Il Museo Egizio di Torino in quattro continenti tra Europa, America, Asia e Africa

Torino, 10/04/2018.

È una delle istituzioni culturali più importanti della città e di tutto il Paese, e da oggi il Museo Egizio di Torino è presente, con tre mostre e uno scavo archeologico, in ben quattro continenti in tutto il mondo, dall’Europa, dove ha sede, all’America, all’Asia e all’Africa.

«La proficua collaborazione con musei e istituzioni culturali di tutto il mondo conferma la vocazione internazionale dell’Egizio – è la dichiarazione di Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio - Il confronto e l’approfondimento scientifico sono alla base dell’attività del Museo che ha posto la ricerca al centro della sua rinascita, per offrire sempre nuovi contenuti sulla collezione. Ancora una volta portiamo Torino nel mondo, non solo con mostre di grandissimo richiamo, ma anche con cicli di conferenze che diventano un’ottima occasione di promozione turistica per la città. Il tour in Cina sta favorendo contatti sempre più proficui con il grande Paese asiatico; ci auguriamo che con il Canada e successivamente con gli Stati Uniti, dove sono in via di definizione accordi con Washington e con Kansas City, possano svilupparsi analoghe opportunità, per la creazione di percorsi formativi, scientifici, e perché no, anche turistici».

Il record – che certifica l’obiettivo di internazionalizzazione, tra le priorità dell’ente - si registra dal 10 aprile, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra Regine d’Egitto a Pointe-à-Callière, Cité d'archéologie et d'histoire di Montréal, in Canada, dove il Museo Egizio è rappresentato dall’egittologa e curatrice Alessia Fassone, dal responsabile delle collezioni Marco Rossani e dalla restauratrice Sara Icardi.

Intanto a dicembre 2017 il Museo Egizio è approdato in Oriente con un tour di mostre in Cina, oggi giunto alla seconda tappa con la l’esposizione Egypt. House of Eternity allo Shanxi Museum di Taiyuan, che taglierà il nastro il 13 aprile alla presenza di Samanta Isaia, direttore esecutivo del Museo Egizio, Paolo Marini, egittologo coordinatore delle mostre itineranti e Giulia Gregori restauratrice che ha accompagnato la trasferta e l’allestimento dei reperti. La prima tappa ospitata all' Henan Provincial Museum di Zhengzhou, si è chiusa con oltre un milione di visitatori, numeri che confermano l’interesse per l’antico Egitto, una civiltà quasi del tutto sconosciuta al pubblico cinese.

A Torino intanto è in corso la mostra Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo (fino al 9 settembre 2018), realizzata in sinergia con i Musei Reali, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino e incentrata sulla conservazione del patrimonio artistico e sul ruolo dei musei. Aperta lo scorso 8 marzo, durante il primo mese di apertura la mostra ha già accolto più di ventimila visitatori: un percorso diffuso su più sedi per promuovere la riflessione su un tema di stringente attualità, quale la distruzione sistematica e consapevole del patrimonio culturale.

Infine, a Saqqara, uno dei siti archeologici più importanti dell’Egitto, il Museo Egizio  ha ripreso le attività di scavo della missione italo-olandese a cui partecipa con il Museo di Antichità e l’Università di Leiden. Il Direttore Christian Greco, Paolo Del Vesco, Alice Salvador e Nicola Dell’Aquila  sono parte del team di ricerca internazionale impegnato nella necropoli del Nuovo Regno, a nord della tomba di  Maya e Merit, dove, nel 2017, sono state ritrovate due piccole cappelle di Età Ramesside.

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