Seeyousound 2018: il festival di cinema musicale torna a Torino

Tony Palmer

Torino, 22/01/2018.

Quattro edizioni. Il festival Seeyousound cresce e si prepara a portare 62 film al Cinema Massimo per un’esplosione di musica sul grande schermo, dal 26 gennaio al 4 febbraio. Una manifestazione che in pochi anni si è affermata nel panorama nazionale ed europeo, con proposte di livello e una nutrita serie di anteprime (quest’anno sono 27 quelle italiane, 1 europea e 1 internazionale).

Si comincia venerdì 26 gennaio alle 21 con la proiezione di un vecchio classico del cinema, Ingeborg Holm, film muto di Victor Sjöström del 1913, sonorizzato dal vivo da Corrado Nuccini, Iosonouncane ed Enrico Gabrielli. La serata è organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema.

L’idea generale è quella di raccontare la musica e lo stretto rapporto che ha con il cinema. «Il festival – ha spiegato il direttore, Maurizio Pisani – è un progetto complesso e ambizioso. Questa edizione è stata concepita quando la terza non era ancora andata in soffitta. La programmazione è essenziale quando non si hanno budget stellari».

«Nel corso degli anni – ha commentato Fabrizio Dividi, presidente dell’associazione Choobamba, che organizza il festival – il festival ha dato vita ad una squadra di professionisti ed è riuscito a creare una serie di relazioni sul territorio». E, in effetti, Seeyousound vanta un folto numero di partner e sponsor, dalla Compagnia dei Caraibi, con il brand Diplomatico, al Circolo dei Lettori, che sarà sede “ufficiale” del festival, Casa Seeyousound, e ospiterà panel e incontri.

Ospite d’onore sarà Tony Palmer, regista considerato tra i più importanti nel settore cinematografico a tematica musicale, che oltre a presentare tre suoi film, in una “maratona” ad hoc dedicata a lui (in programma Testimony, All My Loving e Bird On A Wire), siederà anche nella giuria di Long Play Doc, il concorso documentari, insieme a Irene Dionisio, regista e direttrice di Lovers Film Festival, e Chiara Eleonora Coppola, di Apulia Film Commission. Nella sezione spiccano titoli come You Are Teddybears, di John Boisen e Björn Fävremark, in anteprima internazionale, che ripercorre la carriera della band svedese che dietro le maschere da orso spazia tra synth-rock, punk, reggae e jazz, ma anche il doc dedicato a Conny Plank girato dal figlio Stephan.

Perché l’altra novità di quest’anno è che il concorso lungometraggio si fa in due: da una parte i doc, curati da Paolo Campana, dall’altra i lunghi di finzione, per Long Play Feature, curata da Fabrizio Dividi. Quest’anno, il premio di questa sezione sarà dedicato a Francesca Evangelisti. Storica collaboratrice di Seeyousound, nonché di Consolata Pralormo (che organizza Messer Tulipano), Francesca è prematuramente scomparsa lo scorso novembre. A lei è dedicato il premio e questa edizione del festival.

In programma, fra gli altri, The Song of Scorpions, storia d’amore complessa in cui spicca il potere redentore del canto, diretta da Anup Singh, che sarà ospite del festival. Qui, il migliore sarà scelto da Kerem Ayan, direttore dell’Istanbul Film Festival, Pivio, musicista e autore, e Donata Pesenti Campagnoni, direttore pro tempore del Museo Nazionale del Cinema.

Completano i concorsi la selezione di cortometraggi, 7Inch, curata da Francesco Giugiaro, e l’immancabile Soundies, concorso che selezionerà il miglior videoclip tra una ventina di partecipanti, tra cui spiccano John Legend e Wyclef Jean (la sezione è curata da Federica Ceppa).

Non mancano, poi, gli approfondimenti fuori concorso, con Into The Groove, curato da Carlo Griseri, che da quest’anno ricopre anche il ruolo di coordinatore cinematografico del festival, e Rising Sound, curata da Juanita Apraez Murillo, vicedirettrice di Seeyousound. La rassegna, quest’anno, dedica cinque film al mondo della radio e riporta, infatti, il sottotitolo Radioactivity. L’idea, come ha spiegato la curatrice, è quella di raccontare il mondo della radio a 360°, ma vissuto un po’ da dietro le quinte. Si va dalla piccola comunità stretta intorno alla radio locale di Dare To Be Different, dove tra gli appassionati spicca Matt Groening, alla forza sprigionata dalla radio durante una guerra, come in Radio Kobani.

Di Paolo Morelli

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