«Aiuto, sono attratto da me stesso!»

Magazine, 18/01/2017.

Salve,
sono un ragazzo adolescente e ho un dubbio frequente da un paio d'anni. Credo di essere attratto da me stesso.

Quando mi guardo allo specchio, mi capita di eccitarmi guardando il mio stesso corpo. Mi ritengo una persona dall'autostima alta, forse anche troppo.
Ma non credo che sia normale tutto ciò.
Soprattutto perché spesso mi ritrovo ad eccitarmi per fantasie nelle quali la mia persona è messa in imbarazzo, ma sono sempre e solo io il centro delle mie fantasie.
Quest'imbarazzo nelle mie fantasie è collegato alla poca mascolinità, che domina i miei pensieri.
E se non c'è imbarazzo, non c'è alcuna risposta da parte del mio corpo.
Inoltre mi è capitato di innamorarmi di un mio amico (maschio appunto) il quale molti dicono assomigliarmi.
Ed è indubbiamente vero, lui mi somiglia e forse lui mi piace proprio per questo.

Tra l'altro è una persona molto soggetta all'imbarazzo, ha sempre quel sorrisetto tipico di chi si vergogna, e questo, credo, sia collegato al mio problema con il sentimento di imbarazzo.
Il problema è che ho paura che come in tutte le mie fantasie, questa infatuazione sia causata solo dall'imbarazzo che avrei se fossi gay (non sono sicuro di esserlo).

Ma poi? Se questo amore dovesse un giorno avere luogo, una volta finito l'imbarazzo, che è quello che causa tutto, non ci sarebbe più sentimento da parte mia?
Sono davvero condannato a vivere una vita nella quale la mia sessualità è rivolta verso di me e verso l'imbarazzo di me stesso?

Mi è anche capitato di avere un'infatuazione per una ragazza; io la adoravo, ma per il suo corpo, come per il corpo di qualsiasi altra ragazza, io non provo la benché minima attrazione.
Per il corpo maschile mi capita di provarla, ma sono sempre convinto che sia dettata dal fatto che il sentimento di imbarazzo mi piace e apprezzare il corpo maschile mi imbarazza. Come posso fare ad avere una sessualità normale, a vivere una vita con qualcun altro, se questo deve essere uguale a me e ciò debba imbarazzarmi per piacermi?

La ringrazio in anticipo.

Buongiorno a Lei,

ho letto più volte la sua mail per cercare di capire cosa lega assieme tutte le diverse problematiche che lei solleva. Ed alla fine credo che la risposta sia davvero una sola.

Lei comincia dicendo che crede di essere attratto da se stesso e questo potrebbe essere un aspetto narcisistico, presente in molte persone (ad esempio in persone di spettacolo) caratteristica che, a piccole dosi, è quasi augurabile.

Banalmente è molto meglio piacersi piuttosto che non-piacersi.
Poi, ritiene di avere una sin troppo grande autostima ed allo stesso tempo, non crede che ciò sia normale (chissà perché?) Ma forse, anche se lei non lo dice apertamente, il suo dubbio è riferito alle sue fantasie.

Anche se, a pensarci bene le fantasie non hanno l'obbligo di essere normali.
A seguire, le è capitato (capitato?) di innamorarsi di un amico. Ma anche qui compare un altro dubbio: ovvero che la sua infatuazione sia dovuta solo alle sue fantasie perche non è sicuro di essere gay.

Come riprova racconta di essersi anche infatuato (diverso da innamorato?) di una ragazza che adorava, ma per la quale non provava attrazione (lei dice che forse era perche non provava imbarazzo). Non le nascondo che tutte queste nominalizzazioni, attrazione, adorazione, imbarazzo sono forse chiare a lei che scrive e le ha provate, ma non altrettanto chiare per chi legge e non sa esattamente, nei fatti, di che cosa stiamo parlando.

E dopo tutti questi dubbi , generalizzazioni, e fantasie non usa più il forse, ma passa con decisione al temere di essere condannato dalle sue fantasie a dei rapporti che non la convincono.

E chiude arrovellandosi se potrà mai avere una sessualità normale.
Bene. Sa cosa lega assieme tutto ciò?

La sua età! Che non esplicita, ma si presenta come un ragazzo adolescente e quello che le capita è tipico della fase adolescenziale, Un periodo di grandi rivoluzioni e di transizione. Una fase della vita in cui non si è più dei bambini, ma neppure si è adulti.

Un periodo in cui la testa sa pensare su una scala immensamente nuova ma che, in pratica, c'e' ancora tutto un mondo che deve essere ancora esplorato, provato e conosciuto e non solo pensato. E dove niente è ancora definitivo.

Se rilegge la sua mail lei troverà un’enorme concentrazione di elementi discordanti, messi tutti assieme in un unico contenitore. Cosi troviamo una sin troppo grande autostima con una serie di paure e di dubbi che con l'autostima hanno ben poco a che fare.

E men che meno ha a che fare con l'imbarazzo Altra definizione di un sentimento ambiguo, ovvero che si presta ad infinite interpretazioni tanto da perdere di significato.

Dunque vive e si perde nelle fantasie e nei tanti pensieri che ne derivano dalle attrazioni alle infatuazioni. Pensieri che sovrappone e confonde e di cui non è del tutto sicuro ma che, allo stesso tempo, teme possano essere una condanna permanente.

E quindi se, all' inizio, si piace, cosi tanto da sfiorare il narcisismo, alla fine, pensa di non essere all' altezza di una sessualità normale.

Una specie di gatto che rincorre la propria coda.
Ma detto questo, resta il fatto che, sebbene la fase adolescenziale sia un aspetto, inevitabile, della crescita personale, lei è davvero molto confuso e forse le gioverebbe parlare più a lungo e riflettere più in dettaglio, possibilmente con l'aiuto di uno psicoterapeuta, di questo suo stato attuale, che fa fatica a capire e che la preoccupa.

Non tanto per risolvere tutti i suoi dubbi e le sue inquietudini, quanto per affrontarli con più serenità e con più fiducia in un suo sviluppo verso un se stesso, più consapevole e sicuro! (lei direbbe normale ma è un termine che si presta a fraintendimenti e che non amo usare).

Saluti
Dott. Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Mental Coach
Genova

Di Marco Ventura

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