Google vs Tripadvisor, la guerra delle recensioni online

Magazine, 10/10/2017.

Da qualche tempo mi sto occupando di gestire la posizione di alcuni locali sulle mappe di Google e Tripadvisor. Un mondo che fino a poco tempo fa per me era totalmente sconosciuto, ma data la mia passione per la tecnologia e le novità, mi sono buttata, imparando a poco a poco quello che da utente è difficile vedere.

Prima di lavorarci, infatti, per me le mappe di Google con le loro indicazioni di locali e ristoranti erano un ottimo modo per scoprire una città nuova o decidere dove andare a mangiare, magari confrontando il risultato con una recensione di Tripadvisor. Come utente Android devo ammettere di aver sempre preferito Google, vuoi per l’immediatezza del sistema, specialmente su mobile, vuoi per la mancata fiducia in recensioni che troppo spesso sapevano di falso.

Quando mi sono trovata a sistemare diversi locali, tra esistenti, non esistenti, doppioni, con recensioni positive, ma anche estremamente negative, spesso legate a motivi personali e alcune al limiti, tra Google e Tripadvisor è emersa subito una notevole differenza.

Sarà che tra i due colossi è in corso una guerra annosa per le recensioni. Se Tripadvisor cerca di allargarsi il più possibile consentendo la prenotazione di hotel e voli in accordo con Booking, Google vorrebbe rubare il podio alla piattaforma, sfruttando la sua abilità social derivante dal suo predominio sul mondo del mobile e delle app collegate (Gmail, Maps, etc). In questo contesto Big G ha così implementato un sistema “premiante” di Local Guides per ottenere sempre più recensioni. In sostanza ogni utente Google con attiva la posizione sullo smartphone può recensire e fotografare qualsiasi posto dove è o dove è stato, conquistando livelli e anche piccoli premi.
Un modo piuttosto semplice per la multinazionale per accaparrarsi informazioni, recensioni e foto e che effettivamente sta portando i suoi frutti.

Una delle scoperte che mi ha lasciato molto perplessa è che su Tripadvisor le recensioni non appaiono in ordine cronologico, o per più utili, come su Google, ma a farla da padrone sono spesso quelle negative. Per ottenere un servizio migliore e scegliere quali recensioni mostrare in alto bisogna acquistare un servizio caldamente raccomandato dalla stessa azienda per una cifra che si aggira sui 200-500 euro l’anno a seconda del locale.  Alla faccia della veridicità! Per non parlare di innumerevoli privati che propongono recensioni positive a pagamento.

Da quando ho iniziato questa attvità di gestione si è aperto un vero e proprio vaso di Pandora. Google in piena fase di sviluppo nel settore, nel giro di pochissimo ha dato subito pronte risposte con l’arrivo giornaliero di recensioni positive, che generano altre recensioni positive in un'escalation nel numero di commenti.

Su Tripadvisor, invece, le acque sono rimaste più calme, da un lato perché il sistema è più lento, essendo necessario registrarsi, dall'altro perché eccetto forse per gli utenti Apple, sembra attualmente meno usato. Tuttavia, dopo aver chiesto un sollecito per la rimozione di una recensione danneggiante più che per l’azienda per una persona, è arrivato subito un commento negativo. Casuale? Chissà.

Certo è che da entrambe le parti non c’è molto da fidarsi. Da un lato Google sta ingaggiando gli utenti perché agiscano da recensori, ma sarà sempre vero quello che scrivono? Dall’altro Tripadvisor punta al guadagno a ogni costo, anche a costo di mettere in crisi le aziende che non riescono a ottenere una visibilità positiva. E in mezzo a questa guerra delle recensioni c’è anche chi cerca di fare affari facili.

Un consiglio da amante della tecnologia, il buon vecchio passaparola resta sempre più affidabile.

Di Chiara Pieri

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