Boul & Co. A Milano il poke hawaiano è anche in versione mediterranea

Beatrice Pilotto
Boul & Co. Cerca sulla mappa

Milano, 28/02/2019.

È innegabile: a Milano il poke, il sushi delle Hawaii, vince facile. Preparato in ciotole con riso, pesce e vegetali, è una delle tendenze gastronomiche del momento: i salutari e colorati bowl nel capoluogo lombardo spopolano come non mai e si declinano in tante varianti. Sono numerose le insegne a tema nate negli ultimi tempi per proporre il fortunato cibo del Pacifico.

Ultima nata Boul & Co, a due passi da corso Como e da Eataly Smeraldo, dove il poke viene preparato con ingredienti rigorosamente mediterranei. L’idea? Arriva da cinque ragazzi italiani che si sono conosciuti a Hong Kong nel 2014 durante un master (Alan, Matteo, Luca, Flavio e Giuseppe, tutti professionisti under 40). «Abbiamo deciso di chiamarlo boul e non poke bowl per rispetto della ricetta originale, dal momento che abbiamo inserito ingredienti italiani, allontanandoci dalla formula hawaiana», raccontano. «Abbiamo in programma di aprire quattro negozi in totale qui a Milano».

Ed ecco un localino luminoso e accogliente, dal design contemporaneo, progettato da Studio A Architecture, aperto da mattino a sera (da provare, a colazione, il tazzone di caffè filtrato con il cookie servito a mo’ di coperchio). Qui l’atmosfera è easy e rilassata, ci si ferma per un boccone o si prende e si porta via. In menu? Ben dieci boul che portano nella ciotola di ceramica una ventata di aria mediterranea, nel segno della contaminazione gastronomica. La base si può scegliere tra riso, riso venere e cubetti di patate al vapore.

Si va dal Sisily, con tonno rosso crudo con la sua marinatura di salsa di soia, granella di pistacchio di Bronte, pomodorini gialli, capperi di Salina, fave fresche, uova di salmone, alga nori e condimento a base di salsa piccante al limone, al Let’s Amalfi, preparato con tartare di salmone, olio, sale, pepe, rucola, uova di quaglia marinate, briciole di pomodori secchi, olive taggiasche, zeste di limone candito di Amalfi, aneto. Oppure, c’è l’originale Cacio e pepe, con polpo cotto a bassa temperatura, burrata pugliese, pomodorini gialli, cipollotto, uova di quaglia marinate, alga nori, accompagnato da salsa cacio e pepe. Spettacolare, poi, Fumo di Sicilia, con gamberi rossi di Mazara crudi, pomodori verdi, cipolla di Tropea, erba cipollina, arance, finocchietto, alga nori, servito con salsa piccante alla sriracha e una scenografica affumicatura al melo, con tanto di fumo sotto la cloche.

Una volta terminato il contenuto della ciotola (tutte realizzate ad hoc da Este Ceramiche Porcellane), la sorpresa è il messaggio della fortuna sul fondo: frasi che giocano con ironia intorno alla parola boul. E per stuzzicare la creatività degli ospiti, i cinque titolari si sono inventati l’iniziativa La Boul dei desideri: su apposite card i clienti possono scrivere quale messaggio vorrebbero trovare sul fondo della propria boul. Ogni mese la più bella verrà dipinta su una nuova ciotola di cui sarà omaggiato l’autore.

E per chi non vuole la boul? Ci sono in menu le insalate, ma anche quattro tipologie di bao, i panini al vapore cinesi - altra mania milanese recente - che vengono proposti in chiave italiana, con polpo o con salmone. Tutto, insomma, nel segno della contaminazione culturale. Da bere consigliamo una delle rinfrescanti centrifughe preparate al momento. E i prezzi? Sono leggeri come una boul, che costa da 9 a 16 euro.

Di Mariarosaria Bruno

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