Exodos, a Torino una mostra sui migranti

Torino, 24/01/2017.

Si parte dalla Siria. Il motivo è semplice: ci stanno cadendo le bombe addosso. Scappiamo verso la Turchia, poi lungo il Mediterraneo a bordo di un mezzo appena galleggiante, poi la Grecia, i Balcani, fino all’Italia, a Ventimiglia. Non ci fanno passare, ci bloccano anche a Calais, ma qualcuno passa, molti non ce la fanno. Si arriva al centro di accoglienza, dove ci identificano, forse ci danno l’asilo politico, forse ci rimandano sotto le bombe.

Il percorso della mostra Exodos, inaugurata ieri, lunedì 23 gennaio, nella sala Mostre del palazzo della Regione Piemonte, è organizzato in questo modo. Gli scatti dei più importanti fotoreporter di guerra torinesi, le immagini di due videomaker, torinesi anche loro, compongono un grande itinerario che si snoda dal Medio Oriente al Canale della Manica, attraversando un’Europa fatta di muri e filo spinato, di poliziotti e centri di accoglienza, di strade e liste di attesa. Non c’è solo questo, però.

«Queste sono immagini che evocano uno dei fenomeni destinati a cambiare per sempre le nostre vite – ha commentato Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte –. La mostra fa emergere gli aspetti umani delle migrazioni e ci fa ragionare. Credo sia insufficiente, oggi, la distinzione tra migranti richiedenti asilo e migranti in fuga dalla povertà, finché non supereremo questa dicotomia non troveremo politiche adeguate».

«Vogliamo superare gli stereotipi sull’immigrazione – ha aggiunto Monica Cerutti, Assessora alle Pari opportunità e Immigrazione della Regione Piemonte –, queste che si spostano sono persone, non sono soltanto dei numeri. Si tratta di un evento straordinario». Durante la mostra, che resterà allestita al pianterreno del palazzo della Regione (piazza Castello 165) fino al 24 febbraio (dalle 10 alle 18), si terranno poi incontri e seminari.

«Gran parte del materiale esposto qui – ha spiegato Marco Bobbio, presidente dell’Associazione allievi del Master in giornalismo Giorgio Bocca, che ha coordinato l’organizzazione della mostra – è inedito. Si tratta di fotoreporter e videomaker indipendenti. La mostra racconta cosa c’è dietro quel percorso». Le immagini sono eloquenti, accompagnate soltanto da una piccola didascalia per geolocalizzarle, ma per il resto parlano da sole.

I professionisti: Marco Alpozzi, Stefano Bertolino, Cosimo Caridi, Mauro Donato, Max Ferrero, Mirko Isaia, Giulio Lapone, Matteo Montaldo, Giorgio Perottino, Andreja Restek, Paolo Siccardi, Stefano Stranges. Le foto, peraltro, sono state stampate nel carcere di Saluzzo dal laboratorio Stampatingalera.

Ma dentro la mostra c’è anche un accenno al dopo. Una volta che i migranti arrivano qui, si stabiliscono ed entrano nella nostra società, cosa succede? Ecco, alcuni di loro aiutano altri migranti a integrarsi, a trovare un lavoro, a conoscerci. Per raccontare tutto questo c’è la webserie Passaggi, realizzata da Simona Carnino e Carolina Lucchesini, che è in visione all’interno di Exodos. Gli episodi mostrano le vite di alcune persone nei nostri luoghi, nelle nostre città, che sono anche loro, perché le vivono e le fanno vivere. A ben vedere, anche usare il noi e il loro non ha più alcun significato.

Di Paolo Morelli

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