Napoleone, a Torino la mostra J'arrive

Torino, 30/10/2017.

Torino ospita Napoleone ancora una volta, anche se in questo caso, dal 28 ottobre al 28 gennaio, si tratta di una motivazione molto meno bellicosa. Ha aperto, a Palazzo Cavour, la mostra J’arrive, dedicata al condottiero francese, con il sottotitolo I cinque volti del trionfo. E il percorso espositivo, infatti, è articolato secondo le cinque più importanti tappe della vita, militare, politica e personale, di Napoleone. Dall’ascesa fino all’affermazione politica su scala europea, per concludere tutto con l’esilio.

L’esposizione, che è itinerante, ha già visitato importanti città, da San Paolo del Brasile a Melbourne, raccogliendo la straordinaria cifra di 700.000 visitatori. Ora l’allestimento, grazie ai pezzi – quasi tutti originali – prestati dalla Fondation Napoléon di Parigi, arriva in Italia con la curatela dello storico francese Pierre Branda e la supervisione di Gianni Oliva, storico italiano ed ex assessore regionale alla Cultura.

Fucili, tra cui quello donato da Napoleone al capitano Besson nel 1815, ma anche uniformi, tele che raccontano battaglie importanti come quella di Marengo, rappresentata da Boze, Lefèvre e Vernet. Ma lungo il percorso che si snoda tra i decenni dell’epoca napoleonica, aiutato anche da installazioni multimediali, si incontrano anche alcuni pezzi che rappresentano non solo quel periodo – come il leggendario “chapeau” che Napoleone amava indossare nelle occasioni importanti – ma anche l’eredità che quell’epoca ha lasciato alla cultura europea.

Una copia originale del Codice Civile francese, datata 1804, sottolinea l’importanza del Napoleone innovatore anche in campo giuridico, e una riproduzione della Stele di Rosetta (l’originale è al British Museum di Londra) ricorda come questo straordinario reperto, che ha dato un impulso fondamentale allo sviluppo dell’egittologia, sia stato ritrovato durante la “campagna d’Egitto” del 1799, promossa proprio da Napoleone. Il reperto, poi, fu conteso per qualche anno da Francia e Gran Bretagna, una disputa nella quale prevalse quest’ultima.

«Perché parlare ancora di Napoleone? La vera domanda di oggi è la questione dell’uguaglianza – ha commentato Charles Bonaparte, discendente di Napoleone e ideatore dell’omonima fondazione francese –. Ma lui ha portato nella sua epoca il concetto di modernità, rispondendo a idee nuove con concetti nuovi. La questione è ancora al centro del dibattito politico europeo, che tocca temi importantissimi, dall’ambiente alla riunificazione del mondo».

Un discorso più ampio, che la fondazione affronta ogni giorno anche grazie a numerose iniziative in campo culturale, come questa mostra, e in campo politico. La fondazione, infatti, ha costruito una “federazione” di comuni europei allo scopo di stimolare un dibattito sui contenuti politici del periodo napoleonico. «Ho chiesto all’assessore Sacco (presente alla conferenza stampa, ndr) – ha aggiunto Bonaparte –, in rappresentanza del sindaco di Torino, di unirsi alla nostra federazione, come hanno fatto, fra gli altri, Loano (che dà il patrocinio alla mostra insieme a Torino, ndr), Cairo Montenotte, Mantova e Alessandria».

Di Paolo Morelli

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