Asti, Castagnole Monferrato e le Terre del Ruchè

Cristina Torriano

Asti, 08/11/2022.

La cittadina di Asti (circa 73mila abitanti), nonché capoluogo dell’omonima provincia piemontese, è nota in Italia e nel mondo per lo spumante e per il suo Palio storico risalente al 1200 circa e quindi molto più antico del seicentesco palio di Siena. Asti è anche una delle città del tartufo (si è appena svolta la Fiera Nazionale in piazza Alfieri) e tra poco sarà il momento del Bagna Cauda Day, a cui aderiscono più di 150 locali.

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Ad Asti si tiene anche la Douja d’Or (la douja è il tipico boccale panciuto piemontese), un concorso enologico nazionale tappa imperdibile per gli amanti del vino. L’Astigiano è infatti terra di vigneti e produce Moscato dolce, Asti Spumante, Malvasia, Brachetto, nonché Barbera, Dolcetto, Grignolino,  Freisa e Ruchè.  Dal 1999 è nata qui la prima strada del vino piemontese con diversi percorsi tra la provincia di Asti e il Monferrato.

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Ma torniamo al Ruchè, ne avete mai sentito parlare? Si tratta di un vitigno autoctono, la cui rinascita si deve, negli anni Settanta, a Don Giacomo Cauda, a cui viene attribuita la riscoperta del vitigno che rischiava di scomparire. Arrivato a Castagnole Monferrato, rimane colpito dalle caratteristiche del vitigno, se ne appassionò e decise di  riportarlo in produzione, iniziando ad  impiantare nuovamente questa varietà e ad incoraggiare i viticoltori del luogo a fare altrettanto.

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Nel 1987 arrivò la DOC, nel 2010 la DOCG e oggi il Ruchè è conosciuto e apprezzato sulle tavole nazionali ed internazionali per le sue caratteristiche uniche ed affascinanti che hanno origine da quello straordinario terroir che è il Monferrato. Il 60% del Ruchè è prodotto nelle vigne e nelle cantine della tenuta Montalbera, di proprietà della Famiglia Morando da 3 generazioni. L’azienda ha recentemente ottenuto i Tre Bicchieri del Gambero Rosso proprio per il loro Ruchè.

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Passeggiare tra i vigneti incastonati tra le dolci colline astigiane e prendersi un pò di tempo per degustare i prodotti locali, è un’esperienza rilassante, indubbiamente da provare. E non dimenticate di assaporare le prelibatezze della cucina astigiana.

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Di Cristina Torriano

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