Coronavirus, la Lombardia chiude (quasi) tutto fino al 15 aprile: i divieti della nuova ordinanza

Milano, 21/03/2020.

25.515 positivi e 3.095 morti: questi i numeri, aggiornati a sabato 21 marzo 2020, della sempre più drammatica emergenza Coronavirus in Lombardia: Bergamo è la provincia più colpita, ma in tutta la regione i casi sono in continuo aumento, Milano compresa. Da tempo la Regione Lombardia chiede misure più stringenti al Governo: l'ordinanza ministeriale anti Coronavirus di venerdì 20 marzo ha in parte esaudito le richieste del presidente Attilio Fontana, ma non del tutto. Ed è per questo che sabato 21 marzo - esattamente un mese dopo il primo caso di Coronavirus a Codogno - Fontana ha firmato un'ordinanza regionale che prevede ulteriori stringenti limitazioni per frenare la diffusione del Coronavirus.

La nuova ordinanza - emanata d’accordo con i sindaci della Lombardia, con le associazioni di categoria e con le parti sociali - include norme che vanno a sommarsi a quelle contenute nell'ordinanza ministeriale anti Coronavirus di venerdì 20 marzo (che a sua volta integrava le precedenti norme già in vigore in tutta Italia in tema di Coronavirus) ed è valida da domenica 22 marzo a mercoledì 15 aprile 2020. «Una decisione dettata dal serrato confronto con le nostre autorità sanitarie che ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare. Non so più come dirlo: solo con l’estrema limitazione dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire questa tendenza», scrive Fontana sul suo profilo Facebook.

Tra i principali punti dell'ordinanza il divieto assoluto di praticare attività sportiva all'aperto (anche singolarmente), la sospensione dei cantieri in corso, la chiusura di uffici pubblici e studi professionali in tutta la Lombardia. Permane ovviamente l'obbligo di restare a casa (se non per motivi di salute, di lavoro o comunque di estrema necessità, e sempre con l'ormai nota autocertificazione in tasca) e di non formare gruppi o assembramenti di qualunque genere (a tal proposito la nuova ordinanza lombarda prevede multe fino a 5 mila euro per i trasgressori), così come permangono le chiusure di scuole, cinema, musei, teatri, locali e ristoranti. Restano aperti i negozi che vendono alimentari, farmaci e prodotti di prima necessità.

Le nuove regole anti Coronavirus in Lombardia fino al 15 aprile

Riportiamo di seguito l'elenco delle principali limitazioni introdotte dall'ordinanza firmata sabato 21 marzo dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che amplia le decisioni del Governo con ulteriori interventi. L'ordinanza è valida sul territorio di tutta la Lombardia a partire da domenica 22 marzo e fino a mercoledì 15 aprile.

  • divieto di assembramento nei luoghi pubblici - fatto salvo il distanziamento (droplet) - e conseguente ammenda fino a 5 mila euro;
  • sospensione dell'attività degli uffici pubblici, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;
  • sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali;
  • sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti;
  • sospensione delle attività inerenti ai servizi alla persona;
  • chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza;
  • chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza (gli ospiti già presenti nelle strutture devono lasciarle entro le 72 ore successive all’entrata in vigore dell’ordinanza);
  • fermo delle attività nei cantieri edili (sono esclusi dai divieti quelli legati alle attività di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari);
  • chiusura dei distributori automatici cosiddetti h 24 che distribuiscono bevande e alimenti confezionati;
  • divieto di praticare sport e attività motorie svolte all'aperto, anche singolarmente.

Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, valgono le prescrizioni su distanziamento degli utenti contenute nelle due ordinanze regionali già in vigore. Resta affidata ai sindaci la valutazione di ampliare ulteriormente le disposizioni restrittive in base alle rispettive esigenze.

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