Ho paura di essere lesbica. Un pensiero che mi ossessiona

Magazine, 14/12/2017.

Salve Dottore
La ringrazio prima di tutto per questo servizio che ci mette a disposizione, in quanto sono convinta mi sarà di grandissimo aiuto. Premetto di aver già letto alcuni dei suoi articoli, e di essermi informata molto a riguardo ma, nonostante tutto, i dubbi continuano spesso ad assilirmi.

Sono una ragazza di 17 anni e da un mese circa mi ossessiona il pensiero di poter essere omosessuale. Ultimamente sono talmente inserita in questo sistema di pensiero da arrivare addirittura a pensare che possa essere così, che non devo far altro che accettarlo! Io so di essere etero, nei rari momenti di razionalità riesco a percepirlo, eppure ogni mattina mi capita di svegliarmi con le stesse preoccupazioni.
Sono consapevole che non ci sia nulla di male, eppure non riuscirei mai a figurarmi un una situazione del genere.

Il tutto è derivato da alcuni racconti di una mia coetanea riguardo la sua relazione omosessuale e il suo modo di sentire così diverso dal mio.
A ciò è susseguito l’incontro con una ragazza parecchio strana, che ho iniziato ad evitare quasi compulsivamente, credendo di esserne attratta. Faccio lo stesso con gay e lesbiche, quasi per trovare la conferma di non essere così!

Sono talmente condizionata da non riuscire più a liberarmene, ormai vivo in funzione di questo.
Continuo a ripetermi che non è possibile, che mi piacciono i ragazzi da sempre e non mi è mai capitato di pensare (se non ultimamente, a seguito di quest’infondata credenza) ad una ragazza in modo differente, anzi, tutt’altro! Ho sempre sognato una famiglia, il matrimonio, di vivere per sempre con l’amore della mia vita, e adesso invece tutto mi distoglie da ciò che ho sempre desiderato.

Penso che sul tutto abbia potuto incidere il fatto che, dopo aver chiuso una relazione durata quasi 3 anni, sia stata “vittima” di una sorta di sconvolgimento emotivo e - il fatto di non voler subito un’altra relazione - in quanto mi servisse tempo per riflettere (com’è giusto che sia, credo) non ha fatto altro che spingermi in questa direzione.

Gradirei un suo parere, una sua interpretazione riguardo questo mio strano comportamento, vorrei sapere se pensa sia un dubbio fondato o una semplice credenza momentanea.
La ringrazio preventivamente per l’aiuto e per la comprensione sperando possa darmi un consiglio al fine di migliorare questa mia condizione.

Buongiorno ragazza di 17 anni,
La ringrazio della stima e spero di essere all'altezza delle sue aspettative.
Devo premettere che ricevo molte mail di ragazzi che hanno paura di essere omosessuali e mi chiedevo, come mai non mi scrivono anche ragazze che hanno la stessa paura. Quindi sono molto contento di aver ricevuto la sua mail. Anche se, a dire la verita, sia che scrivano ragazzi, sia ragazze, sempre e solo si tratta di una paura e come tale va affrontata.

E come ho gia detto e scritto, il problema non è il sesso e men che meno l'omosessualità, ma si tratta sempre di una modalità con le quale si palesa la profonda insicurezza rispetto alla propria identità.
Ovvero alla difficoltà di dare una risposta sicura alla domanda: chi sono io?
Ecco, il problema dell' identità sta proprio qui. 

Ed è un dubbio che ha, almeno, due motivi che lo scatenano.
La prima è che siamo (scioccamente) convinti che le cose (e le persone) si dividano in categorie distinte e contrapposte, tipo o rosso o blu, dimenticando che ci sono tantissimi tipi diversi di rosso e tantissimi tipi diversi di blu. Per non parlare dei tantissimi tipi di viola. E chi sta attento a come abbinare i propri vestiti o a come truccarsi, lo sa meglio di me. Così non riuscendo a definirci o completamente blu o completamente rossi ci spaventiamo. Sommando errore su errore.

Il secondo  motivo che fa sorgere dubbio sull'identità è che lei ha 17 anni. Ovvero vive in un periodo di transizione. Non più bambina e non ancora adulta. Ed in questa dimensione è lecito e normale non essere arrivati ad una stabilità definitiva. Anzi, è ilmomento della vita che ci porta a sperimentare, ad essere curiosi, a confrontarsi e fare nuove conoscenze, nuove esperienze, provare nuove emozioni e scoprire i propri limiti. E tutta questa dinamica,  non definisce e neppure fissa l'identita. Ma la costruisce!

Per cui, banalmente, in questo momento di transizione è inevitabile sentirsi incerti. Ma, altrettanto banalmente, essendo un periodo in cui è ovvio il sentirsi come un work in progress, non dovremmo averne paura.

Si può essere attratti da ragazzi o da ragazze ed anche da ragazzi e ragazze, solo per capire, dopo, cosa ci attrae davvero. In altre parole: se proviamo la cucina giapponese e scopriamo che  ci piace il sushi non significa che stiamo diventando giapponesi. E neppure vuol dire che smetteremo di mangiare la nostra pastasciutta.

Scoprire gusti nuovi o posti nuovi o nuove emozioni, non è una condanna, è solo il nostro modo naturale per conoscere com' è fatto il mondo, per poi decidere dove ci piace abitare. E con chi.
Ma giusto per non sottovalutare il suo stato d'animo, se togliamo l'argomento orientamento sessuale lei si definirebbe una ragazza serena e contenta di sé? O ci sono altri fantasmi, nella sua testa, che la stanno tormentando? Ci pensi bene e poi, se vuole, mi faccia sapere.

Spero che queste riflessioni la aiutino a sentirsi meglio.

Nel frattempo, le auguro un Buon Natale ed un Felice Anno Nuovo.
Saluti

Dott. Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Genova

Di Marco Ventura

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