Milano, 16/04/2018.
Sono state presentate domenica 15 aprile, nella giornata
conclusiva della
Milano Art Week 2018, le prime sei
sculture di ArtLine Milano, progetto di
arte pubblica del Comune di Milano che si sviluppa all’interno del
parco di City Life.
Il primo nucleo della collezione a cielo aperto
è composto da lavori site-specific realizzati da Riccardo
Benassi, Judith Hopf, Ornaghi & Prestinari, Matteo Rubbi,
Pascale Marthine Tayou e Serena Vestrucci. «L’Art Week
milanese si conclude con un grande passo verso la realizzazione
definitiva di ArtLine, il progetto che regalerà a Milano
un museo d’arte contemporanea a cielo
aperto, fruibile gratuitamente 24 ore su 24»,
commenta l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno:
«all’inaugurazione di questo primo gruppo di opere seguiranno altre
installazioni permanenti, che andranno a completare una collezione
di cui siamo molto orgogliosi perché espressione della migliore
creatività nazionale e internazionale». Ideato da Roberto
Pinto e Sara Dolfi Agostini, e
attualmente coordinato da Roberto Pinto con la collaborazione di
Katia Anguelova e Angela Maderna,
ArtLine è un percorso articolato in oltre venti opere
permanenti: 8 selezionate attraverso un concorso per artisti
under 40 (la cui mostra si è tenuta a Palazzo Reale a
Milano tra il 2015 e il 2016) e le altre di artisti internazionali
già affermati.
Gli otto artisti selezionati attraverso il concorso per
under 40 sono: Riccardo Benassi, Rossella Biscotti, Linda
Fregni Nagler, Shilpa Gupta, Adelita Husni-Bey, Wilfredo Prieto,
Matteo Rubbi e Serena Vestrucci. A loro si aggiungono gli artisti
Ornaghi & Prestinari che realizzano la loro opera con il
contributo di City Life. Tra gli artisti invitati su chiamata
diretta dei curatori ci sono Judith Hopf e Pascale Marthine Tayou.
Le opere costituiscono un’esposizione permanente
completamente integrata con le architetture di Zaha Hadid, Arata
Isozaki e Daniel Libeskind e con l’evoluzione naturale del
parco di CityLife, progettato dallo studio Gustafson Porter.
A partire dal 2018 un public programme a cura di
Cecilia Guida con appuntamenti, incontri, conferenze e workshop
accompagnerà il pubblico per l’intera durata del progetto. È
possibile seguire gli sviluppi del progetto ArtLine Milano
attraverso i canali social e il sito www.artlinemilano.it.
Di seguito gli artisti coinvolti e le loro opere.
- Riccardo Benassi, Daily Desiderio,
2018. L’opera è composta da uno schermo Led bifacciale
sorretto da una struttura in acciaio zincato di colore grigio. È
formata da una struttura minimale in alluminio verniciato in grigio
il cui nucleo pulsante è un display a Led bianchi. All’interno del
display Led, l’artista si impegna a trasmettere, grazie ad un
sistema di broadcasting remoto, integrato e autonomo,
un nuovo messaggio testuale per ogni giorno della sua
vita, rimandando all’infinito il completamento dell’opera
e rendendo la fruizione un’esperienza quotidianamente inedita.
Installata in prossimità̀ di una panchina (che a sua volta si
affaccia su uno dei camminamenti principali del parco) la scultura
collabora con elementi contestuali preesistenti alla creazione di
una immaginaria fermata di un mezzo di trasporto pubblico.
- Judith Hopf, Hand and Foot for Milan,
2017-2018. L’opera è composta da due sculture poste a poca
distanza tra loro: una mano che spunta del terreno quasi a
simulare un saluto e un piede appoggiato sul prato.
Entrambi gli elementi sono di grandi dimensioni e vengono
realizzati impiegando mattoni sagomati e sovradimensionati,
modellati artigianalmente appositamente per quest’opera. Due forme
provenienti dall’anatomia umana che sono state ingigantite e
costruite con uno dei più classici materiali edili, in dialogo con
un contesto architettonicamente molto connotato.
- Ornaghi & Prestinari, Filemone e Bauci,
2017. Opera realizzata con il contributo di City Life per
ArtLine Milano, è una fusione in alluminio raffigurante
due colonne umanizzate che stazionano una accanto all’altra
tenendosi a braccetto mentre osservano i nuovi grattacieli
che si stagliano verso l’alto. L’architettura del passato osserva
quella del presente. Filemone e Bauci secondo il mito greco
invecchiano insieme sopportando le difficoltà grazie alla forza del
loro legame, gli unici che abbiano aperto le porte della loro casa
a Zeus e Ermes in cerca di accoglienza.
- Matteo Rubbi, Cieli di Belloveso,
2017. L’opera - composta da oltre 100 stelle in
pietra, di dimensioni, forme, colori e materiali variabili
- ricostruisce il cielo stellato visibile a Milano nella primavera
del 600 a.C., data intorno alla quale Tito Livio colloca la
leggendaria fondazione di Milano da parte del principe Belloveso.
Le stelle sono sparse e incastonate nella pavimentazione di
piazza Burri. Nella zona dello Zenith si trovano incise le
coordinate temporali e storiche relative al cielo stellato
presentato, una chiave che permette di leggere il disegno e di
immaginare la città prima che tutta la sua storia cominciasse.
Mettere oggi un cielo stellato, nel mezzo di una metropoli come
Milano, ha un valore scardinante: lo sviluppo smisurato delle città
contemporanee ha determinato poco a poco l’estinzione delle stelle
e del buio.
- Pascale Marthine Tayou, Coloris (in
progress). L’opera è composta da una pavimentazione in
calcestruzzo raffigurante il planisfero terrestre su cui sono
piantati un centinaio di pali metallici dai colori pastello
e dalle dimensioni variabili, tra i 6 e i 12 metri di
altezza, e sulla sommità di ognuno di essi è posizionato un uovo.
L’installazione dà vita a un’esplosione di colori sia caldi, sia
freddi, ma tutti intensi e luminosi che si riverberano sulla
città.
- Serena Vestrucci, Vedovelle e Draghi Verdi,
2017-ongoing. Il progetto sceglie di non aggiungere nuovi
elementi all'interno del parco, ma di intervenire su qualcosa
che è già stato previsto per questo luogo: le fontanelle
pubbliche. Con le loro strutture in ghisa dipinte di
verde, le vedovelle di Milano sono l'immagine più
storica inserita in quest'area completamente rinnovata. Il
termine vedovelle è dovuto al loro continuo scrosciare di acqua,
che ricorda il pianto di una vedova, altrimenti conosciute anche
come draghi verdi per questa loro tipica bocchetta a forma di testa
di drago. L'intervento cerca un dialogo tra il contemporaneo e
il classico, tra il cambiamento e la tradizione, tra la nuova e la
vecchia Milano: per ciascuna fontanella installata nel parco verrà
sostituita la bocchetta originariamente in ottone, da cui
fuoriesce l'acqua, con una scultura di volta in volta
diversa, un esemplare unico, ottenuto attraverso la
lavorazione a mano di un modello in cera e la sua conseguente
fusione in bronzo. Un gesto silenzioso di cui si accorge chi si
avvicinerà per bere.