L'uomo di neve, il thriller di Jo Nesbo al cinema

Magazine, 20/10/2017.

Direttamente dal settimo romanzo della saga thriller del norvegese Jo Nesbø, il regista Tomas Alfredson porta sul grande schermo il detective Harry Hole, interpretato da un trasandato (solo per esigenze di copione) Michael Fassbender.

In una Oslo innevata (ma in cui i protagonisti vanno in giro senza sciarpe e guanti e le berline sfilano sulla neve come se fossero a Monza in piena estate) il detective dell’anticrimine Harry Hole si destreggia sempre con più difficoltà tra un lavoro che non gli offre abbastanza stimoli (sfortunatamente la città non sembra essere teatro di molti omicidi in quel periodo) e una dipendenza sempre più pericolosa per l’alcool, nata probabilmente in seguito alla fine della relazione con Rakel (Charlotte Gainsbourg), sistematasi nel frattempo con un chirurgo plastico (Jonas Karlsson).

Una mattina, risvegliatosi in un parco giochi dopo una notte di solitarie follie, Harry riceve un inquietante biglietto, firmato con un insolito pupazzo di neve. In contemporanea, la giovane detective Katrine Bratt (Rebecca Ferguson) si trasferisce da Bergen a Oslo e viene affidata alla squadra di Harry, mentre una donna scompare misteriosamente nella notte. Davanti alla sua casa, solo un inquietante pupazzo di neve che guarda verso la sua finestra.

Le tre coincidenze suggeriscono a Harry che qualcosa di pericoloso stia accadendo nella capitale norvegese, un sospetto reso reale quando le donne scomparse vengono ritrovate fatte letteralmente a pezzettini e l’unico testimone oculare è sempre un pupazzo di neve, fisso a guardarle.

Risvegliato improvvisamente dal torpore alcolico da questo nuovo giallo da risolvere e aiutato dalla giovane e intraprendente Katrine, Harry metterà in gioco la propria vita per trovare il killer e capire che legami ha con un’altra serie di omicidi simili avvenuti anni prima a Bergen.

Un cast interessante e degno di nota, quello dell’Uomo di Neve, e una storia che ha appassionato, nella sua versione cartacea migliaia di lettori, non sono bastati a rendere il film il thriller adrenalinico che era stato promesso. Nonostante Fassbender sia un’ottima incarnazione del detective Harry Hole e i panorami glaciali sarebbero già di per sé abbastanza inquietanti, il film non riesce a cogliere pienamente i dettagli e l’apoteosi del crimine che invece erano ciò che rendevano il libro tanto appassionante. Con un ventaglio molto limitato di personaggi, lo stesso giallo si riduce molto di intensità, tanto uno spettatore attento non ci mette troppo a capire chi sia il killer. Anche il finale, degno di un film d’azione più che di un giallo e slegato dal modus operandi che il killer ha avuto fino a quel momento, sembra rovinare il climax della storia, anziché epurarlo.

In definitiva, sicuramente non un film degno di nota, se non per le incantevoli distese bianche delle grandi città nordiche.

Di Barbara Cosimo

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