Codice criminale: Michael Fassbender rapinatore incallito al cinema

Magazine, 06/07/2017.

Codice criminale (titolo originale Trespass against us), esordio cinematografico di Adam Smith, non è un poliziesco, come il titolo sembra suggerire, né un film d’azione, come parrebbe invece sottolineare la locandina; è invece una storia che parla di famiglia, di società e di possibilità.

Chad Cudler (interpretato da Michael Fassbender) non sa leggere, non sa scrivere e non è del tutto convinto che la Terra sia sferica, ma una cosa la sa fare bene: guida la macchina come un pilota di Formula Uno. Solo che lui non corre in pista, ma tra le strade polverose della periferia inglese e non è inseguito dagli avversari, ma dalla polizia.

Chad conosce infatti una sola vita: quella del crimine. Cresciuto dal padre Colby (Brendan Gleeson), criminale di lunga data che non l’ha mai voluto mandare a scuola, vive insieme a moglie, figli e al resto della sua famiglia allargata in una roulotte in mezzo alla campagna del Gloucestershire e sfrutta il suo talento con i motori nell’unico modo che conosce: per rubare.

Come tutte le professioni, però, anche quella del criminale alla lunga stufa e Chad, che vorrebbe offrire una vita più dignitosa ai suoi due figli, decide improvvisamente di uscire dal giro, senza mettere al corrente della decisione suo padre Colby, il capobanda. Invischiato proprio dal padre in un colpo ai danni di un alto funzionario di giustizia e scampato per un soffio alla polizia, Chad è sempre più convinto di voler cambiare vita, ma dovrà rendersi conto che non esiste redenzione senza espiazione.

In un continuo alternarsi tra le adrenaliniche scene in macchina e quelle più lente, delle giornate al campo nomadi, Codice criminale scorre veloce, mettendo in luce, anche con gag divertenti, attriti famigliari e scelte di vita che, lasciando da parte rapine e fughe dalla polizia, non sono poi così lontane da quelle di ognuno di noi.

Di Barbara Cosimo