Charlie Hunnam e Jude Law in King Arthur, il potere della spada

Magazine, 11/05/2017.

Alcune storie attraverso i secoli e i continenti; vengono passate di bocca in bocca, rivisitate, rappresentate, scritte, fino a raggiungere un pubblico talmente ampio da diventare parte dello stesso bagaglio culturale di un popolo. Tra queste storie, la leggenda di Re Artù sembra essere una tra le più apprezzate in tema di rivisitazioni.

L’ultima variazione cinematografica, King Arthur – il potere della spada, per la regia di Guy Richie, ci racconta la storia del re medievale più amato, prima dell’inizio della leggenda, quando Artù (il biondo Charlie Hunnam di Sons of Anarchy), dopo la morte del padre Uther di Camelot (Eric Bana) per mano del perfido zio Vortigern (Jude Law) viveva per la strada, ignaro del suo lignaggio e abilissimo nel guadagnarsi la pagnotta con il mestiere più vecchio del mondo… il furto.

Mentre lui se la gode tra i parchi divertimento della vita dei sobborghi medievali inglesi, lo zio, nel frattempo re di Camelot, è però deciso a farlo uscire allo scoperto per liberarsene una volta per tutte e, per attirarlo allo scoperto, bandisce una prova di forza per tutti i baldi giovani camelottiani che consiste nel tentare di estrarre Excalibur dalla roccia.

Tra combattimenti - rigorosamente a petto nudo - elefanti grandi come palazzi, affascinanti sirene e misteriose fanciulle, si può dire che l’unica cosa di cui davvero si senta la mancanza in questo remake sia l’intramontabile mago Merlino, qui sostituito dalla maga Gwynevere. E se in questa versione non vi è traccia della seria riambientazione storica del film King Arthur di Antoine Fuqua, la storia di Guy Richie è comunque capace di regale un piacevole intrattenimento, ponendosi a metà tra il fantasy e il film d’azione e mixando questi generi con un collante senza paragoni: una buona dose di ironia

Di Barbara Cosimo

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