Dunkirk di Christopher Nolan: non il solito film di guerra

Magazine, 08/09/2017.

Ci sono due ore di viaggio in tutto da Dunkirk a Dover, dalle sconfinate spiagge francesi alle bianche scogliere inglesi. Due ore e circa 40 sterline di pedaggio, affrontate quotidianamente da turisti e pendolari come niente più che una gita in traghetto.

Eppure quello stretto di Oceano nasconde un bel pezzo di storia recente; una vittoriosa sconfitta che non ha nulla di militare, ma ha davvero molto di coraggioso.

Questo bel pezzo di storia è raccontato magistralmente nell’ultimo capolavoro di Christopher Nolan -regista di cult del livello di Inception (2010) e Interstellar (2014)-  ispirato alla storia vera del salvataggio di quasi quattrocentomila soldati inglesi, circondati dai nazisti sulle spiagge di Dunquerque, nel Nord della Francia.

A differenza di altri film sul tema della Seconda Guerra Mondiale, in Durkirk manca il lato “carnale” del combattimento: non si vedono infatti, nonostante i numerosi morti lungo le spiagge o sulle navi, cadaveri ricoperti di sangue o volti morenti. L’intero film è incentrato sul disperato tentativo dei soldati inglesi di sopravvivere, senza alcun eroe che faccia da “guida” e nessun “vero” protagonista per cui tifare.

La guerra e i suoi orrori sono rappresentati dalle lunghe file di uomini che aspettano un unico miracolo: una nave che riesca ad attraversare, senza venire colpita da siluri o bombe aeree tedesche, quelle due ore di Oceano che dividono la Francia dall’Inghilterra.

Non essendoci “veri” protagonisti della scena, anche i dialoghi sono quasi inesistenti, ma l’insieme di suoni, luci ed espressioni consente al pubblico di immergersi nella storia e commuoversi a fianco di quei ragazzi, spesso senza nome, salvati dai cosiddetti marinai della domenica.

Dunkirk racconta, in modo semplice e onesto, del miracoloso salvataggio di quei giovani soldati (non) protagonisti, intrecciando le loro storie su linee temporali diverse ma che costituiscono un unico flusso narrativo.

Con questo film, Nolan ha ridefinito il cinema di guerra, mostrandone il “retroscena”, fatto di dettagli semplici e banalmente reali, che hanno reso Dunkirk, senza ombra di dubbio, un capolavoro.

Di Barbara Cosimo

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