Leo Ortolani racconta la satira di Oh! Il Libro delle Meraviglie

Magazine, 20/06/2017.

Secondo quanto racconta l’oracolo Wikipedia, con il termine pensiero laterale, termine coniato dallo psicologo maltese Edward de Bono, si intende una modalità di risoluzione di dilemmi attraverso un approccio particolare, ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni.

Lo stesso meccanismo è quello proprio di chi è particolarmente dotato di umorismo (umorismo che è cognato del pensiero laterale, ma anche zio), ossia della facoltà di spiazzare l’interlocutore scatenando sorpresa, divertimento, fino alla risata.

Quanto questo talento è usato al meglio è anche veicolo per messaggi più complessi che, come per lo zucchero della pillola di Mary Poppins, consentono di digerire concetti decisamente più complicati come droga, mafia, razzismo, doppie punte…

In pratica, si parla sempre dell’uomo che entra in un caffè (splash!), ma elevato ad un livello diverso; il gioco di parole, la battuta sferzante non è più lo scopo, ma il mezzo. Spesso ci si trova a parlare di satira, soprattutto quando la stessa arriva a toccarci tanto nel profondo ma non risultare tollerabile, siamo o non siamo Charlie? e se lo siamo quanto lo siamo?.

È il solito rapporto a tre tra lo stolto, il dito e la luna. Spesso di fronte ad una battuta, un monologo, una vignetta audace, dovremmo interrogarci se sia la confezione a colpirci oppure il messaggio. Nel primo caso è sfottò, canzonatura, spesso bullismo, nel secondo satira; più forte il messaggio, più liberatoria la risata, più efficace la satira.

In questo scenario Leo Ortolani, il Venerabile, come amano chiamarlo i suoi estimatori, è autore satirico completo, talento esemplare di quello che si può fare con idee, testi e disegni ed un irrinunciabile gusto per la battuta. Ogni volta che si incrocia un lavoro di Leo Ortolani l’impressione che si ha è quella di trovarsi al cospetto di un fine umorista, vero, ma soprattutto di fronte ad un artista che fa satira, e la fa bene.

Il cartonato appena edito dalla Bao, Oh! Il libro delle meraviglie (244 pp – 18 euro) espone molto bene questa caratteristica dell’autore di Rat-Man e che da oltre vent’anni raccoglie consensi e risate. Il volume nel quale sono state riedite alcune strisce pubblicate una ventina di anni fa, è stata un’ottima occasione per fare qualche domanda a Leo, partendo proprio dalla genesi del volume.

«Sono andato in BAO, partendo da Parma, sono sceso a Milano Centrale, poi ho preso la metropolitana fin o a Milano Porta Garibaldi, giri l’angolo, c’è la casa editrice. La casa editrice ha preso le Meraviglie, le ha poi portate dal tipografo, ma da qui devi chiedere a loro. Poi il tipografo le ha consegnate al distributore e da quel momento in poi, i percorsi si sono moltiplicati per il numero delle librerie e delle fumetterie in tutta Italia». All’atto pratico la spiegazione più esauriente mai ricevuta sulla genesi di un volume.

«Ma forse volevi sapere altro. Tipo che queste storielle sono apparse per la prima volta a metà anni ’90 sulla rivista Totem, poi sono state pubblicate da Panini Comics, fino a farne una raccolta, nel 2006, che era esaurita ormai da anni. Comunque – aggiunge - per portarle in Panini Comics, avevo preso il treno per Bologna scendendo a Modena…».

Nel volume si sviluppano temi sociali, dal tossico al dipendente, dal vecchio al mafioso, passando per maschere grottesche, come quella del tifoso violento o il naziskin, che vengono svelate e mostrate nella loro pochezza, tradotta in una grande predisposizione a scatenare una risata.

Leggendo strisce satiriche di oltre vent’anni fa stupisce, e allo stesso preoccupa, osservare come non siano affatto invecchiate. Se da un lato questo conferma il talento dell’autore che continua ad essere originale dopo qualche anno, «in effetti – ammette – ero abbastanza bravo anche vent’anni fa, no?» dall’altro costringe a guardare una società che continua a mantenere inalterati i propri difetti.

«Bè – osserva – se restano attuali non è colpa mia. Purtroppo è il modo di sentire della società che cambia con una lentezza darwiniana. Pensate – ad esempio - a quando le donne erano considerate esseri inferiori, mentre adesso…Ah, scusa, ho sbagliato esempio». Appunto.

Il volume è un bestiario spietato eppure spassoso. La satira che diventa veicolo di analisi sociale. «Non ne ho veramente idea. Dicono che faccio satira, ma io metto solo il dito nelle piaghe del costato della società, e a volte stento a credere a quello che vedo. Va sempre a finire che poi mi devo lavare le mani».

Sfogliando il libro delle meraviglie riconosciamo le maschere che lo compongono e riusciamo a riderne, che è un modo efficace di esorcizzarle. Quelle che vent’anni fare erano eventi sociali in qualche modo riconoscibili e quindi contenibili, sono oggi ben rappresentati da utenti armati di stupidità e smart-phone.

L’abilità di Leo è saper mettere a nudo determinati comportamenti, per dare al lettore la forza di riderne ma anche una chiave di lettura inedita per analizzarli. «Più che altro è uno schema che utilizzo. Devi girare attorno a quelle che chiami fenomeni, per vederne tutte le angolazioni. Solo avendone una visione di insieme ne ottieni un effetto tridimensionale». Una volta approfondito, dice Leo, «il fenomeno non resta bidimensionale, come spesso si tende a voler vedere, semplicemente per pigrizia e perché a cercare di capire si fa fatica».

Quando si resta sulla superficie «è molto più comodo giudicare. Giudicare le cose senza conoscerle, è decisamente appagante». «Se non fosse così – dice riferendosi al nesso tra scarsa volontà di informarsi e eccellente attinenza al commento molesto - non si spiegherebbero i commenti che abbondano in rete».

La vena comica di Ortolani è apprezzata dal pubblico da oltre vent’anni. Rat-Man resta una delle creature da edicola più apprezzate, un affetto che l’autore ricambia con una produzione mai meno che buona. Tanto in Rat-man quanto nelle altre pubblicazioni, Il Venerabile Ortolani mantiene alta la qualità delle storie, mostrando una vena comica che appare, in chiunque lo legga, inesauribile.

Negli anni ha saputo elaborare e trasformare il concetto di parodia, ammirato in tante opere dissacranti dei classici, dal palindromo Star Rats a Walking Rats passando per Harry Potter fino alle recensioni a fumetti - raccolte un anno fa in Cinemah – Il buio in sala da Bao, sono molti i treni che collegano Parma a Milano, e che hanno cambiato l’occhio con cui vengono guardati i Blockbuster hollywoodiani.

Nelle sue tavole si gode del gusto per la trovata spiazzante, per il ricorso al grottesco che viaggia sempre a margine del politicamente corretto, tutti elementi tradizionali, eppure rivoluzionari. «La fai sembrare una cosa superdifficile», racconta, «e anche un po’ studiata… Invece è solo la Natura. La Natura che ha baciato questo omino, che sono io, con il dono dell’umorismo. Tieni conto – confessa – che io però avevo chiesto di essere alto e bello». Invece gli è toccato l’umorismo, certo, poteva andare peggio, poteva piovere.

Nel momento in cui in edicola stanno uscendo i capitoli finali di Rat-Man, è inevitabile chiedersi quali siano i prossimi progetto. «I progetti in essere – racconta - sono così tanti che dovrò sfoltirli per forza e diradarli nel tempo, sennò muoio. Per il momento – annuncia – aspettatevi di andare tutti sulla Stazione Spaziale Internazionale, insieme a Paolo Nespoli e a Rat-Man, grazie a un volume fortemente voluto dall’ASI (agenzia Spaziale Italiana) e dall’ESA (European Space Agency), che si sono rivolte a Panini Comics, arrivando fino a me. Il volume, intitolato C'è spazio per tutti, dovrebbe essere presentato a Lucca Comics, a fine ottobre 2017. Il che vuol dire che sono già in ritardo, nel disegnarlo».

E poi un folle progetto con la Bonelli, folle e dylaniato. «Il mio progetto Groucho– i rumors parlano di una serie di speciali d’autore dedicati alla spalla dell’Indagatore dell’Incubo - in Bonelli è stato trasformato direttamente in una parodia di Dylan Dog, che dovrebbe vedere la luce nel 2018. Ma questi sono solo due dei progetti che stanno spingendo per uscire. Dalla mia testa, eh? – chissà cosa avevo capito - Specifico solo da dove escono, mi pare corretto»

Inevitabile per i fan genovesi chiedersi se nel giro promozionale che Leo sta facendo per parlare di Oh! Ci sia anche Genova. Da Parma si prende il treno che arriva a Piazza Principe eccetera…

«E chi lo sa?» risponde.

«Lo vedremo strada facendo, come diceva Baglioni. Che non sei più da solo. E se sentirai la strada far battere il tuo cuore, rallenta, che ci hai un’età». Che alla fine - Il Venerabile e Saggio Leo Ortolani – c’ha anche ragione.

Di Francesco Cascione

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