New York New York, l'America a Milano con una doppia mostra

Courtesy Fondazione Marconi, Milano

Milano, 13/04/2017.

Nel Novecento, bastavano soltanto 100 lire per raggiungere l’America. E i nostri artisti non persero l’occasione per esplorare il nuovo mondo. Non ebbero nemmeno la sfortuna della ragazza dai capelli ricci e belli, che mai salpò oltreoceano. In America ci arrivarono, come racconta la mostra New York New York. Arte italiana, la riscoperta dell’America aperta al pubblico dal 13 aprile al 17 settembre.

Il percorso espositivo, a cura di Francesco Tedeschi, si sviluppa in due spazi espositivi di Milano: si inizia al Museo del Novecento (via Marconi 1), coproduttore dell’esposizione con Gallerie d’Italia per la vocazione a lanciare ponti culturali. La mostra prosegue nelle Gallerie d’Italia (piazza della Scala 6).

Nel Museo del Novecento, gli artisti che hanno esposto in America, e in particolare a New York, sono raccontati attraverso le loro opere. Il dialogo reciproco e fruttuoso instauratosi sarà approfondito nella seconda sede espositiva. Tra i due poli espositivi, collegati dalla galleria Vittorio Emanuele, ci sono tutti gli aspetti della contemporaneità: per esempio c’è l’estensione dei formati, la loro violazione e materializzazione. In tal senso, la mostra al Museo del Novecento, è aperta da un Concetto spaziale di Lucio Fontana, New York grattacielo, che solidifica la tela in rame però tagliato, graffiato e bucato. E dalla New York city di Pietro Consagra, che nella città si trasferisce intorno agli anni Sessanta, città che ritrae in lastre di acciaio e bronzo che paiono colare su una base di cemento.

Nella ricerca dei materiali si annoverano anche l’uso della sabbia che Toti Scaloja polverizza su tela di canapa o Alberto Burri usa alle Gallerie di Italia. Oppure c’è smaterializzazione con la rottura. Protagonisti ancora Lucio Fontana e i suoi tagli o buchi e le abrasioni di Burri. I collage di Gastone Novelli, i decollage di Mimmo Rotella. Il periodo è poi caratterizzato da un graduale abbandono del figurativo per una maggiore consapevolezza e libertà del gesto e della forma.

L’arte figurativa è tuttavia ancora presente in mostra con una sala (siamo di nuovo al Museo del Novecento) dedicata a Fortunato Depero, il quale fa sormontare due tunnel da una città tutta grattacieli che sono sgargianti elevatissime case del popolo pronte a sprofondare nel terreno, e due spazi per Giorgio De Chirico, la cui pittura susciterà profondo interesse nella Grande Mela, che pure prosegue con il rappresentativo, ma lo rivisita in chiave metafisica. La sua visione di New York è costituita da un duplice ingresso ad arco, uno a bugnato, l’altro varcato da un gigantesco uomo in abito d’ufficio e l’altra entrata buia, illuminata a soffitto, che pare condurre a un triclivio su cui giace una figura arcaica protetta da un cavallo accovacciato.

In mostra sono poi presenti quasi tutti i principali esponenti dell’astrattismo. C’è un magnifico Tancredi intitolato Aspirazione a New York, realizzato con olio e tempera su faesite. Per Costantino Nivola la città di New York è incredibile, una brulicante trama di vita, luci e forme qua e là macchiate dai colori primari. Ennio Morlotti non guarda ai grattacieli, ma a una Vegetazione che più materica non si può: e l’olio su tela diventa vero e proprio bassorilievo. Corrado Cagli con Babel realizza quasi opt art sgargiante.
Il percorso espositivo al museo del Novecento prosegue al quarto piano dell’Arengario, con le oltre 500 fotografie di Ugo Mulas, che portò all’Europa la pop art.

Nelle Gallerie d’Italia, il punto di partenza è la mostra Twentieth century Italian Art, con la quale la Grande Mela nel 1949 offriva una lettura dell'arte italiana dalla prima metà del secolo e della sua collocazione a livello mondiale. Da quella mostra alcuni galleristi americani, quali Catherine Viviano, Cart Valentin e Allan Frumkin, rivolgono la loro attenzione agli artisti italiani Marino Marini, Afro, Burri, Capogrossi, Mirko e Luciano Minguzzi. Si entra in una sala a pianta centrale di particolare suggestione su cui si aprono otto sezioni che conducono alla scoperta dell'arte italiana e del suo dialogo scambio con quella americana.

Importante è il ruolo di italo-americani, come Salvatore Scarpitta e Carlo Nangeroni, i quali restituiscono intrecci di influenze americane e italiane, qui testimoniate da Piero Dorazio e Angelo Savelli, rispettivamente fondatore e insegnante della School of fine arts, tra le maggiori e più importanti università americane.

La mostra New York New York è visitabile fino al 17 settembre 2017 nei seguenti orari: al Museo del Novecento, lunedì dalle 14.30 alle 19.30, martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9.30 alle 19.30, giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30; alle Gallerie d'Italia, da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 e giovedì dalle 9.30 alle 22.30 (ultimo ingresso, sempre un'ora prima della chiusura).
Il biglietto d'ingresso per ciascuna sede costa 10 euro (ridotti da 5 a 8 euro); la visita a una delle due sedi dà diritto all’ingresso a 5 euro nell'altra o all’eventuale riduzione/gratuità se dovuta. La visita alle due sedi può avvenire anche in data diversa.

Di Laura Cusmà Piccione

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