Coronavirus, lo psicologo: come affrontare la paura e come spiegarlo ai bambini

Magazine, 13/03/2020.

L'emergenza Coronavirus ci sta mettendo a dura prova: abitudini stravolte, preoccupazioni per un virus sconosciuto, corse al supermercato e smart working, figli a casa e convivenza forzata. Rintanati nelle nostre case siamo bombardati da informazioni che se da un lato sono importanti, dall'altro possono aumentare la nostra percezione del rischio e quindi la paura, facendola diventare ansia.

Come fare quindi a gestire al meglio questa emergenza senza farsi sopraffare? Lo abbiamo chiesto alla presidente dell'Ordine degli Psicologi della Liguria Mara Donatella Fiaschi, che ci aiuta a leggere il tempo che stiamo vivendo e risponde partendo da una premessa: «La paura è un'emozione naturale potente e utile che serve per prevenire e evitare i pericoli. Non va negata, perché se contenuta ci fa essere prudenti. Però, quando il pericolo è nuovo e sconosciuto, non avendo un'esperienza pregressa, succede che possiamo provare una paura incontrollata, quasi panico, che non ci aiuta a seguire tutte le azioni che ci vengono indicate».

La paura incontrollata per l'incognito e la sovraesposizione alle informazioni, infatti, generano due reazioni, o il panico, per intenderci quello che ha portato a svuotare i supermercati in piena notte per non rischiare di rimanere senza cibo (un rischio irreale perché i rifornimenti sono garantiti) o l'assalto ai treni dal Nord verso il Sud; oppure la sottovalutazione del rischio, come quello che ha portato molte persone ad ammassarsi per le strade, ad uscire la sera e continuare a incontrasi nei locali, emblematica la foto di Boccadasse invasa dai turisti. «È stato difficile far capire alle persone di dover seguire determinate indicazioni - spiega la dottoressa - proprio perché, trattandosi di un pericolo nuovo,  si sono sovraesposti a un'informazione incontrollata e a volte contraddittoria e la sovraesposizione tende a far sottovalutare o sopravvalutare il pericolo».

Come ritrovare l'equilibrio?
«Quello che noi abbiamo suggerito, come psicologi, è di avere una giusta considerazione del pericolo che ci aiuta ad aumentare la nostra capacità di adattarci alle situazioni».

Ma non è questo l'unico accorgimento, infatti l'Ordine Nazionale degli psicologi, ha stilato un Vademecum, che sarà reperibile oltre che online anche in tutte le farmacie, con dei consigli per aiutare le persone ad affrontare l'emergenza Coronavirus
«Tra le indicazioni c'è anche quella di attenersi ai fatti, al pericolo oggettivo, per non trasformare la paura in panico: per esempio, sappiamo che il virus è molto contagioso, ma sappiamo che su 100 persone la maggior parte ha sintomi lievi e che le restrizioni sono assolutamente necessarie per arginare l’epidemia e permettere agli ospedali e ai medici di assistere chi ha bisogno di terapie».

Capire il perché dei provveddimenti, decodificarli e dargli una spiegazione oggettiva, aiuta a non cadere in paure infondate
«Perché se  ci facciamo prendere dal panico la nostra capacità di giudizio può affievolirsi e succede quello che abbiamo visto alle stazioni del Nord o ai supermercati».

È importante non esporsi troppo alle informazioni?
«Bisogna aggiornarsi attraverso fonti affidabili, e non seguire tutti i programmi televisivi che parlano di Coronavirus, ma distrarsi dedicandosi ad altro. Anche questo è un modo per proteggersi».

Anche la quarantena può diventare una risorsa
«Possiamo approfittare di questi giorni per leggere un libroguardare un film, cucinare (ecco alcune ricette: tiramisù al caffètiramisù alle fragolearancini ndr), o chiamare gli amici. Sono cose semplici ma che se seguite ci aiutano a distrarci. E questo ci consente di non andare in ansia».

Come comportarsi con bambini e adolescenti?
«Bisogna dire la verità senza giri di parole. La verità è che ci sono degli scienziati che stanno seguendo quello che sta succedendo, che ci danno indicazioni e che c’è un modo per contenere l’epidemia, che è quello di stare a casa. Per gli adolescenti, che sono più restii, queste restrizioni, ad esempio, aiutano i genitori a non farli uscire, e possono usare la tecnologia per rimanere in contatto con gli amici. In questo la scuola ha dimostrato una grande capacità di adattamento».

Da un giorno all'altro ci si è trovati di fronte a una convivenza forzata, come gestirla? In Cina, ad esempio, dopo il Coronavirus sono aumentate le richieste di divorzio
«Intanto, tutto dipende dal rapporto che si aveva prima. È reale che possano esserci dei momenti di conflittualità, ma se ci si vuole bene si vede l’aspetto positivo di questa situazione: si ha più tempo per stare insieme, si può giocare con i figli (alcune idee: Il gioco delle ombre5 siti per imparare divertendosii cartoni animati in tv ndr), si possono fare cose piacevoli. Se c’è un buon equilibrio le cose possono andare bene. Nelle situazioni più critiche si possono invece trovare delle mediazioni, ritagliandosi degli spazi individuali, come fare la spesa a turno»

Un grande sforzo lo sta sostenendo il personale sanitario
«L'Ordine Nazionale degli Psicologi, infatti, ha deciso di fornire assistenza al personale sanitario, medici e infermieri, che potranno affidarsi, nel caso ne avessero bisogno e ne facessero richiesta, agli psicologi presenti nelle strutture sanitarie pubbliche. Per avere un supporto psicologico»

Un aiuto è rivolto anche ai cittadini
«Come ordine regionale della Liguria, ma non siamo i soli, stiamo attivando un numero per il supporto psicologico della popolazione. Ci siamo interfacciati con le principali associazioni di gruppi di psicologia dell’emergenza, legate a terremoti, alluvioni, crollo del ponte Morandi»

Insomma, si fa squadra, per affrontare e superare un'emergenza che «mette in gioco la nostra salute e quella della collettività», ma dalla quale ne usciremo trasformati, forse un po' acciaccati, ma sicuramente più forti e con più strumenti per affrontare anche ciò che non conosciamo e ci spaventa.

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