Maurizio De Giovanni, il commissario Ricciardi a fumetti

Magazine, 20/11/2017.

No che non lo conosci, Modo! Conosci le piaghe, i lamenti… ma il dolore, no.
Quello viene dopo, ammorba l’aria che respiri e lascia un tanfo dolciastro che ti rimane nel naso…
Il sentore dell’anima in putrefazione!
[Le stagioni del Commissario Ricciardi - Il  Senso del Dolore]

La Napoli di inizio Novecento, città carica di suggestione in un paese guastato dal regime fascista, come un frutto dolcissimo che ha cominciato a marcire. Gli occhi verdi di un commissario che si muove assaporando ogni passo, come se avesse addosso la Morte. Malinconico e rassegnato dal fatto di condividere il dolore di chi vivo non lo è più.

Disegni carichi di dettagli e suggestioni monocrome, dominano solo le sfumature di azzurro, che vestono il romanzo a fumetti edito da Bonelli di un’atmosfera misteriosa e allo stesso inquieta, che accompagna il lettore lungo le oltre 150 tavole.

I romanzi di Maurizio De Giovanni da oltre un decennio colpiscono per la capacità di rimettere in vita la Napoli – sua città natale – negli anni trenta e per i personaggi che la abitano.

Il commissario Ricciardi è un personaggio dal grande carisma, talmente intenso da entrare di diritto in quell’olimpo investigativo dei grandi investigatori e che ha reso De Giovanni autore ammirato e prolifico, che ha saputo colpire nel segno anche con altri suoi figli, dall’Ispettore Lojacono fino ai Bastardi di Pizzofalcone, il romanzo diventato serie televisiva.

Così come il suo approdo televisivo, anche l’incontro tra De Giovanni e il fumetto è stato inevitabile. Una prima versione del commissario Ricciardi a fumetti è stata edita da Star Comics nel 2015; Alessandro De Virgilio ai testi e Emanuele Gizzi ai  disegni per l’adattamento al racconto I Vivi e i Morti, il primo dedicato al commissario, quello che ha dato inizio a tutto il resto.

L’arrivo in Bonelli prevede non solo un one shot – un solo albo - ma una serie, quadrimestrale, nella quale saranno riproposti i romanzi raccolti sotto il titolo comune delle stagioni.

Il talento di Ricciardi – ben raccontato da De Giovanni - è nel saper indagare nell’animo umano, la sua maledizione è poter vivere gli ultimi istanti dei defunti in modo violento; una capacità che rende le sue indagini ricerca della verità, ma è anche volontà di dare pace alle anime tormentate.

La scrittura di Claudio Falco e i disegni di Daniele Bigliardo in grande spolvero trasportano il romanzo in un volume che si presenta ben fatto sia nella versione da edicola (7,90 Euro) ma anche e soprattutto nella sua edizione da libreria (Sergio Bonelli Editore 180 pp – 19 Euro). Formato francese e ricca sezione di approfondimento in appendice.

Il Senso del Dolore, annunciato a Napoli la scorsa primavera, e che ha fatto da poco il suo doppio esordio in Libreria ed Edicola, è un racconto nel quale Ricciardi entra in punta di piedi. Modi eleganti e carattere schivo, carismatico, temuto quasi infastidito dai giochi di potere di un vice questore che mischia abilmente incompetenza, servilismo e arroganza.

Il suo unico amico e confidente è il Brigadiere Maione – un uomo per bene – mentre attorno a loro vive e muore una Napoli bella ed in perenne contraddizione tra miserie e nobiltà.

La lettura del volume colpisce per le istantanee dei personaggi che mano a mano interagiscono durante l’indagine per l’omicidio di Arnaldo Vezzi, tenore dal talento immenso, enorme quanto misera la sua anima; uomo da poco, voce straordinaria.

Ogni tavola è una bella scoperta; dal teatro San Carlo e le strade di Napoli passando per i panorami della città su cui troneggia il Vesuvio fino al caffè nel quale sembra di percepire la fragranza delle sfogliatelle.

A vestire i disegni di Bigliardo appare eccellente la scelta di utilizzare tonalità di azzurro. Sebbene il colore sia sinonimo di freddezza, in questo contesto è utilizzato in modo talmente delicato da conferire al volume un alone di malinconia e mistero che quasi fanno da colonna sonora. Un sole azzurro che illumina, senza distinzione, i vivi e i morti.

I personaggi che si muovono in questa atmosfera color zaffiro convivono in modo affascinante con i fantasmi che accompagnano Ricciardi.

Il protagonista si trova a ridosso dei due mondi, tormentato dalla morte eppure alla ricerca di angoli di vita, anche solo in quei pochi momenti nei quali osserva, osservato, una ragazza che abita nel palazzo accanto al suo – un frammento d’amore che ricama alla finestra – e che regala un angolo di calore.

Una lettura che intrattiene in modo esemplare e che ha il pregio di fare incontrare, in edicole o in libreria, due lettori apparentemente distanti.

Chi conosce Riccardi attraverso la lettura dei volumi di De Giovanni troverà nel fumetto la stessa atmosfera dei romanzi arricchita da immagini che, raccontate nel libro, nel fumetto prendono corpo.

Per chi invece incontrasse Ricciardi grazie alla scrittura di Falco e i disegni di Bigliardo, avrà inevitabilmente la curiosità di esplorarne la versione originale per immaginare dopo aver visto.

Per tutti resta la grande voglia, come per la Lisbona di Tabucchi, di farsi catturare dalla Napoli anni trenta, nobile e in perenne contraddizione, città affascinante e allo stesso tempo dannata, allora come oggi.

Una prima stagione che porta direttamente al prossimo anno quando uscirà il secondo volume.

Di Francesco Cascione

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