Viaggio a Mantova, il fascino dei Gonzaga. Nei luoghi di Isabella d'Este e Matilde di Canossa

Anna Castellana

Magazine, 28/06/2017.

In Lombardia Mantova appare come uno scrigno, che sprigiona tutto il fascino dei Gonzaga, la dinastia che la governò per quattrocento anni e che ne fece uno dei principali centri del Rinascimento italiano ed europeo. Non a caso nel 2008 è stata iscritta nella lista Unesco dei Patrimoni dell'Umanità e nel 2016 è stata designata quale capitale italiana della cultura. Attraverso i suoi monumenti la città rievoca in particolare due donne, che seppero imporsi in epoche di maschilismo imperante a dimostrazione che l'affermazione di sé è senza tempo.

La prima è Isabella d'Este, che da Ferrara nel 1490 andò in sposa a Francesco II Gonzaga, divenendo marchesa di Mantova con il motto Nec spe nec metu, vale a dire Né con speranza né con timore. Fu donna coltissima e mecenate: poté vantare un ritratto di Tiziano e un disegno preparatorio di Leonardo da Vinci; dettò moda anche alla corte di Francia con le sue invenzioni, per esempio l'acconciatura capigliara ideata per sembrare più alta; e seppe destreggiarsi in politica a forza di battagliare per arti, per cortesia e per raccomandazioni di parentela, com'è scritto nella sua biografia firmata da Maria Bellonci dal titolo Rinascimento privato, una lettura consigliabile.

Le note del liuto di Isabella si possono immaginare all'interno della Reggia dei Gonzaga, uno stupefacente complesso architettonico di 34mila metri quadrati. La visita può iniziare dal quattrocentesco Castello di San Giorgio, circondato dal fossato, che ben presto perse la funzione militare a favore di quella residenziale. Vicino si trova Piazza Castello, il più esteso tra gli spazi aperti del Palazzo Ducale. Fu elegantemente sistemata fra il Cinquecento e il Seicento. La pavimentazione di ciottoli è decorata con tarsie di marmo e lungo i portici si possono ammirare i resti degli affreschi rinascimentali con festoni di foglie e frutti legati da nastri. In maniera armonica si passa poi alla Basilica palatina di Santa Barbara, il cui campanile è un elemento caratteristico della skyline mantovana.

La figura di Isabella d'Este accompagna i visitatori sino alla Corte Vecchia, dove si ritirò a seguito della vedovanza, continuando a reggere lo Stato per il figlio prediletto Federico II. Fu grazie a lei che nel 1530 egli venne elevato a primo duca di Mantova, titolo feudale che lo rese più prossimo all'imperatore del Sacro Romano Impero. La Corte Vecchia comprende l'edificio più antico della reggia: il gotico Palazzo del Capitano, che ricorda come i Gonzaga diventarono signori di Mantova nel 1328 con la cacciata del Capitano del Popolo Bonacolsi. All'uscita dal Palazzo Ducale si sbuca su Piazza Sordello, da sempre la più importante della città, dove è gettonatissima la panetteria Pane al Pane. Vi si possono comprare la sbrisolona, la torta dolce di tagliatelle e i prodotti da forno tradizionali.

Palazzo Ducale sta a Isabella d'Este come Piazza delle Erbe sta a Matilde di Canossa. Chi era costei? Nacque a Mantova nel 1046 e fu una regina molto potente, dedita alla cultura fin da piccola, fervente cristiana e assidua sostenitrice del papato nella lotta contro l'impero, al punto da essere sepolta nella Basilica di San Pietro in Vaticano, nella tomba onore e gloria d'Italia scolpita dal Bernini. Fu capo di Stato per quarant'anni e comandate militare, i suoi territori si estendevano su buona parte dell'Italia settentrionale e centrale. Il modo di dire andare a Canossa deriva proprio dalle vicende della sua vita, quando nel 1077 al castello di Canossa Matilde intercedette presso il papa affinché concedesse la revoca della scomunica all'imperatore, il quale fu costretto a umiliarsi per ottenerla.

In Piazza delle Erbe Matilde di Canossa fece erigere la Rotonda di San Lorenzo, una copia della chiesa circolare costruita intorno al Santo Sepolcro a Gerusalemme: si tratta di un modello diffuso nel periodo delle crociate. L'edificio è dotato di un matroneo, rappresenta un notevole esempio di arte romanica e offre uno scorcio pittoresco accanto alla Torre dell'Orologio Astrologico. Matilde di Canossa voleva un luogo di culto idealmente collegato alla reliquia del Preziosissimo Sangue di Gesù, conservata dirimpetto nella Basilica Concattedrale di Sant'Andrea Apostolo. In quest'ultima riposa Andrea Mantegna, pittore alla corte dei Gonzaga e di Isabella d'Este.

Nei pressi del Rio, il canale artificiale che attraversa tutta la città, in via Trieste è aperta a pranzo e cena l'Antica Osteria ai Ranari, dove si servono i piatti tipici: salumi e riso della Pianura Padana, i tortelli di zucca (sono talmente caratteristici che tra i souvenir esistono le calamite a forma di tortello), i sostanziosi "capunsei" ossia gli gnocchi di pane della tavola contadina e lo stracotto di cavallo cucinato come una volta con la polenta. L'ambiente è rustico – da notare i portacandele fatti con i tappi di sughero – e l'ospitalità accogliente.

Di Anna Castellana

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