è recuperare alla Tosse la sua funzione di teatro popolare d'arte».

Partito dall'idea di far ragionare gli interpreti su un linguaggio concreto come quello del solfeggio ritmico, Morganti ha puntato l'attenzione di tutti sul valore dell'autodisciplina. «Si tende troppo spesso - chiarisce Morganti - a confondere la disciplina con la tortura, ma la disciplina è prima di tutto qualcosa che ognuno dovrebbe dare a se stesso, qualcosa di necessario. E proprio intorno a questo concetto si è raggomitolato tutto il lavoro sul Woyzeck: disciplina del tempo, del ritmo. Non è una questione di forma né stilistica».
Rispetto al testo che tipo di lavoro drammaturgico è stato compiuto? «Abbiamo preso in considerazione solo le scene a due, una sorta di girotondo di Schnitzler, mentre abbiamo escluso le scene di gruppo. Tutto il gruppo suona e tutti recitano a due a due. Fondamentalmente abbiamo operato una riscrittura e ragionato sull'idea della forma tragica ma anche sulla vicinanza di questo testo con il cinema (inteso come montaggio), con lo scopo di analizzare il testo. Da qui è nata l'esigenza di inserire scene nuove, per esempio per far incontrare Karl, lo sciocco del villaggio, con personaggi che altrimenti non incontrerebbe mai; oppure creato scene di raccordo anche per sopperire all'incompiutezza dell'opera. Resta uno spettacolo frammentato, risolto su diversi quadri con dieci sipari sonori».

La trama
Woyzeck, di Georg Büchner, racconta del barbiere/soldato semplice Franz Woyzeck che, per qualche soldo, fa da tuttofare al Capitano e da corpo/cavia da esperimenti per il Dottore. Legato a Marie, con la quale ha un bimbo non battezzato, Woyzeck si abbassa ai lavori più umili per mantenerli. Ma Marie lo tradisce con un Tamburmaggiore e Woyzeck la uccide.

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