Genova, per gli esperti il cucciolo di orca è morto. «La madre cerca di farlo respirare»

Genova, 05/12/2019.

La favola delle cinque orche, che da domenica 1 dicembre nuotano nel porto di Genova Voltri-Prà, a pochi metri dalla riva, ha un triste epilogo. Pare certa, infatti, la morte del cucciolo di orca, già visto in difficoltà nei giorni scorsi. Gli esperti di Acquario di Genova e Istituto Tethys, insieme ad alcuni osservatori di Whale watch Genova Golfo Paradiso, grazie alla collaborazione della Guardia Costiera, hanno effettuato nella mattinata di giovedì 5 dicembre un nuovo sopralluogo nell'area interessata per osservare la situazione dei 5 esemplari di orche (1 maschio adulto, 1 femmina con il suo cucciolo e altri 2 esemplari adulti), che stazionano da giorni in uno specchio d'acqua limitato. Un comportamento che ha destato parecchi dubbi.

Nonostante le condizioni marine non abbiano permesso un’osservazione ottimale, gli esperti hanno osservato che il cucciolo non sembra dare segni di vita (assenza di soffio visibile dallo sfiatatoio). La madre potrebbe tentare di tenerlo in superficie per garantirne la respirazione, come fanno normalmente nel caso in cui il piccolo abbia difficoltà a raggiungere la superficie per respirare.

In taluni casi si è osservato che questo comportamento di assistenza si è prolungato per diversi giorni oltre la morte del piccolo. Non è possibile alcun tipo di intervento di soccorso, gli esperti si possono limitare alla sorveglianza e al monitoraggio del gruppo di orche per ottenere informazioni indirette sul loro stato di salute. Si spera che le condizioni meteo marine dei prossimi giorni consentano agli esperti di tornare per effettuare osservazioni migliori. La speranza è che, nei prossimi giorni, le orche prendano il largo in lidi più sicuri.

Per garantire agli animali, che certamente si trovano in una situazione di stress, il minor disturbo possibile permane la validità dell’ordinanza emanata dalla Capitaneria di Porto di Genova per limitare l’interferenza tra l’attività di navigazione e la presenza dei cetacei. È vietata pertanto la navigazione e qualsiasi attività subacquea nell’area della cosiddetta “zona di precauzione” prospiciente l’ingresso al bacino portuale di Prà.

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