Black Butterfly: con Antonio Banderas il thriller va in campagna

Magazine, 20/07/2017.

Tra i film al cinema in questa calda estate 2017 non è passato inosservato Black Butterfly, il thriller diretto da Brian Goodman che porta in scena le vicende di Paul Lopez (Antonio Banderas), uno scrittore di mezza età in acuta crisi creativa.

Trasferitosi molti anni prima nella campagna del Colorado per ritagliarsi uno spazio tranquillo in cui lavorare, Paul si ritrova a quasi 60 anni solo e completamente in balia di una grave forma di blocco dello scrittore. Privo di stimoli e di rapporti umani che gli possano riaccendere la scintilla, affoga la sua frustrazione nell’alcol, cercando sul fondo delle bottiglie le risposte che non trova altrove.

La sua vita cambia drasticamente quando in città arriva un misterioso vagabondo (Jonathan Rhys Meyers), al quale lo scrittore offre ospitalità per qualche giorno nella sua, piuttosto fastiscente, casa nella prateria. Se inizialmente il vagabondo sembra solo un simpatico ex galeotto con la passione per la cucina, le pulizie e i lavoretti manuali, presto si trasforma in uno spietato carceriere, deciso a far tornare l’ispirazione allo scrittore per mezzo di abusi psicologici.

Come in ogni thriller che si rispetti, in questa storia ci sono anche una dolce fanciulla in pericolo (Piper Perabo), molte armi (Paul è un cacciatore) e attrezzi da tortura. Quello di cui non c’è traccia è invece un accenno a questa Black Butterfly del titolo, citata solo come tatuaggio del vagabondo e poi clamorosamente dimenticata.

Farfalla a parte, e senza considerare gli ultimi minuti di film, che lo rovinano con uno trick cinematografico decisamente evitabile, Black Butterfly va riconosciuto per quello che è: un piacevole intrattenimento estivo

Di Barbara Cosimo

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