Genova, 07/10/2019.
Ci sono desideri che non si esaudiscono: non esiste alcun premio
concreto da raggiungere, nessuna conclusione possibile. Sono
piuttosto tensioni, punti di riferimento, stelle polari su
cui mettiamo a punto la rotta di una storia, di
una vita, la nostra o quella di una comunità intera. Per
definirli usiamo parole come sogno, vocazione –
addirittura destino. In questo ciclo di conversazioni
ascolteremo i racconti di chi, in continuo dialogo con la
sua specifica stella polare, si è orientato, si è
smarrito, ha ritrovato la strada.
Di seguito il programma degli incontri:
Sabato 19 ottobre
- Ore 17 Sala del Minor Consiglio
Desiderare Nada
Nada dialoga
con Giordano Meacci.
Un giorno, su una spiaggia, una zingara legge il futuro a una
giovane donna. Alla fine della predizione, enigmaticamente, la
zingara dice la parola nada. La giovane donna non dimentica e, poco
tempo dopo, Nada diventa il nome di sua figlia. Dal suo debutto a
San Remo nel 1969 – il brano era Ma che freddo fa – fino a
È un momento difficile, tesoro, suo ultimo album,
Nada Malanima si è rivelata tra le nostre maggiori interpreti,
confrontandosi con la scrittura sia in ambito musicale che
letterario. La sua voce – nitida, bassa, scura, salda e vulnerabile
– ha attraversato cinque decadi facendoci sentire quanto il
desiderio – vale a dire qualcosa di chiaro ed enigmatico come la
parola nada – possa essere selvatico.
- Ore 18 Sala del Minor Consiglio
Dimmi come ridi e ti dirò cosa desideri (e di cosa hai
paura)
Ascanio Celestini dialoga con
Christian Raimo.
Attore, autore, fenomenologo dell’oralità, Ascanio Celestini è una
delle voci più note del teatro di narrazione in Italia. L’oggetto
narrativo su cui di recente ha concentrato la sua attenzione sono
le barzellette: vale a dire quegli organismi – storie
storte, le chiama Celestini – attraverso cui si generano un
sorriso o una risata: nella consapevolezza che sorridere e ridere
ci rivelano a noi stessi dicendoci cosa temiamo e quali sono i
nostri desideri – i più espliciti, i più belli, i più oscuri.
- Ore 18 Sala Mentelocale
Ironicamente malinconico, malinconicamente ironico
Diego De Silva dialoga con Giordano
Meacci
L’ironia è ciò che ci permette di riconoscere il
mondo in tutta la sua incongruità. La malinconia è uno stato
d’animo che inclina in direzione di una tristezza indefinita.
L’ironia ha in sé qualcosa di luminoso, mentre la malinconia è una
specie di velatura. Se all’apparenza risultano distanti se non
opposte, nello sguardo di uno scrittore come Diego De
Silva – nelle sue storie, nei suoi personaggi – ironia e
malinconia sono di continuo mescolate una all’altra, e la loro
combinazione è un modo particolarissimo, comico e struggente, in
cui il desiderio prende forma: ironicamente malinconico,
malinconicamente ironico.
- Ore 19 Sala del Maggior Consiglio
Il desiderio di raccontare il
presente
Concita De Gregorio dialoga
con Donatella Alfonso
Da oltre trent’anni
Concita De Gregorio ha concentrato il proprio lavoro sul racconto
del presente, quello italiano e quello internazionale, intuendo che
proprio perché è lì, all’apparenza disponibile, il presente è
sempre ambiguo e sfuggente. Attraverso la scrittura giornalistica e
quella narrativa, De Gregorio ha dunque indagato i grandi e piccoli
fenomeni della contemporaneità: tra questi – così centrale da
innervare gran parte della storia italiana – il potere è l’idolo
che ognuno vuole conquistare, è ciò che si cerca di mantenere, che
si teme di perdere. Un itinerario attraverso i paradossi,
soprattutto quelli che nel tempo sono diventati normalità, del
potere italiano.
Domenica 20 ottobre
- Ore 11 (durata 2 ore) Sala del Minor
Consiglio
Internet e il desiderio infinito
Con
Sebastiano Iannizzotto, Valentina
Rivetti, Elisa Cuter, Matteo de
Giuli e Francesco Guglieri.
Che Internet ci abbia portato la possibilità di misurarci con
l’infinito, che abbia scardinato le categorie di spazio e di tempo,
che abbia fornito strumenti per moltiplicare qualunque desiderio:
lo sappiamo. Ma questo scenario (il Game) come ci ha
cambiati e ci sta cambiando? O meglio: riesce davvero a cambiarci?
Ci aiuta ad arrivare fino in fondo alle rivoluzioni – di genere,
dell’informazione, della relazione? E anche qualora ci fornisse
queste possibilità, perché così spesso torniamo a farci cullare
dalla nostalgia di un passato in cui il mondo era
controllabile?
- Ore 15 Sala Archivio
Il tema della vita è il desiderio. dieci poeti italiani del
novecento
Con Fabio Stassi
I poeti sono come le farfalle. Hanno a che fare con l’effimero, la
solitudine e la bellezza. E naturalmente con il desiderio. La
poesia italiana del Novecento lo ha declinato in tanti modi. Da
quello esibito di D’Annunzio al desiderio di dar libri alle stampe,
ma che nessuno li leggesse e fosse impossibile trovarli, di
Cardarelli. Desideri del ritorno e desideri di fuga. Quasimodo,
Campana, Gozzano. E infine il desiderio di Alda Merini che nessuna
luna illuminasse le mura del suo manicomio.
- Ore 17 Sala Storia Patria
Leggere lo spazio, leggere il tempo
Con
Francesco Pecoraro e Wolf
Bukowski. Modera Michele Vaccari.
Gli spazi urbani sono un amalgama di segni, alcuni più
immediatamente chiari, altri meno evidenti. Trovare un modo per
leggere lo spazio vuol dire mettersi nelle condizioni di leggere il
tempo, di decifrare i connotati di un’epoca, di comprenderli e
criticarli. In La buona educazione degli oppressi (Alegre)
e in Lo stradone (Ponte alle Grazie), Wolf Bukowski e
Francesco Pecoraro descrivono quella tessitura complessa e
contraddittoria che è la città, concentrandosi in particolare sui
fenomeni che hanno a che fare col decoro e col degrado. E così,
raccontando una strada, una piazza, una fioriera o l’interno di un
bar, ci chiariscono come sono fatti i tempi che stiamo
vivendo.
- Ore 18 Sala del Maggior Consiglio
Desiderare il silenzio
Con Paolo
Cognetti e Vasco Brondi. Modera
Andrea Gentile.
Tecnicamente, il silenzio è una relativa o assoluta mancanza di
suono. Qualcosa che si rispetta, si osserva, si mantiene, si viola.
Il silenzio può essere un ostacolo, ed è anche un modo di
esprimersi. Sempre più spesso, divenuto raro, lo riconosciamo come
un valore. Nelle loro scritture, in forma di romanzo e di canzone,
il Premio Strega 2017 Paolo Cognetti e Vasco Brondi, attraverso il
progetto musicale Le luci della centrale elettrica, hanno
raccontato il silenzio, la sua misteriosa eloquenza: il silenzio
calmo che si rivela nei cieli stellati contemplati dalla cima di
una montagna, quello nervoso che incombe sopra una centrale a
turbogas.