Magazine, 15/03/2018.
Il film di Craig Gillespie, Tonyam si ispira alla sensazionale vita dell’atleta americana Tonya Harding, accusata nel 1994 di aver fatto aggredire una sua rivale. Tra ironia e sadismo il film ripercorre gli anni salienti di un’esistenza al limite del grottesco. Con 3 candidature agli Oscar (e una statuetta portata a casa), il film sarà al cinema dal 29 marzo 2018.
Se non fosse ispirato a fatti realmente accaduti sarei portata a credere che la protagonista di questo intenso biopic, interpretata da una sensazionale Margot Robbie, rappresenti il ritratto goffo e caricaturale di una vita impossibile, proiettata in un contesto fantasioso e affiancata da personaggi troppo sciocchi per essere veri. Ma è interessante partire dal presupposto che tutto ciò che vedrete al cinema è realmente accaduto e fedelmente rappresentato.
Tonya Maxine Harding è stata una pattinatrice americana di grande talento ma, a sua discolpa, vittima di un contesto familiare e sociale che non l’hai mai amata tanto. A partire da una figura materna spietata e opprimente – sua madre Lavona è interpretata da una pungente Allison Janney, fresca di Oscar come Miglior Attrice non protagonista – e da un padre pressoché assente. Con un’infanzia difficile, dunque, Tonya lascia la scuola appena adolescente e cerca come può di farsi un nome nel pattinaggio artistico. Una realtà dura, spietata, fatta di sacrifici quella di cui cerca di far parte, un mondo che pretende talenti e accetta solo degni rappresentanti di un’America pulita e rassicurante. Tutto ciò da cui Tonya è distante: ineccepibile tecnicamente (fu la prima americana ad eseguire il triplo axel), la Harding è sgraziata nell’espressività e goffa nel modo di porsi. E per completare un quadro già di per sé problematico, sposa Jeff Gillooly, quell’uomo manesco e volgare che ne affosserà definitivamente la stella. Con un concentrato di dialoghi e prospettive al limite del grottesco, l’inquietante figura maschile di cui Tonya non riesce a fare a meno la trascinerà nel più grande scandalo sportivo americano: nel gennaio del 1994 la rivale di Tonya, Nancy Kerrigan, viene presa a bastonate sul ginocchio in vista delle Olimpiadi invernali a Lillehammer. La pochezza d’animo delle persone più vicine all’atleta ruota attorno alle figure di una madre dal comportamento tragicomico, di un ossessionato marito-mandante e da un amico della coppia, esecutore materiale della folle aggressione, emblema della stupidità umana.
Un epilogo assurdo e una promettente carriera buttata al vento (la Harding verrà bandita a vita dalla Federazione Americana) sono il quadro che Gillespie mette in piedi brillantemente, restando fedele a un caso che negli anni ’90 fece molto scalpore. È commovente e drammatica la scena dell’ultima Tonya pattinatrice, in un finale perfettamente riscontrabile nei materiali ancora oggi disponibili online.
Di Irma Silletti