Lo schiaccianoci: luci, magia e atmosfere fatate per il balletto di Natale

Genova, 21/11/2018.

Canto di Natale di Dickens, La vita è meravigliosa di Frank Capra, Una poltrona per due di John Landis: storie ambientate a Natale, diventate le storie che si raccontano a Natale. Come Lo schiaccianoci di Čajkovskij, il balletto che il Teatro Carlo Felice mette in scena dal 20 (ore 20) al 23 dicembre (ore 15.30).

Una favola dalla lunga vita, come tutte le favole, d’altronde, che non si limitano a raccontare delle storie, ma vanno a pescare nelle profondità del nostro inconscio, laddove si formano le nostre paure e i nostri sogni più segreti. Nel caso dello Schiaccianoci, le angosce e le speranze sono quelli di una bambina, Clara, che si sogna minacciata da topi spaventosi (i parenti riuniti per il Natale), protetta da un Principe salvatore (il soldatino schiaccianoci che ha ricevuto in regalo) e accolta, alla fine, nel regno dei dolciumi, la terra della felicità nell’immaginario infantile.    

La vicenda, intitolata originariamente Lo schiaccianoci e il re dei topi, nacque nel 1816 dalla fantasia di E.T.A. Hoffmann, scrittore-musicista romantico tedesco dalla vena bizzarra, visionaria e delirante. Nel 1844 fu importata in Francia da Alexandre Dumas, che, traducendola, la ripulì dagli aspetti più inquietanti, per renderla una favola adatta ai bambini. E appena un paio di mesi fa è uscito in Italia il film Lo schiaccianoci e i quattro regni, uno sfoggio di colori ed effetti speciali targato Disney. Eterne, le fiabe non si raccontano, si ri-raccontano…

Ma Lo schiaccianoci più famoso e più fortunato (anche più della versione letteraria originale) rimane quello ballettistico di Čajkovskij, che debuttò il 5 dicembre 1892 al Teatro Marijinskij di San Pietroburgo. Un successo immediato, dovuto a un Čajkovskij in stato di grazia: le musiche, colorate di timbri fatati, hanno una perfezione, una leggerezza e una trasparenza mozartiane e si imprimono nella memoria al primo ascolto. La danza cinese, quella araba, il valzer dei fiori:  sono brani che tutti conoscono, anche senza saperlo.

Protagonista dell’allestimento è il Balletto del Teatro Astana Opera, gloriosa istituzione kazaka con cui il Teatro Carlo Felice ha stabilito da alcuni anni un fruttuoso connubio artistico. La versione coreografica è firmata da Yuri Grigorovich, recentemente festeggiato in patria per i suoi 90 anni (è nato a Leningrado nel 1927), leggenda vivente del balletto russo novecentesco.      

Lo spettacolo sarà in scena giovedì 20 dicembre (alle ore 20), venerdì 21 dicembre (alle ore 15.30 e alle ore 20), sabato 22 dicembre (alle ore 15.30 e alle ore 20) e domenica 23 dicembre (alle 15.30).

Balletto del Teatro Astana Opera:

  • coreografia Yuri Grigorovich
  • scene Simon Virsaladze
  • direttore d’orchestra Arman Urazgaliyev

Orchestra e Cori di Voci bianche del Teatro Carlo Felice:

  • Marie Anel Rustemova / Aigerim Beketayeva/Madina Basbayeva
  • Prince Bakhtiyar Adamzhan /Yerkin Rakhmatullayev/Tair Gatauov
  • Drosselmeyer Ildar Shakirzyanov / Olzhas Makhanbetaliyev
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