Premio Strega 2017: vince Paolo Cognetti con Le otto montagne

facebook.com/Il-Premio-Strega

Milano, 07/07/2017.

Lo scrittore milanese Paolo Cognetti, con il romanzo Le otto montagne (Einaudi), è il vincitore della LXXI edizione del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Strega Alberti Benevento con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con Bper Banca e Toyota Motor Italia. Paolo Cognetti si è anche aggiudicato il Premio Strega Giovani 2017 lo scorso 13 giugno. L'autore vincitore del Premio Strega 2017 incontra il pubblico di Cervo (Imperia), domenica 9 luglio alle 21.30, in occasione della serata finale di Cervo ti Strega e sarà intervistato da Giampiero Mughini.

Paolo Cognetti ha stravinto con il libro Le otto montagne, un romanzo sul valore dell'amicizia e degli incontri e sull'amore per le alte vette. All'annuncio della vittoria, come prassi, ha bevuto il liquore Strega. Come da tradizione, gli Amici della domenica si sono riuniti nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia A Roma, dove Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016, ha presieduto il seggio di voto.

La somma dei voti elettronici e delle schede cartacee 532 su 660 aventi diritto, ha portato alla vittoria il romanzo di Paolo Cognetti Le otto montagne (Einaudi), con 208 voti. Seguono Teresa Ciabatti con La più amata (Mondadori), 119 voti; Wanda Marasco con La compagnia delle anime finte (Neri Pozza), 87 voti; Alberto Rollo con Un’educazione milanese (Manni), 52 voti; e Matteo Nucci, con È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie), 79 voti.

Il risultato del Premio Strega 2017 comprende i voti dei 400 Amici della domenica,di 40 lettori forti selezionati da librerie indipendenti italiane associate all’ALI edi 20 voti collettivi provenienti da Biblioteche di Roma, scuole e università. Da quest’anno si sono aggiunti 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti Italiani di cultura all’estero, per un totale di 660 aventi diritto.

Paolo Cognetti è uno scrittore italiano, nato a Milano nel 1978. Ha cominciato a scrivere verso i diciotto anni. Ha studiato matematica all'università e letteratura americana da autodidatta. Abbandonati gli studi accademici, nel 1999 si è diplomato alla Civica Scuola di Cinema di Milano, e con l'amico Giorgio Carella ha fondato una casa di produzione indipendente, Cameracar. Nel decennio successivo si è dedicato alla realizzazione di documentari a carattere sociale, politico e letterario. Ha scritto libri di racconti e libri su New York, sulla montagna e sulla scrittura. Paolo Cognetti è docente di scrittura della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti a Milano.

Al Premio Strega 2017, Paolo Cognetti ha trionfato con Le otto montagne: La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio, tempo e misura. Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo.

«Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa». Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.

Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui". Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: "Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Milano e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter