Corniche Kennedy: al cinema la Francia delle contraddizioni, tra cielo e mare

Magazine, 16/06/2017.

Nei dintorni di Marsiglia c’è un tratto di strada che costeggia il mare che ogni giorno, durante l’estate, viene percorsa da centinaia di turisti. La Corniche du Président Kennedy, però, non attira solo i vacanzieri, ma anche ciurme di ragazzini che ogni anno, durante la bella stagione, usano questa strada a picco sul mare come trampolino di lancio verso le onde.

Si apre così, con un tuffo nel vuoto che appare come una richiesta di fiducia, Corniche Kennedy, il film francese di Dominique Cabrera tratto dall’omonimo romanzo di Maylis de Kerangal. Protagonisti della narrazione sono un gruppo di ragazzini, provenienti da ambienti difficili, che sfogano la monotonia e le varie mancanze buttandosi a capofitto nella vita, come se fosse un’altissima scogliera da cui basta saltare giù per dimenticare i problemi.

Tra loro solo Suzanne (Lola Creton) viene da una famiglia altolocata, ma lei più di tutti è attirata da quello che si nasconde al di là del muro di sicurezza e della legge. Come gli altri ragazzi del film, Suzanne ha bisogno di sentire la vita con tutti i cinque sensi e di assaporarne, più di qualsiasi altra cosa, la libertà e la ribellione.

Persino la poliziotta che ne segue da lontano le vicende sembra incuriosita e impressionata dalla loro spregiudicatezza, da quella assoluta mancanza di paura che guida le vite degli altri personaggi sempre più in alto, verso il cielo blu sopra Marsiglia e poi di nuovo in basso, nelle sue acque limpidissime.

A fare da contraltare agli ambienti naturali e liberi delle inquadrature di questa splendida cornice francese, il risvolto negativo della città: la zona grigia delle strade, teatro di spaccio di una gang cittadina che finisce per coinvolgere nei suoi giri anche i ragazzini protagonisti.

Corniche Kennedy è un film da vedere, con volti giovani e freschi, lontani da quelli preconfezionati a cui il cinema, soprattutto americano, ci ha abituati. Un film che fa venire voglia di correre, in motorino o a piedi, come i protagonisti, a capofitto verso il mare e verso il futuro.

Di Barbara Cosimo

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