La Bestia, la caccia al mostro in un romanzo a fumetti

Magazine, 12/06/2017.

Copertina dai colori forti, annuncio di una violenza raccontata con capacità e mestiere al suo interno.

Il romanzo a fumetti La Bestia di Enna e Siniscalchi (Sergio Bonelli Editore – 288 pp, 9,90 euro), si presenta senza alcuno sconto, con la promessa di colpire il lettore fin dal suo acquisto.

È un racconto su cacciatori e prede: vittime contro carnefici, poliziotti contro criminali, profiler e la caccia ad un serial killer. Enna affronta il tema della caccia al mostro offrendo una finestra su un ampia fascia temporale, che parte dall’estate del 1969 per svilupparsi lungo la storia americana che arriva agli anni Novanta, mettendo in scena personaggi credibili ai quali Siniscalchi da forma con il suo tratto nervoso eppure dettagliato, un abito che ben calza all’America ricca di opportunità e contraddizioni tra il Maccartismo e l’approssimarsi del XXI secolo.

Il romanzo affonda le sue radici nella tradizione noir di Ellroy, abilmente arricchita dalla presenza di Mary Jane, un personaggio femminile che molto ricorda la affascinante e tenace Clarice Starling de Il Silenzio degli Innocenti, il secondo romanzo che Thomas Harris ha dedicato ad Hannibal Lecter, icona da oscar per Sir Anthony Hopkins.

Bradley East è invece un poliziotto che non esita a superare i limiti imposti dalla legge pur di fermare i criminali; non ammette mezze misure e  che paga le sue scelte, i suoi successi e fallimenti, in prima persona. I due opposti carismi sono destinati ad convergere, mentre sullo sfondo si muove un serial Killer che uccide giovani donne.

La divisione ideale in tre capitoli è utilizzata per aprire e chiudere trame con discrezione e decisione e per fornire sempre nuovi elementi per andare avanti. Enna è abile a costruire sotto-trame funzionali. I protagonisti vengono immersi in un racconto corale nel quale ogni elemento trova infine una collocazione ideale.

Condividiamo la decisione di MJ di procedere cocciutamente lungo un canale di inchiesta improbabile ma plausibile, che sia un’abile investigatrice è evidente da subito, e ci sentiamo parte del suo relazionarsi con personaggi ora miseri ora patetici.

Le interazioni di MJ vengono messe al centro del racconto. Il suo rapporto con il capo dipartimento, una spalla molesta che aiuta a sdrammatizzare e consente di fare il punto passo passo e infine Bradley: l’uomo che non riesce a comprendere a fondo. Lo segue, lo aiuta, lo comprende pur ritenendolo in cima alla lista dei sospettati durante la sua caccia ad un assassino di giovani donne.

Mentre l’autore dissemina indizi, scoperte e colpi di scena, racconta anche di un metodo scientifico applicato alla caccia all’uomo che è embrionale nei 60, ma che è al contempo destinato a diventare via via più strutturato. Nel fare questo racconta anche dell’emergere di un genere letterario che ha fatto dell’indagine comportamentale il proprio marchio di fabbrica.

Il risultato è lavoro di pregio. Enna si conferma abile architetto nella costruzione di trame delle tinte nere. Interessante anche la cornice storica conferita, un contesto conosciuto e reso con attenzione. Un Romanzo che merita una lettura approfondita, anche su più passaggi, per poterne cogliere dettagli e sfumature.

Di Francesco Cascione

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