Ryuko, il manga per adulti con una boss della Yakuza

Magazine, 04/09/2017.

Un padre, un Re, condannato a morte chiede al capo della Yakuza che venga messa in salvo sua figlia. Ryuko accetta. Due tavole, ed è impossibile non rimanere affascinati da Ryuko, la protagonista del Gekiga – un manga destinato ad adulti – dell’artista indipendente Eldo Yoshimizu.

Il volume, edito da Bao Publishing (2017, 256 pp, 17 euro) è un noir con al centro boss della mafia giapponese, killer, uomini d’onore e uomini che ne sono privi, donne bellissime e fatali. La protagonista, Ryuko, è un boss della Yakuza dotata di grande fascino, estremamente letale eppure dotata di una dolcezza ammantata di nero che rende impossibile non restarne coinvolti.

Eldo Yoshimizu con il suo volume ha voluto rendere omaggio al noir anni '70, ma il genere sta subito stretto all’autore che lo esonda per raccontare una storia di passioni, di promesse, e nella quale onore, giustizia  e sete di vendetta si rincorrono a una velocità folle. Il risultato è un volume che sa inchiodare dalla prima all’ultima tavola, e sa sorprendere anche il lettore più refrattario al tratto orientale.

Basta sfogliare il cartonato striato di rosso, bellissima la copertina, per cogliere la forza di un tratto d’artista affatto banale. La più grande qualità dei manga è nel disegno che li caratterizza, è un tratto dettagliato eppure essenziale, dotato un grande dinamismo. Linee secche e profili che si deformano al servizio del movimento rendono la dinamicità dell’azione e vestono in modo ideale una storia nella quale non mancano spettacolari scene d’azione. L’arte del disegno Yoshimizu la padroneggia con estrema perizia; che sia un duello di arti marziali, uno scontro a fuoco o combattimento all’arma bianca, o a cavallo, tutto viene reso con ma massima cura ed ogni dettaglio è asservito al movimento.

Yoshimizu non si risparmia, anzi: linee che sfumano e sensualità accennata eppure decisa, vengono elevate al punto che, dopo ogni capitolo, si torna indietro per gustare in modo maggiore tavole che non sono mai uguali, come se i disegni in esse contenute siano liquidi, mai fermi. Come in un gioco tra autore e lettore, ad ogni lettura emergono dettagli e particolari nascosti; il passaggio dallo stato di lettore a quello di prigioniero è un rischio, ma soprattutto un’opportunità che caratterizza solo le letture migliori.

Ryuko è una donna straordinaria; un boss che ha ben chiaro il suo ruolo, dotata di forte senso dell’onore. Un’eroina mostrata in tutta la sua fragilità, vero, ma che allo stesso tempo si mostra forte,  decisa, risoluta e capace di fare tutto quello che occorre per raggiungere il suo obiettivo: la  vendetta. Nessun elemento androgino a sottolinearne la forza, anzi, una maschera mascolina la avrebbe sminuita invece che elevarla. È una donna che soffre, decide, agisce portando addosso i segni delle sue scelte. Madre, amante, guerriera.

Se Ryuko è la protagonista, è la vendetta, e l’amore che la motiva, il motore che muove il racconto. La grande abilità di Yoshimizu nel tratteggiare la storia è seconda solo alla sua capacità di scrittura. Il corposo volume è una rincorsa continua a cavallo di due continenti; si comincia in una nazione sospesa tra Russia e medio oriente, scossa da un golpe militare, per continuare in Giappone. Se lo scenario è affascinante, sono i personaggi ad avere storie e carismi capaci di ancorare il lettore al volume.

Al centro dell’azione c’è Ryuko, certo, ma nessuna delle donne all’interno del volume è priva di spessore, tutte sono in grado di reggersi in piedi a prescindere dalla protagonista. Donne straordinarie. Tutte. Tutte perfettamente inserite all’interno della mitologia che l’autore delinea alla sua eroina.

Con un abile gioco che sospende il racconto tra presente e passato incontriamo Ryuko in varie fasi della sua vita; è una giovane donna che decide di adottare la figlia del re deposto, una ragazzina costretta ad affrontare gli uomini che hanno assassinato sua madre, una ragazza che impugna la spada in una zona di guerra per diventare paladina dei deboli, una Zorro Afghana che appare destinata a fare grandi cose,  ed infine una donna che comanda, che ha una missione da perseguire e che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere il risultato.

Imponente la figura del padre, quasi sempre in ombra, che Ryuko, come ogni buon figlio, deve uccidere per potersi ergere. L’assassinio del genitore però in questo caso non è allegoria biblica, ma metafora. Attorno alla protagonista ruotano Barrel, la figlia del re, e Sasori. Due ragazze alla disperata ricerca di un loro spazio, un’emancipazione dal Boss, che è volontà di affermare se stesse in una società corrotta e violenta. Infine Tatiana, la ballerina russa, in Giappone per scoprire la verità sulla morte di suo padre, un Generale morto senza onore in Afghanistan

Il flashback dedicato a Tatiana e Nikolai - braccio destro di Ryuko e dal passato oscuro - ha ancora Ryuko come presenza decisiva, ed è probabilmente la pagina più intensa del volume. Se è la vendetta a muovere i protagonisti a colpire in questo primo capitolo, il secondo uscirà nel 2018, è proprio la redenzione di Nikolai che trova in Tatiana il perdono che da solo non era in grado di somministrarsi.

Un volume denso, ricco di spunti e colpi scena; scritto e disegnato in modo esemplare e capace di appassionare i lettori abituali di gekiga, ma anche un lettore distratto che, magari, cerca un’alternativa ai supereroi ma soprattutto un personaggio con cui entrare in sintonia. Ryuko è la donna fatale di cui innamorarsi e della quale avere soggezione; un personaggio sinuoso eppure forte. Una bellissima scoperta. Una bella occasione di lettura e un racconto che lo leggi e rileggi e poi, assieme al 2018, aspetti l’epilogo.

Di Francesco Cascione

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