Orienti: in mostra a Torino settemila anni di arte asiatica dal Museo delle Civiltà di Roma

Torino, 18/04/2018.

Inaugura il 19 aprile, e sarà visitabile fino al prossimo 26 agosto al MAO, Museo d’Arte Orientale di Torino, la mostra Orienti, 7000 anni di arte asiatica dal Museo delle Civiltà di Roma. L’esposizione celebra la collaborazione avviata negli anni tra le due più importanti realtà museali italiane che hanno come oggetto d’interesse l’Asia, il MuCiv, Museo delle Civiltà e Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma e il MAO di Torino, che trova con questa presentazione di opere selezionate a Torino un punto di incontro.

La mostra presenterà al pubblico circa 180 opere della ricchissima collezione romana, opere tra le più significative dell’ex Museo Nazionale d’Arte Orientale che, dopo questa esposizione temporanea, approderanno alla nuova sede dell’EUR. La grande esposizione, come uno scrigno che si apre ai visitatori, metterà in luce l’arte di epoche e regioni poco rappresentate nel museo torinese, eccellenze della produzione artistica asiatica lungo sette millenni di storia, a partire dalla fine del VI millennio a.C.

«In questi anni il MAO, sia per la qualità delle esposizioni permanenti sia per l’intensa attività di mostre temporanee ed eventi, si è affermato come uno dei punti di riferimento in Italia per l’arte orientale – dichiara Marco Biscione, direttore del MAO - Per continuare a crescere da un punto di vista sia qualitativo sia quantitativo, per avvicinare e coinvolgere sempre di più il pubblico nei temi delle culture asiatiche, non più esotiche ma sempre più presenti nella vita e nell’esperienza quotidiana, è necessario sviluppare progetti comuni con gli altri musei italiani. Solo con una collaborazione efficace tra le istituzioni culturali l’enorme patrimonio culturale orientale raccolto nel corso dei secoli da viaggiatori, esploratori, studiosi di altissimo livello e presente nei musei italiani potrà essere portato alla fruizione di un pubblico sempre più ampio. Questa mostra è quindi il primo passo di una collaborazione che speriamo possa svilupparsi con il nuovo grande MuCiv di Roma».

«Questa mostra rappresenta un viaggio eccezionale, che ripercorre una storia fatta di grandi culture, costruita nel corso dei secoli, nell’immenso continente euroasiatico – sottolinea Maurizio Cibrario, presidente della Fondazione Torino Musei - Mediante scambi commerciali e reti di conoscenze, campagne di conquista e acquisizioni di saperi, gli oggetti in mostra sono giunti a noi con tutto il loro fascino e fragilità, testimoni di queste antiche civiltà. La mostra rappresenta inoltre un’occasione per costruire un dialogo tra le collezioni del MAO e quelle del Museo delle Civiltà di Roma, offrendo al pubblico l’opportunità di rivisitare una parte importante della storia del collezionismo museale orientale».

Il progetto si svilupperà attraverso due filoni narrativi che nell’allestimento correranno paralleli. Il primo filone riguarda la storia del Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma e delle collezioni che nel corso della lunga storia del museo sono entrate a farne parte. In ogni sezione il pubblico ripercorrendo la storia delle collezioni entrerà a far parte del museo attraverso campagne di scavo italiane in Asia, accordi internazionali o donazioni di importanti collezioni private.

Il secondo filone riguarda le diverse aree culturali e tradizioni artistiche presentate in mostra, quali il Vicino e Medio Oriente antico, l’arte sudarabica, l’arte regale degli Achemenidi, dei Parti e dei Sasanidi, l’arte islamica ghaznavide e quella dell’area persiana, per finire con l’Asia meridionale e l’Asia orientale. Il visitatore potrà apprezzare esempi straordinari che illustrano la Protostoria, l’Età del Ferro, l’arte sudarabica, delle culture imperiali iraniche, l’arte buddhista del Gandhāra, la tradizione religiosa dell’Induismo e del Jainismo. Miniature indiane e bronzi tibetani, statuine cinesi e dipinti giapponesi si susseguiranno nelle sale.

Tra le opere esposte una Testa funebre in alabastro del I secolo a.C. -  I secolo d.C. proveniente dallo Yemen e un raffinato piccolo Calice con serbatoio conico scanalato con terminazione a testa taurina in argento sbalzato proveniente da Qasr-e Shirin, Iran occidentale, del periodo achemenide, IV secolo a.C. 

E sempre iraniani, ma del periodo sasanide, VI-VII sec. d.C., sono gli Elementi di cintura: puntale, fibbia con ardiglione e placca, placche e pendenti in oro, manufatto realizzato unendo diverse tecniche come fusione, granulazione, battitura e incisione. Dall’India, dal Rajasthan del XVIII secolo, arriva invece l’acquerello opaco su carta raffigurante un Diagramma cosmologico di ambito jainista. La dottrina jaina non prevede un dio creatore e ordinatore, considera l’universo non una forma illusoria ma una realtà regolata da proprie leggi, che esiste da sempre e sempre esisterà. La complessa cosmologia che ne deriva, caratterizzata dall’utilizzo dell’astronomia e della matematica e basata sulla teoria del karman, porta alla realizzazione di immagini per la meditazione sul rapporto tra il microcosmo e il macrocosmo e a manoscritti geografico-cosmologici sul mondo degli uomini denominati Kṣetrasamāsa.

Dalla Cina settentrionale del II millennio a.C. (cultura Qijia o dinastia Shang) arriva poi un Elemento decorativo o amuleto in giada. La giada, già importante per queste culture, nelle dinastie successive fu assunta tra i più alti simboli di nobiltà e di ricchezza dell’aristocrazia e la Scuola daoista ne esaltò le proprietà taumaturgiche.

Un viaggio lunga storia, in mondi poco noti al visitatore occidentale. La mostra sarà aperta fino al 26 luglio 2018 dalle 10 alle 18 dal martedì al venerdì, dalle 11 alle 19 il sabato e la domenica, lunedì giorno di riposo. La biglietteria chiude un'ora prima.

Info t. 011.4436927/8 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it.

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