Francis Bacon in mostra a Torino con Mutazioni

Torino, 01/03/2018.

«Penso che l’arte sia un’ossessione per la vita e, dato che siamo esseri umani, la nostra più grande ossessione è quella per noi stessi». È una frase del pittore irlandese Francis Bacon, scomparso nel 1992 e discendente, alla lontana, del filosofo Francesco Bacone. In questa affermazione si riassume il carattere di un artista ispirato da Picasso che nella propria arte ha messo tutti i propri dolori, le angosce e le inquietudini di una vita difficile, dovuta soprattutto alla sua omosessualità che, nell’epoca in cui ha vissuto (nacque nel 1909) era considerata un reato nel suo Paese.

Francis Bacon torna a Torino dopo ben 56 anni. Risale al 1962, infatti, l’ultima mostra personale dedicata alla sua opera – all’epoca fu ospitata dalla Gam – che adesso torna a Palazzo Cavour dal 2 marzo al 20 maggio. Questa volta, però, si tratta di disegni. Sono 60 le opere esposte, tratte dalla sterminata collezione di Cristiano Lovatelli Ravarino, suo intimo amico, che vanta un patrimonio di circa 800 disegni, diversi dei quali sono tuttora in mostra in altre città del mondo.

Mutazioni, a Palazzo Cavour, per la curatela di Gino Fienga, è organizzata da Next Exhibition in collaborazione con Con-Fine Arte e la Francis Bacon Collection di Bologna. «Questa selezione – ha commentato il curatore – è stata pensata appositamente per la mostra di Torino, ma a questo punto è possibile che, finita questa esposizione, sia riproposta anche in altre città». Si tratta di disegni, realizzati tra il 1977 e il 1992, che con una serie di contenuti multimediali realizzati per Palazzo Cavour accompagnano il visitatore nel “dietro le quinte” dell’opera di Bacon.

Opere a matita su carta, tra cui spiccano i diversi ritratti, come quelli di Picasso e Van Gogh, molti autoritratti e uno studio per il ritratto di Giovanni Agnelli. Ma si scorgono, nel percorso espositivo, diverse figure in svariate pose. Ci sono opere colorate a pastello e collage, colori che raccontano il processo creativo di un artista che ne svelano, a ben vedere, anche alcuni segreti, alcune ossessioni, alcuni temi ricorrenti. Lo si può apprezzare, soprattutto, nella sezione intitolata Figure, ma anche nella stanza che raccoglie i diversi ritratti dei Papi.

Di Paolo Morelli

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