L'Arte povera, da Torino all'Ermitage di San Pietroburgo

Michelangelo Pistoletto

Torino, 16/05/2018.

La mostra Arte povera: una rivoluzione creativa porta per la prima volta nel Palazzo d’Inverno e nel cortile principale dell’Ermitage, a San Pietroburgo, un importante nucleo di opere simbolo del movimento artistico nato in Piemonte nella seconda metà degli anni ’60 e riconosciuto a livello internazionale tra le più rilevanti correnti creative del XX secolo.

Il percorso espositivo, visitabile da giovedì 17 maggio a giovedì 16 agosto, è costituito da cinquantasette opere e installazioni che celebrano il movimento artistico che tanto influenza gli artisti di oggi.

Il termine Arte povera, coniato nell’estate del 1967 dal critico e curatore Germano Celant, si ispira al concetto di teatro povero del regista teatrale polacco Jerzy Grotowsky. Nella seconda metà degli anni Sessanta, nel pieno del miracolo italiano e dello sviluppo della società dei consumi, emerge una generazione di artisti italiani che contestano la pittura e la scultura tradizionali abbracciando materiali e tecniche semplici capaci di incanalare energie primarie nelle loro opere e di celebrare l’esperienza materiale e fisica del mondo.

Così facendo, questi artisti superano la dialettica natura/cultura e creano le prime installazioni d’arte contemporanea, un’assoluta novità per l’epoca. Il movimento riunisce alcuni artisti provenienti da Torino, Genova, Bologna, Roma e Milano che impiegano tecniche semplici come coprire un pavimento appena lucidato con dei giornali (Fabro), fare ricamare una stoffa (Boetti), fare un calco in gesso (Paolini), lavorare a maglia (Marisa Merz), o si servono di materiali inusuali e umili come carbone (Kounellis), fascine di legno e vetro (Mario Merz), e processi semplici come il formarsi del ghiaccio (Calzolari), il rispecchiarsi (Pistoletto), la torsione (Anselmo) o l’azione di reazioni chimiche (Zorio).

Nel cinquantenario dei movimenti contestatari del Sessantotto, quest’arte rivoluzionaria, ma non ideologica, celebra la vitalità del mondo e le sue trasformazioni al Museo Ermitage che fu teatro, nell’ottobre 1917, dell’assalto al Palazzo d’Inverno, momento iniziale della Rivoluzione russa.

La mostra ospita un consistente corpus di opere di Arte povera appartenenti alle collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della GAM. Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Sono esposte anche opere provenienti da importanti collezioni tra le quali quelle in comodato al Museo della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e della Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte. La mostra è realizzata altresì in stretta collaborazione con gli artisti e i loro archivi.

Il Palazzo d’Inverno - parte del complesso di costruzioni che compongono il Museo dell’Ermitage - è uno dei maestosi edifici della reggia imperiale che per due secoli fu residenza ufficiale degli Zar Romanov, la cui struttura monumentale doveva rappresentare la magnificenza e il potere dell’Impero russo. Fatto erigere nel Settecento per la Zarina Elisabetta di Russia, il Palazzo d’Inverno fu completato solo dopo la sua morte, quando Caterina la Grande salì al trono. La Zarina Caterina, grande collezionista, fece costruire un piccolo rifugio - cui dette il nome di Petit Ermitage (dal francese antico hermit) - in cui amava appartarsi circondata dalle opere d’arte acquistate in Europa. L’imponente crescita della collezione richiese la costruzione di altri edifici che potessero ospitarla, e da quel momento sotto il nome Ermitage fu compreso l’intero complesso, che oggi ospita il museo più importante al mondo per il numero di opere presenti in collezione.

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