Tutto il tempo che vuoi, come rimettersi in gioco a Milano

Milano, 21/06/2017.

Da pochi giorni si può trovare sugli scaffali delle librerie il nuovo libro di Francesco Gungui, Tutto il tempo che vuoi (Giunti, 2017, 276 pp, 14.90 euro), una storia dolceamara che rapisce il lettore e lo porta a riflettere, con ironia e delicatezza, su gioie e dolori della quotidianità.

Il protagonista del romanzo è Franz, editor milanese di successo in un grande gruppo e fidanzato di Lucia, con cui è in procinto di mettere su famiglia, realizzando così il fortissimo desiderio di paternità. Una vita appagante, insomma, fino a che tutto sembra sgretolarsi improvvisamente: nel giro di pochi giorni, infatti, Franz perde il lavoro, l’amore e i suoi sogni. Tra qualche difficoltà il giovane editor è costretto a trovare nuovi stimoli e, un po’ per gioco, riesce a reinventarsi cuoco dopo una serie di eventi fortuiti, uno su tutti l’incontro con Camilla, madre divorziata di Martino. Tuttavia, quando la sua vita sembra tornare sui giusti binari, l’ennesimo colpo di scena rischia di mandare all’aria nuovamente i piani del povero Franz.

Di libri, cucina e vita vissuta parliamo con Francesco Gungui, nella location d’eccezione del ristorante Un posto a Milano, un piccolo angolo di verde e tranquillità nel cuore del centro cittadino. Tra un bicchiere di buon vino e spuntini veg, l’autore ci racconta che il protagonista lo rispecchia moltissimo: età, aspetto, carattere, anche il lavoro di editor, che Gungui ha svolto per diversi anni in Mondadori. Ad accomunarli, poi, c’è anche la passione per la cucina, che per lo scrittore «è un po’ come fare yoga», tanto da aver pensato di trasferirsi a Londra per fare il cuoco, fino all’incontro con la donna che avrebbe sposato.

Molti i cliché della nostra contemporaneità all’interno del libro: scrittori che per fare il botto si dedicano a romanzi erotici, chef a domicilio, aperitivi e crisi dei tempi. Ma c’è molto di più dentro questa storia. Non è la crisi generazionale, infatti, che inizialmente rende Franz incapace di reagire, ma la paura di rimettersi in gioco. Perché, in fondo, siamo proprio noi i giudici più severi delle nostre vite, con le aspettative mancate, disilluse e tradite a pesare come macigni sul futuro, ricco, invece, di possibilità nascoste. Certo non è cosa facile, e chissà poi qual è la ricetta segreta - per usare una metafora culinaria - che aiuta a ripartire quando tutto sembra andare male. Secondo l’autore il segreto sta nel continuare a studiare e a imparare cose nuove, senza abbandonarsi alla pigrizia, perché il tempo per voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo c’è, è qui, è adesso.

Insomma, la visione che Tutto il tempo che vuoi e il suo autore ci offrono è chiara: bisogna cercare, giorno dopo giorno, di essere editor della propria storia, interpretando cambiamenti e sconfitte anche come momenti di ripartenza, perché forse è proprio questa la vita, mai quello che dovrebbe essere, ma semplicemente quello che è.

Di Federica Fiorini

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