Genova: a Palazzo Ducale riaprono Saloni e mostra Anni Venti, prorogata al 22 marzo

Maurizio Beatrici, wikipedia

Genova, 02/03/2020.

In seguito alle nuove disposizioni emanate dalla Regione Liguria riguardante l'emergenza Coronavirus, nella giornata di lunedì 2 marzo 2020, Palazzo  Ducale di Genova apre al pubblico i suoi Saloni (dalle ore 10 alle 19) e, nel pomeriggio (dalle ore 15 alle 19), la mostra Anni Venti. L’età dell’incertezza, che chiudeva il 1 marzo ed è stata prorogata fino a domenica 22 marzo.

Inoltre, in osservanza delle disposizioni dell’ordinanza n°2/2020 “Misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19” firmata dal Presidente della Regione Liguria  Giovanni Toti in data 01/03/2020, l’accesso a Palazzo Ducale è consentito con ingressi frazionati e diluiti.

Un’occasione da non perdere  per vedere le splendide Sale del Minore e Maggior Consiglio e la mostra Anni Venti, che con più di 100 opere, alcune tra le più significative di quel periodo, offre uno sguardo originale sul quel decennio, mettendone in luce non tanto gli aspetti esteriori del glamour, nei quali si incarnarono il desiderio di evasione e di appagamento sensoriale, quanto piuttosto i lati più oscuri, inquieti e irrazionali. In mostra tra le altre opere di Carlo Carrà, Felice Casorati, Galileo Chini, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Achille Funi, Virgilio Guidi, Alberto Martini, Arturo Martini, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Alberto Savinio, Scipione, Gino Severini, Mario Sironi, Adolfo Wildt.

Gli anni venti furono anni complessi, tanto ruggenti e sfavillanti quanto inquieti. Anni cruciali di passaggio tra la Grande Guerra, con la fine dell’ottimismo e delle certezze che avevano caratterizzato la Belle Époque, e la crisi mondiale del decennio successivo. Una crisi che, annunciata nel 1929 dal crollo di Wall Street e seguita dalla progressiva affermazione di regimi dittatoriali sullo scacchiere internazionale, si concluse poi con la tragedia della seconda guerra mondiale.

Il clima generale di incertezza, determinato dagli effetti del conflitto, dalla difficile transizione economica e dalle rilevanti trasformazioni sociali e culturali, si riflette in pieno nelle ricerche artistiche di quegli anni. Caratterizzate da una straordinaria varietà linguistica, esse rappresentano il termometro di un’epoca convulsa, complessa e indeterminata, nella quale possiamo ritrovare dirette corrispondenze con la nostra.

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